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Ditte commerciali cinesi con il sistema "apri e chiudi" per evadere il fisco. Intervento della GDF

 

La Guardia di Finanza del comando di Torino scopre ditte commerciali gestite da cinesi  con il sistema "apri e chiudi" per evadere il fisco. 

VIDEO  https://youtu.be/wqX4syT_8Bs

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino hanno scoperto un’evasione fiscale di 4 milioni di euro di redditi non dichiarati al Fisco e di circa 1,5 milioni di euro di imposta sul valore aggiunto non versati all’Erario, 28 lavoratori “in nero” e/o irregolari, nonché hanno sequestrato n. 28.500 articoli (materiale per ufficio e minuta falegnameria) contraffatti o insicuri.

L’attività è scaturita da un normale controllo sull’avvenuta emissione dei corrispettivi telematici eseguito nel febbraio del 2023 dai finanzieri del Gruppo di Orbassano presso un esercizio commerciale di Carmagnola tipo “gran bazar”.

I successivi accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di individuare e disarticolare un sodalizio criminoso costituito da tre imprenditori - collegati tra di loro avendo le attività una comune legale rappresentante, anch’ella cittadina cinese -, operanti in quattro diversi empori ubicati nella Città Metropolitana di Torino.

I gestori erano soggetti di etnia cinese che, una volta divenuti insolventi nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria, trasferivano il complesso aziendale (personale, attrezzature e magazzino) a una diversa impresa costituita ad hoc, mutando così - almeno formalmente - la ragione sociale e il numero di partita IVA ma continuando, di fatto, a operare con i medesimi clienti e fornitori.

Le imprese avevano un orizzonte operativo pari a massimo tre esercizi finanziari, nel corso dei quali non venivano mai pagate le imposte dovute.

Una frode fiscale in piena regola, nota come metodo “apri e chiudi”.

Veniva, inoltre, adoperata manodopera “in nero” o irregolare, senza che fossero quindi corrisposti i contributi lavorativi spettanti.

Tali elementi indiziari sono stati, pertanto, segnalati - fatta salva la presunzione di innocenza, sino a compiuto accertamento delle responsabilità - all’attenzione delle Procure della Repubblica di Torino e di Asti, competenti in ragione dell’ubicazione degli esercizi commerciali, Carmagnola e Santena.

Oltre alle irregolarità fiscali, l’attività ha consentito di disvelare uno scenario di verosimile sfruttamento della manodopera e di degrado sociale; in particolare, nel corso del controllo presso l’emporio ubicato a Santena, è stato individuato al piano sovrastante un locale a uso dormitorio, all’interno del quale erano state ricavate abusivamente otto camere da letto, ciascuna capace di ospitare sino a tre persone e con ambienti in comune per cucinare e stoccare materiali, con soltanto due servizi igienici.

Nei locali - umidi, con macchie di muffa sulle pareti e sprovvisti di riscaldamento - erano inoltre presenti oggetti infiammabili e bombole alimentate a g.p.l., mentre l’impianto elettrico presentava modifiche “artigianali” con fili volanti e centraline sprovviste di protezioni.

Mancavano, inoltre, i dispositivi antincendio e, come accertato da personale dei Vigili del Fuoco e del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti Lavoro dell’ASL, intervenuti su richiesta della Fiamme Gialle, la funzionalità delle uscite di sicurezza risultava non idonea.

Il servizio testimonia l’impegno profuso dal Corpo al contrasto delle frodi all’IVA, a presidio dell’economia legale e del corretto funzionamento dei mercati.

 

 

 

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