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FOTO. Famiglie affidatarie. Sull'onda dei fatti di Bibbiano, una “Squadra speciale di giustizia”

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di Piergiacomo Oderda

«Narrare il nostro lavoro». Marina Merana, dirigente dell'Area politiche sociali, propone di «trovare altri strumenti di comunicazione perché sia più compreso, il nostro, vostro operare». Si rivolge alle famiglie affidatarie, radunatesi per la festa di quest'anno sulle poltroncine del Teatro Murialdo di Torino. Poco prima di Natale, la scuola Holden pubblica una trilogia che raccoglie oltre alle testimonianze degli operatori e delle famiglie affidatarie, l'esperienza delle famiglie d'origine. «Non si può non tener conto delle famiglie d'origine», il bambino «va aiutato a ricomporre la sua storia, lui per primo, essendo il protagonista».

Rita Turino, Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, informa che è stata approvata in Consiglio comunale una mozione di cui è promotrice Elide Tisi che «invita la Giunta a sostenere l'esperienza di Casaffido e portare l'esperienza torinese all'attenzione non solo dell'opinione pubblica ma degli organismi nazionali». «I bambini oggi hanno ancora bisogno di aiuto, non sempre lo si può trovare nel contesto della famiglia». «E' dovere preciso di ciascuno la ricerca di risorse possibili nel nucleo familiare». Turino ricorda la Convenzione per i diritti del fanciullo approvata dalle Nazioni Unite trent'anni fa, «ogni bambino ha diritto a vivere, crescere, essere educato nella sua famiglia». «La famiglia d'origine è parte fondamentale del processo di affidamento familiare». Nel confronto con le associazioni di affidatari è emerso quanto sia utile «dare maggiore voce ai ragazzi che hanno potuto avvantaggiarsi dell'aiuto di una famiglia». Serve «una comunicazione generalizzata e diffusa che vada oltre gli addetti ai lavori». «Oggi più di ieri ci impegniamo a sostenere le famiglie in difficoltà». Si cerchino modalità di avvicinamento con le famiglie d'origine, di sostegno quando il bambino torna a casa.

Enzo Genco spiega come avviene il reinserimento, si stabilisce un accompagnamento con un educatore professionale, anche per quindici, venti ore la settimana. «L'allontanamento avviene quando non si può fare diversamente, quasi la totalità avviene tramite provvedimento dell'autorità giudiziaria». Si cerca di potenziare le famiglie d'origine perché acquisiscano competenze genitoriali.

Merana riprende qualche cifra, su milletrecento minori che vivono fuori dalla famiglia, 160 vivono con parenti, 219 sono minori stranieri non accompagnati, cinquantacinque in comunità riabilitativa psicosociale.

L'instancabile Sandra Patt invita sul palco alcune associazioni che hanno collaborato con il Comune. Mario Restagno presenta l'Accademia dello spettacolo con un video che illustra il campo estivo svoltosi ad Usseglio. Ventiquattro i bimbi partecipanti, di cui dodici da Casaffido e dodici da altre famiglie. Il 25 ottobre, rappresentano all'Alfieri, “Non abbiamo un pianeta B”. Nel finale del video colpisce la frase: “è la bellezza che salva il mondo”. Anna Lisa Spurio Fascì di Wanderlust teatro dopo i video “C'era due volte” e “Come la spiaggia che ascolta le onde” riflette sul ruolo civico del teatro, il misterioso potere di guarigione dell'arte. «L'affidamento è questione umana che ci sta a cuore». Con gli adolescenti attivano «un'esplorazione delle storie personali in condivisione con un gruppo di lavoro», «cerchiamo di mettere insieme i pezzi». Al teatro Astra il 22 ottobre presentano lo spettacolo “Un cuore, un orologio rotto e una piuma”.

Frida Tonizzo di Anfaa relaziona sul tavolo del Comune di Torino delle associazioni di famiglie affidatarie. «E' un clima pesante quello in cui ci troviamo ad operare ma bisogna reagire, come associazioni cerchiamo di interpretare il mandato delle famiglie affidatarie per far sentire la nostra, vostra voce». Il ministro Bonafede, sull'onda dei fatti di Bibbiano, ha istituito una “Squadra speciale di giustizia” che «dovrebbe rivedere la normativa sugli affidamenti familiari». «L'affidamento si può fare, va fatto, a condizione che ognuno faccia la sua parte». Se venisse approvata la proposta di legge promossa dal Movimento 5 Stelle (n. 2047), l'affidamento familiare diverrebbe «estremissima risorsa, si insiste troppo su garanzie rispetto alla permanenza dei bambini in famiglia anche quando non ci sono le condizioni». «I tempi dei bambini chiedono interventi adeguati e tempestivi. Non si può proseguire attraverso tentativi». Il Tavolo cittadino ha evidenziato delle criticità, serve «un maggior coinvolgimento dell'area sanitaria». I servizi di psicologia adulti e tossicodipendenze devono seguire i genitori dei figli affidati. Occorre aprire un momento di confronto con l'autorità giudiziaria per ribadire «la necessità di ascoltare gli affidatari per sapere più da vicino come vivono i bambini». «Ci orientiamo su una maggiore preparazione e consapevolezza del ruolo da parte degli affidatari».

Valentina Noya dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema invita sul palco Arianna e Francesca, rispettivamente sceneggiatrice e protagonista del cortometraggio “Mia”. «Sono contenta di averlo fatto per diffondere l'affido, molti non lo conoscono e non sanno cosa vuol dire», dice l'attrice. Il video viene già utilizzato nelle scuole per discutere su queste tematiche. Arianna sottolinea «il costante uso delle cuffie per isolarsi dal mondo, si fa fatica a creare un legame».

Massimiliano Manai dell'Associazione Psicologi in Contatto ha elaborato materiale per l'affido di minori stranieri non accompagnati. Come spiegano nei “flyer” colorati, si tratta di quindici / diciassettenni che hanno «bisogno di persone che si prendano cura di loro e li sostengano nel cammino verso l'autonomia».

Silvia Alesso e Alberto Astesano coordinano il gruppo di sostegno per famiglie affidatarie, «per dare la possibilità alle famiglie affidatarie di parlarsi e confrontarsi». Astesano racconta del rientro di un bambino in famiglia che dice alla mamma «ritorno con te ma gli affidatari non li voglio perdere». Per una mamma affidataria, Eliana, «il gruppo è un argine che contiene ma non costringe. Ci si sente meno disarmati per la quotidianità».

nelle foto 

Claudia Silvia Alesso Eliana Lubich, Alberto Astesano, Astesano Alesso, Frida Tonizzo (Anfaa)

 

Piergiacomo Oderda

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