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Covid. Intervista dott.sa Civita responsabile DEA Ospedale Pinerolo. E... i negazionisti

VIDEO INTERVISTA

Covid. Intervista alla dott.sa Civita responsabile DEA Ospedale Pinerolo. Un… pensiero per i negazionisti

 

di Dario Mongiello

direttore@vocepinerolese.it

Nel Video l’intervista integrale alla dottoressa Marina Civita, responsabile DEA (pronto Soccorso) O.B.I. (osservazione breve intensiva) e sub intensiva Covid nell’ospedale “Agnelli” di Pinerolo. La situazione attuale in ospedale e anche qualche “frecciatina” ai negazionisti…

Qual è la situazione odierna nel pronto soccorso, OB e sub intensiva Covid?

“La situazione è molto complicata – afferma la dottoressa marina Civita -, difficile. Abbiamo un afflusso di accessi al Pronto Soccorso elevatissimo e il personale sanitario si trova ad affrontare una sfida molto pesante. L’affluenza dei pazienti Covid è molto variabile, di giorno in giorno, di ora in ora ma ci sono anche i pazienti non Covid. Il nostro compito è quello di curare tutti. Per i pazienti Covid ci sono dei percorsi in sicurezza per evitare contatti con pazienti no Covid”.

C’è ancora gente che arriva in pronto soccorso con lo scopo di farsi fare il tampone Covid?  

“Per fortuna molti hanno capito che in pronto soccorso bisogna eventualmente accedere per l’emergenza e non per chi non ha sintomi.”

Quali e quante sono le “forze in campo” in questo momento?

Gli Infermieri e i medici sono gli stessi del mese di marzo. Abbiamo assunto un medico in più: si tratta di un medico specializzando con contratto Covid. Siamo tutti molto stanchi ma siamo una squadra e tutti lavoriamo, anche oltre l’orario stabilito”.

La cura contro il Covid c’è? Esiste?

Non ci sono armi in più contro il Covid. Sappiamo usare meglio farmaci come Cpap (Continuous Positive Airway Pressure, ovvero pressione positiva continua delle vie aeree. Ndr), il cortisone. L’antivirale viene anche usato ma in casi selezionati. Importante è saper fare bene la diagnosi. Quello che conta è la clinica, la competenza medica e l’ecografia polmonare”.

Il virus Covid della seconda ondata è meno virulento?

“No. Oggi abbiamo il doppio dei pazienti rispetto a marzo e aprile e questa è una risposta chiara. Gli accessi in pronto soccorso sono alti.

Qual è il protocollo che adottate in Pronto Soccorso?

“Come arriva un paziente questo viene subito valutato da infermiere esperto di triage, viene eseguito uno screening, e si lavora per escludere alcune variabili. Inoltre, ci sono diversi percorsi per il paziente sospetto Covid e per chi non lo è. Non è il tampone che stabilisce chi deve essere ricoverato è chi no bensì il quadro clinico del paziente. “

L’ospedale “Agnelli” di Pinerolo “regge” la pressione determinata dal Covid?

“Per il momento sì, seppur con difficoltà. Ogni ora c’è un problema ma noi cerchiamo di trovare sempre delle soluzioni e lo troviamo grazie a tutto il personale che da otto mesi, con grande fatica, lavora senza risparmiarsi. Per noi è fondamentale dare la migliore assistenza al paziente.”

Tutti sapevano che ci sarebbe stata la seconda ondata del virus. Si poteva fare di più durante “la pausa”?

“Si, probabilmente sì. Si potevano fare delle cose ma non sono state fatte.”

Cosa si poteva fare e che non è stato fatto?

“Per esempio prevedere degli spazi, riprendere l’attività chirurgica che era stata tralasciata.”

Come mai non si leggono più messaggi a favore dei medici e infermieri come a marzo e aprile?

“Non importa essere eroi una volta e poi non più. Noi siamo sempre gli stessi. Ognuno di noi ha scelto questo lavoro per proteggere la vita”.

I negazionisti. Cosa ne pensa?

“Sbagliano. Se fossero intellettualmente onesti verrebbero qui senza mascherina a darci una mano…”.

Nella foto la dottoressa Marina Civita e l’ingresso del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Agnelli” di Pinerolo

 

 

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