Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Grandubbione: episodi, storie, leggende, personaggi, borgate e eventi storici rilevanti.

06/07/2023 13:40

Grandubbione è un pozzo senza fondo di episodi, di storie, di leggende, di personaggi e di eventi storici rilevanti.

 Grandubbione è l’insieme di tutte queste borgate, l’insieme di case, storie e fatiche

 

di Fabio Sanmartino

 

GUARDA IL VIDEO QUI: https://youtu.be/33PB7mXboXE

 E QUI: https://youtu.be/5gFL8HWVAGI 

 FOTOGALLERY QUI: https://www.vocepinerolese.it/fotogallery/2023-07-04/due-piazze-intitolate-due-sacerdoti-don-malano-don-bessone-grandubbione-pinasca-24232  

 

Non è certo semplice scrivere di Grandubbione (Pinasca) senza scadere nei luoghi comuni e nelle più ovvie delle frasi fatte, frasi come “incastonata nel verde delle montagne”, “oasi di pace e di silenzio”, “chiesetta abbarbicata sulla roccia” sono state ormai usate ed abusate da chiunque per descrivere questo vallone. Si, perché tanti con “Grandubbione” identificano la chiesa sita in borgata Serremoretto e le case che compongono le varie borgate disseminate nella conca ma, in realtà, Grandubbione è l’insieme di tutte queste borgate, l’insieme di case, storie e fatiche che hanno percorso un’area molto più vasta.   

 

Per la Proloco di Pinasca quel vallone, le sue tradizioni e la sua storia sono sempre stati un punto cardine del programma sociale, sono d’altronde quanto di più attrattivo e significativo possiamo trovare dal punto di vista storico-culturale, sociale, ricreativo e sportivo sul comune di Pinasca. Già i direttivi che hanno preceduto quello che mi vede presidente hanno da sempre lavorato, di concerto con l’amministrazione comunale, per poter valorizzare e promuovere il turismo per quei boschi e per quei sentieri. Come nelle più auspicabili delle consuetudini questo lavoro è stato un lavoro portato avanti da molte associazioni insieme, in tempi e modi diversi, ciascuno secondo le proprie specificità: negli anni il CAI si è occupato di mantenere sempre liberi e percorribili i suoi sentieri, di manutenere e verificare le numerose vie di arrampicata della zona e di segnalare tutte quelle criticità che necessitavano di un intervento più strutturato. La locale Squadra AIB, parte fondamentale della vita associativa di Pinasca, cura da sempre la percorribilità della strada in caso di maltempo (numerosi sono infatti gli interventi che vedono coinvolti i volontari per il ripristino degli attraversamenti e delle canalette di scolo in caso di forti piogge) o di forte vento andando a verificare che non vi siano piante cadute o problematiche di qualsiasi tipo che pregiudichino la possibilità di salire a Grandubbione, non dimentichiamo poi l’opera portata avanti da sempre in collaborazione con il CAI per la realizzazione, manutenzione e cura dei ponti che caratterizzano il “Sentiero dei Sette Ponti”.

 

Queste sono solo due delle realtà che da sempre dimostrano il loro attaccamento a questo piccolo angolo di mondo, non me ne vorranno le altre associazioni se non sto ad elencarle tutte per questioni di tempo e di spazio ma, piuttosto, porto qui di seguito un esempio per far capire quanto e quale lavoro sia stato svolto negli anni dai volontari per rendere Grandubbione fruibile a tutti.

 

Alcune tradizioni durano nel tempo e durano da tempo, una tra le tante è la “Festa della Montagna” della Proloco che segue da vicino il tradizionale “Pranzo di San Giovanni” della locale sezione ANA. Fino agli anni ’90 non c’era una vera e propria struttura organizzata dove locare questi eventi, semplicemente si usava una tettoia come riparo in un prato, si tiravano dei teloni, si organizzavano le sedute con tavoli e panche e si faceva festa tutti insieme. Capirete bene che organizzare un evento in questi termini voleva dire radunare volontari che gratuitamente mettevano a disposizione il proprio tempo, i propri mezzi ed il proprio lavoro per caricare stoviglie, pentolame, postate, suppellettili, viveri, bevande, griglie per cucinare la carne, tavoli, panche, sedie, cavalletti ed una quantità innumerevole di cose. Erano anni in cui in quasi ogni borgata di Pinasca si faceva festa, ed in ogni borgata di Pinasca, per ogni festa, la routine era pressoché la stessa: caricare, trasportare, scaricare, montare, smontare, caricare, trasportare, riporre a magazzino e via da capo per la prossima festa. Due, tre trattori con rimorchio, innumerevoli giri in macchina su e giù per le strade (agli inizi nemmeno asfaltate ma pur sempre in condizioni migliori di quelle in cui versano attualmente). Così, quando Querino Ughetto si è fatto avanti comunicando all’allora presidente Proloco l’intenzione della madre di donare il terreno di Grandubbione su cui da sempre si realizzavano le feste alla Proloco stessa, a patto che vi venisse realizzata un’opera capace di essere allo stesso tempo punto di accoglienza per chi camminava su quei sentieri e di presidio per il vallone, è stato naturale il mettersi in moto dell’operosità e dell’intraprendenza che da sempre caratterizzano il volontariato pinaschese. Dalla Proloco sono arrivati i soldi, i progetti, i materiali e tutto quanto fosse necessario alla realizzazione burocratica dell’opera mentre dall’esperienza e dalla manualità dei muratori presenti tra ANA, AIB, Proloco ed altri è arrivato tutto il lavoro che ha portato alla nascita dell’odierna struttura de “La Beppa”, che deve il nome a chi ha donato il terreno dando vita di fatto a tutto.

