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VIDEO. Esercito della Salvezza. Corpo di Torre Pellice. La fede e “Soupe, Soap, Salvation”

 

GUARDA IL VIDEO CON INTERVISTA A JESSICA WELCH

INTERVISTA DI PIERGIACOMO ODERDA.

VIDEO E RIPRESE DI MARCO RIVA

Solare, ci accoglie Jessica Welch, capitano insieme a Cristopher del Corpo di Torre Pellice dell’Esercito della Salvezza. Durante l’intervista spunta qualche avventore del Ri-Shop, un Charity Shop dove a prezzi bassissimi chi ha difficoltà economiche può comprare ciò di cui ha bisogno. Fritz Malan, a cui è dedicato il centro attuale, organizzò a Luserna la prima adunanza il 31 agosto 1890. «Abbiamo una struttura militare per essere organizzati. Abbiamo un generale che si trova a Londra dove è iniziato l’Esercito della Salvezza. Si chiama Brian Peddle. Lui dirige tutte le cose che succedono nell’Esercito, ogni paese è un territorio, un comando. Siamo 1,2 milioni di soldati in tutto il mondo, ci troviamo in 132 paesi. In Italia, ci sono 16 corpi, 3 case di ospitalità e dei centri vacanze».

Quali sono le attività, la celebrazione domenicale, il volontariato? Il salutismo si definisce “fede all’opera”. Il fondatore scriveva: “E’ difficile salvare un uomo che ha i piedi bagnati”. «Questo fa riferimento anche al nostro motto che sarebbe “Soupe, Soap, Salvation”, (zuppa, sapone, salvezza). Non possiamo andare verso qualcuno che sta soffrendo, ha fame, sete, ha perso tutto e dire Gesù ti ama e poi ce ne andiamo. Fede in azione vuol dire che non vogliamo solo trasmettere il messaggio della salvezza ma viverlo. Venire incontro ai bisogni della gente, occuparci non solo dell’aspetto spirituale di una persona ma anche venire incontro ai bisogni fisici con un approccio olistico». Voce Pinerolese ha già pubblicato la proposta dell’attività estiva presso la Casa Vacanze di Bobbio Pellice, dove è rilevante l’attività musicale. «La musica ha sempre fatto parte dell’Esercito della Salvezza, è un bel modo per dare opportunità ai bambini di imparare uno strumento. Oggigiorno ci sono tanti ragazzi che non hanno i mezzi per farlo. In questi nove, dieci giorni, i bambini avranno l’opportunità ogni giorno di fare due laboratori a scelta, pianoforte, chitarra, batteria, danza o ottoni. Ovviamente gli ottoni hanno sempre fatto parte dell’Esercito, è un modo per attirare l’attenzione della gente per strada, rimane parte della nostra storia e continuiamo a insegnarlo».

Nella proposta estiva si cita lo studio biblico interattivo. L’Esercito della Salvezza incoraggia gli incontri di studio biblico in cui approfondire il significato. «E’ qualcosa che abbiamo fatto anche qui a Torre Pellice. Si tratta non solo di leggere un passaggio. “Leggo la Bibbia, chiudo e me ne vado”. Ma cosa ho letto? Invitiamo la gente a prendere l’ascensore e scendere di qualche livello, a porsi le domande: che cosa ho letto, di cosa parla il testo, cosa imparo sulla salvezza, su Dio, sul discepolato, sulla nuova vita. Insegniamo alla gente a sottolineare i versetti con colori diversi, in inglese si dice “Wrestle  with the text”, fare a botte con il testo, non essere soddisfatti col leggere ma andare in profondità e trovare quello che il Signore ha per noi».

Nel sito www.esercitodellasalvezza.org si propone l’esperienza di uno o tre trimestri sabbatici per i giovani dai 18 ai 26 anni. «E’ una proposta basata su Atti 2,42-47 che dice che i credenti vivevano insieme, leggevano la Bibbia insieme, pregavano insieme. Volevamo offrire ai giovani l’opportunità di venire qui e occuparsi della propria fede. Il programma si chiama “Selah”, nella Bibbia è la pausa, è come una parentesi nella tua vita, dove ti concentri sulla tua fede. Invitiamo i giovani a venire qua e porsi la domanda: “Cosa credo? In chi credo? Come leggo la Bibbia? Come dò la mia testimonianza”. La nostra passione è equipaggiare i ragazzi a crescere nella loro fede. “Hai dato la tua vita al Signore?” E adesso? Come cresci? Come trasformi la tua comunità?».  In aprile, una ragazza ha arricchito il cortile di uno splendido murales. “Un esercito, una missione, un messaggio” è lo slogan per la dimensione internazionale. «Ci troviamo in 132 paesi però la nostra missione è unica, anche se serviamo in modo diverso, se le nostre culture sono diverse». Il programma “Expression E 360°” attesta la centralità della preoccupazione per i giovani. «Mio marito e io siamo anche coordinatori della gioventù per l’Italia e per la Grecia. Questo slogan è stato creato dagli ufficiali che erano coordinatori prima di noi. Si tratta di vivere la fede in ogni aspetto della nostra vita. Non è soltanto andare in chiesa la domenica,” riscaldo la sedia un’ora e vado”. Cosa faccio dal lunedì al sabato? Come vivo, come esprimo  la mia fede nel resto della settimana?».  Cathrine Mumford, la moglie del fondatore William Booth, sosteneva che “un giorno luminoso sorgerà quando le donne assumeranno la loro vera posizione”. «Quando è iniziato l’Esercito, le donne non avevano diritto di predicare, ancora oggi nel 2019 tante donne non hanno diritto di predicare. Ho il privilegio di essere stata chiamata a servire nell’esercito. So, senza ombra di dubbio, che sono stata chiamata a predicare, le donne hanno un ruolo da giocare, valido, diverso ma valido quanto quello dell’uomo». “Salvati per salvare” è il significato delle “S” che si vedono sull’uniforme. «L’uniforme, visto che siamo organizzati come un esercito, è un modo per essere riconosciuti. La gente quando passi per strada sa che facciamo parte dell’esercito della salvezza. E’ un modo per vivere la nostra fede, per testimoniare. La divisa è qualcosa di bellissimo. Tolgo i miei vestiti e metto la divisa. Mi fa pensare a quel versetto che dice di togliere l’uomo, la donna vecchia e rivestirsi della donna nuova».

 “La mia vita dev’essere il pane spezzato di Cristo” «E’ una bellissima citazione di un canto del gen. Osborn (“My life must be Christ’s broken bread”). Tutta la nostra vita è sacramento, tutta la nostra vita è grazia e quindi dò la mia vita e prego che sia come pane spezzato, gli altri incontrandomi, vivendo con me, siano anche trasformati e incontrino la grazia di Dio. Nei nostri culti non usiamo i sacramenti, crediamo che tutta la vita è sacramento. Sono dei simboli di quello che è successo nel nostro cuore. Quando è iniziato l’esercito tanta gente veniva battezzata ma non erano nati di nuovo. Se non succede niente dentro, allora l’uomo è perso».

Piergiacomo Oderda

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