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Due piazze intitolate a due sacerdoti don Malano e don Bessone. Grandubbione (Pinasca)

Due piazze intitolate a due sacerdoti don Malano e don Bessone. Grandubbione (Pinasca)

 

GURDA IL VIDEO QUI: https://youtu.be/33PB7mXboXE

E QUI: https://youtu.be/5gFL8HWVAGI 

FOTOGALLERY QUI: https://www.vocepinerolese.it/fotogallery/2023-07-04/due-piazze-intitolate-due-sacerdoti-don-malano-don-bessone-grandubbione-pinasca-24232  

 

di Piergiacomo Oderda

Due piazze intitolate a due sacerdoti: don Malano e don Bessone. Grandubbione (Pinasca) 

Le nuvole incombono sulla piazza di Grandubbione (circa mille metri sul livello del mare) che è stata intitolata a don Giuseppe Malano (nato a Campiglione nel 1914, sacerdote dal 1937, parroco dal 1947 al 1989). Ci siamo occupati della figura di questo sacerdote anche curiosando nel suo testo del 1961 “L’orologio, compagno e maestro della vita” (edizioni Alzani).

 Immaginava una preghiera formulata dallo stesso orologio pensando al suo proprietario: “illuminatelo e stimolatelo affinché provveda a ricaricare quotidianamente la sua mente di buoni pensieri e la sua volontà di santi affetti”.

 Il sindaco di Pinasca Roberto Rostagno, (con la presenza del vescovo Derio Olivero, dell’attuale parroco, don Beppe Rizzi, di Guido Rostagno, presidente ANPI del presidente Pro Loco Fabio Sanmartino) ricorda la sollecitazione di Roberto Piombino e Dario Mongiello per preservare la memoria di questi due parroci che «si sono distinti non solo per la cura delle anime ma per la cura della comunità». In particolare, don Malano ha realizzato una rudimentale centrale elettrica che ha permesso alle case di montagna di avere luce elettrica con una trentina d’anni d’anticipo dell’attuale allacciamento. Il sindaco rammenta che Grandubbione vantava prima dell’industrializzazione un numero di 900 abitanti. Negli anni Settanta, Ottanta si è registrato un ritorno ai luoghi d’affetto, per esempio nipoti e pronipoti di quanti erano emigrati in Francia. E’ il senso del gemellaggio con il paese di Sault, noto per la lavanda, nei pressi del monte Ventoux.

Il vescovo, Derio Olivero, ringrazia e sottolinea la bellezza nonché il carattere “controcorrente” del dedicare la piazza a due persone “decisamente confessionali” proprio in un momento in cui si rischia di considerare la religione come qualcosa da tenere da parte, tendenzialmente inutile. «I credenti di per sé dovrebbero essere al servizio dello spazio pubblico». Una religione è “seria” se i credenti sono al servizio della società, se «curano la ricerca spirituale, di senso, del perché siamo al mondo», entrando in punta di piedi, senza pretendere spazio per sé. L’intitolazione delle due piazze è un gesto che guarda al futuro, espressione di un cristianesimo generativo. Nella benedizione, ci si augura che chiunque passerà in piazza Malano o Bessone, cattolici, valdesi, cristiani, non cristiani, islamici, atei riceverà il dono della forza e della grazia divina.

Importante la testimonianza di Dario Mongiello che ha conosciuto don Malano all’età di otto anni e che con lui è stato presente in quella comunità. 

"I due sacerdoti - racconta Dario Mongiello - si sono contraddistinti per il profondo impegno per la comunità. Il primo è stato anche in carcere per aver difeso i partigiani presenti nel territorio. Don Giuseppe Malano ha saputo coniugare la fede con l’agire per la comunità. Un prete amato da tutti che ha fatto del bene a tutti".

E’ suggestiva la metafora che Mongiello presenta: “pastore tra i pastori, don Malano è stato un uomo che ha raccolto attorno a sé i fedeli, ha testimoniato con la sua vita la carità evangelica. Grazie di cuore al sindaco Rostagno che ha colto il grande impegno civile messo in atto dai due sacerdoti. Una scelta non semplice in questi periodi..."

Nella piazza intitolata a don Giovanni Bessone (nato a Bricherasio nel 1908 e ordinato sacerdote nel 1928), parroco a Gran Dubbione dal 1937 al 1946, il sindaco di Pinasca ricorda un episodio avvenuto qualche giorno prima del 10 maggio 1944. I nazifascisti, salendo anche dalla Val Sangone, avevano operato un rastrellamento con la cattura di molte persone. Di tredici ragazzi, portati al comando di Perosa Argentina, dodici sono stati trucidati a Castelnuovo, del tredicesimo, perito per le percosse subite, sono state portate in giro per il paese le spoglie a testimonianza di quanto avvenuto. Don Bessone ha avuto un ruolo attivo in particolare con la Banda della cattolica, ragazzi provenienti dal torinese e dalla bassa Val Sangone che hanno trascorso l’inverno a Grandubbione. Si era prodigato nel rastrellamento per salvare il maggior numero di persone.

A quei tempi, le comunità si tenevano in piedi sulla figura del sindaco, del geometra, del parroco, del farmacista; al di là del loro dovere professionale, rappresentavano dei solidi punti di riferimento.

 La foto di copertina del video è di Massimo Bosco

Nella foto l'incontro dibattito del 1° luglio. Da sinistra il presidente Pro Loco Fabio Sanmartino, Roberto Piombino, Rostagno e Dario Mongiello. In alto, da sinistra il sindaco di Pinasca Roberto Rostagno con il vescovo di Pinerolo Derio Olivero con la targa della piazza a don Bessone sul sagrato della chiesa e, a destra, sempre il sindaco Roberto Rostagno davanti alla targa di don Giuseppe Malano posta all'ingresso del paese

 

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