 

Quanto sopra come premessa di quello che seguirà: Grandubbione non è solo un posto tra mille altri posti, non è solo un ammasso di case di cui mezze diroccate e le restanti disabitate per la gran parte degli anni, Grandubbione è un pozzo senza fondo di episodi, di storie, di leggende, di personaggi e di eventi storici rilevanti.

Da Grandubbione, per dirne una, è passata la storia recente della resistenza, comandanti quali Ettore Serafino, Marcellin, Toye ed altri erano di casa tra le mura della canonica e nei vialetti delle borgate.

Per Grandubbione sono transitati sacerdoti che sono stati esempi di virtù civiche e religiose quali don Bessone – a suo modo protagonista della resistenza a Grandubbione, che ha pagato finanche con la prigionia la sua scelta ben precisa di schierarsi al fianco dei Grandubbionesi e di coloro che lassù cercavano rifugio – o don Malano, ricordato in tempi più recenti come il sacerdote operoso che portò la corrente elettrica in tutte le case di quel posto sperduto addirittura decenni prima che ci arrivasse lo Stato. Altro nome che si accosta, anche se per poco tempo, a Grandubbione è quello di don Trombotto, sacerdote ricordato nella vicina Val Germanasca per aver pagato con la propria saluta la sua scelta di vita a fianco della resistenza.

Grandubbione è tutto questo e molto di più: è il ricordo dell’anziano che ancora si ricorda episodi legati alla guerra; è l’amore di chi continua a tenere pulita la zona di casa sua, la chiesa, il sagrato, il giardino ed il parcheggio “perché l’ho sempre fatto”; è il ricordo della coppia di giovani sposi che davanti alla chiesa ti dicono “il nostro amore è nato qui”; è chi veniva in soggiorno a Grandubbione da ragazzino con don Malano e ancora si emoziona a ricordare gli episodi trascorsi; è chi arriva da Milano per un weekend di arrampicata e trova un’attività aperta ad accoglierlo e qualcuno del posto con cui scambiare due parole e bere una birra.

Grandubbione è la storia di Pinasca, il suo passato, le radici e l’origine di tanti pinaschesi e di tanti esuli che ai tempi delle persecuzioni contro i valdesi trovarono rifugio in Germania ed oggi hanno dato vita al Gemellaggio, le stesse origini comuni a chi dalla Francia è tornato a ristrutturare una casa del nonno o del lontano parente che da li partì verso i campi di lavanda dove lavorare come contadino.

 

Per questo è importante continuare a mantenere viva ed alta l’attenzione su Grandubbione: come forma di gratitudine e rispetto per chi c’era prima di noi e come sforzo comune e collettivo per ridare a quel vallone una nuova vita.

 

Sono tanti i progetti possibili, le vie che si potrebbero percorrere, ancora una volta con l’unità di intenti e con il lavoro di molteplici soggetti accumunati dal solo interessa di fare del bene; sta a noi, più o meno giovani, continuare sulla strada che è stata tracciata per noi.

 

L’impegno della Proloco di Pinasca, continua ad essere quello di creare iniziative, eventi e momenti di incontro a Grandubbione e per Grandubbione, soprattutto in collaborazione con quei soggetti che da sempre hanno dimostrato lo stesso attaccamento a quell’angolo del Paese. Per questo è nata la manifestazione “Sette Ponti Resistenti”, per questo è tornata la “Festa della Montagna”, per questo tante altre iniziative arriveranno.

 

Speriamo di non essere i soli a volerci ostinare a seguire e perseguire questa strada e confidiamo che sempre più associazioni, enti e soggetti pubblici e privati si facciano avanti per ridare la giusta vita a quell’angolo di Paradiso.

 Fabio Sanmartino

Presidente Pro Loco Pinasca

Nella foto da sinistra Fabio SanMartino e uno scorcio di Grandubbione

 

  

 

 

 

Commenti