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FOTO. Sciopero della scuola con i sindacati di base Cub, Usb, Cobas

vedi le foto. 

di Piergiacomo Oderda 

Un folto gruppo di studenti plaude agli esponenti dei sindacati di base, Cub, Usb, Cobas che si alternano al microfono collegato agli amplificatori montati sul furgone che guida lo sciopero della scuola di venerdì scorso. Slogan chiedono a gran voce le dimissioni del Ministro, un fumogeno rosso ricorda la resistenza No Tav mentre i poliziotti blindano l’ingresso dell’Ufficio Scolastico Provinciale in Corso Vittorio, a Torino. Stefano Capello, Confederazione Unitaria di Base, puntualizza sul precariato che «si allarga sempre più a macchia d’olio». L’emergenza è stata «l’occasione per far esplodere l’orario dei docenti». Lorenzo Giustolisi, Unione Sindacale di Base, ricorda: «La piazza di oggi non è soltanto Torino, in tutte le principali città d’Italia sono in piazza studenti e lavoratori e questo non avveniva da tempo». Le rivendicazioni riguardano la riapertura della scuola in sicurezza, una delegazione sale in Provveditorato, «come sapete, ci sono delle responsabilità grosse sul fatto che i docenti non sono ancora in cattedra. L’USP di Torino non è in grado di gestire le operazioni di nomina. L’adeguamento della sicurezza non è avvenuto, gli organici non sono ancora stati cambiati e gli spazi sono ancora gli stessi». Ilenia Argento dei Cobas riprende lo slogan dell’apertura delle scuole senza professori, «ce ne siamo accorti tutti in un momento in cui si sente proprio il bisogno di personale scolastico». Il precariato è usato da anni, da qualsiasi governo, come «esercito di riserva, tappabuchi». «Dobbiamo chiedere che i nostri insegnanti siano assunti a tempo indeterminato e dobbiamo esigere sicurezza nelle scuole», «finalmente si sono accorti che abbiamo istituti fatiscenti, che rischiamo la vita tutti i giorni, i soldi impiegati per la scuola pubblica sono irrisori. Abbiamo visto cosa vuol dire regionalizzare, privatizzare la sanità. E’ lo stesso che vogliono fare con la scuola pubblica». Quando torna la delegazione, la manifestazione si sposta su corso Galileo Ferraris per avviarsi in direzione di piazza Castello. Giulia Bertelli, CUB, sottolinea come il danno dei ritardi nelle nomine si ripercuote sugli studenti che «non hanno ancora tutto il personale in cattedra. Anche il Comune di Torino sta cercando di aumentare l’orario dei docenti delle scuole materne, privandoli della giusta retribuzione. Lo sciopero di oggi non è soltanto per la questione delle GPS (graduatorie provinciali per le supplenze) e dei precari ma è anche per tutti i lavoratori fragili. E’ stato risposto che è un problema dell’Inali, la realtà è che manca un criterio per chi è in questa condizione, i precari si trovano a decidere se lavorare o ammalarsi». L’Ufficio Scolastico predispone una «camera di compensazione per i punteggi sbagliati delle GPS, per evitare di muovere troppi supplenti». Giustolisi riferisce che «l’incontro è cominciato con queste parole: “Ci è stato detto che le proteste dei precari hanno rallentato le operazioni di nomina”. Abbiamo rigettato questa cosa, la protesta di precari e degli studenti hanno fatto vedere quanto inadeguata sia questa riapertura. Bisogna cominciare a parlare tra studenti e docenti. Ognuno di noi all’interno delle classi ha il dovere di parlare di quello che sta avvenendo nelle scuole, dobbiamo denunciare dove la didattica non funziona, dove i ragazzi non sono forniti degli strumenti necessari». In piazza Castello si avviano i lavori di un’assemblea studentesca, ci si confronta, si scambiano esperienze dai diversi istituti, un denominatore comune è il mancato rispetto, l’inadeguatezza o talvolta l’inesistenza di un vero e proprio piano di rientro efficace a garantire la sicurezza di studenti e lavoratori.

Piergiacomo Oderda

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