Facebook Twitter Youtube Feed RSS

La storia dei vigili del fuoco a Pinerolo. “Due secoli dì guardie a fuoco a Pinerolo 1821 – 2022"

FOTO.
Pinerolo: alla Biblioteca Alliaudi: “Due secoli dì guardie a fuoco a Pinerolo 1821 – 2022"
 
All’impegno dì Diego Albertin e  Massimo Vallaro, due vigili del fuoco sebbene non più di stanza a Pinerolo, si deve l’interessante mostra che per due giorni ( 1 e 2 aprile) presso la Biblioteca Civica Alliaudi di Pinerolo ha permesso a molti cittadini di conoscere la storia pluricentenaria dei Vigili del Fuoco a Pinerolo.
Questa mostra, che ha ottenuto un buon riscontro, dal titolo “ Due secoli di Guardie a Fuoco a Pinerolo: 1921-  2022”, ha impegnato gli autori dall’ottobre del 2021 sino alla fine del 2022, in un minuzioso lavoro di studio e ricerca delle varie fonti: dai verbali dei Consigli comunali sin dal lontano  1821 ai vari ordini del giorno e alla consultazione attenta di settimanali locali come L’Eco del Chisone e di quotidiani nazionali quali La Stampa.
Un saggio di questo lavoro è stato pubblicato dalla Società Storica Pinerolese.
Alcune fonti erano già state oggetto di studio da parte del professore Tullio Contino, il quale nel 1991 diede alle stampe il suo prezioso libro” I Civici Pompieri a Pinerolo e nel Pinerolese”.
Spiega Massimo Vallaro: “ Il compito che Diego Albertin ed io ci eravamo prefissati era quello di ricreare la lunga genealogia dei comandanti e dei capi distaccamento che si sono susseguiti nella lunga storia dei Vigili del Fuoco di Pinerolo”.
Precisa Diego Albertin:” nel 1821 il Comune di Pinerolo, su impulso del sindaco Conte Valperga, visti i numerosi incendi che spesso colpivano la città,  chiese all’ingegnere Pietro Lana, all’epoca ispettore delle pompe di Torino, di formare una compagnia di Guardie a Fuoco anche in quel di Pinerolo, il tutto con l’ufficialità delle regie patenti di Re Carlo Felice. 
È con Donato Comba e Giuseppe Valentino Comba, fabbri molto competenti nella realizzazione di pompe e attrezzature antincendio, nonché nell’addestramento del personale, che la storia delle Guardie a fuoco, come vennero denominate agli albori, prese il via a Pinerolo, nella storica sede di Via Trieste, già edificio adibito ad arsenale ai tempi della dominazione francese nel Seicento”. 
Un comandante di spicco, fra i tanti, fu  l’astigiano Giovanni Maccagno, che nel periodo 1867 – 1873, diede un notevole impulso al miglioramento dell’organizzazione e all’ammodernamento della 
Compagnia, con l’introduzione di nuove attrezzature atte a fare fronte ai rischi connessi a un sempre più progredito 
processo di industrializzazione. Sua è la storica pompa esposta nella sala della mostra.
Al cinquantenario dell’Unità d’ Italia, nell’ambito dell’Esposizione Universale di Torino, si svolse un concorso pompieristico internazionale e la Compagnia di Pinerolo ottenne ben quattro medaglie, di cui una d' argento, tanto che la città onorò le Guardie a Fuoco con un gonfalone.
Nel 1920 la compagnia cambiò denominazione in “ Compagnia Civica Pompieri di Pinerolo”,. Pur restando sempre sotto la diretta gestione del Comune.
Fra le due guerre  Giovanni Cocilovo ricoprì prima la carica di comandante e poi quella di capo distaccamento, in quanto, a partire dal 1939,  nacque il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e la Compagnia di Pinerolo cessò di essere alle dipendenze del Comune, passando a quelle del capoluogo.
Pertanto il grado di comandante venne conferito solamente al capo della stazione di Torino, mentre ai reparti di provincia fu assegnato un capo distaccamento. Giovanni Cocilovo, che restò in carica dal 1935 al 1946, quindi proprio nel mezzo di questo radicale cambiamento, durante la seconda guerra mondiale fu richiamato alle armi nell’83mo Corpo di Torino, ove prese parte, con il battaglione Santa Barbara, a innumerevoli interventi a seguito dei bombardamenti alleati su Torino.
E come non ricordare – aggiungono 
Albertin e Vallaro – il capo distaccamento Gabriele Falcone, in carica dal 1970 al 1980 , che seppe farsi stimare sia per le grandi qualità umane sia per l’ineccepibile competenza, tant’è che la sua figura è tutt’ora ricordata con grande affetto da parte di tutti coloro che lavorarono alle sue dipendenze”.
Attualmente il capo distaccamento è Marco Galetto, ma questa è storia di oggi., mentre la sede, lasciata quella storica di Via Trieste, è ubicata da anni in strada San Secondo n.1.
Ivan Albano 
 

Commenti