Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Festa del Partito Democratico a Torino

LE FOTO

di Piergiacomo Oderda

Paolo Berizzi, autore de "La nazi Italia: viaggio in un paese che si è riscoperto fascista" (ed. Baldini e Castoldi) interviene alla festa del Partito Democratico a Torino. Nel libro illustra il senso del suo viaggio, "E' dagli inizi degli anni Duemila che con le mie inchieste racconto la galassia della destra radicale italiana e le sue derive estremiste... A volte ho pensato e penso che la nostra Repubblica nata dalla Costituzione non abbia più la coscienza vigile per riuscire a occuparsi seriamente di neofascismo". Sul palco montato dagli indomiti volontari del PD nell'area del dopo lavoro Michelin in corso Grosseto angolo via Casteldelfino nota come lo slogan "Prima gli italiani" di Matteo Salvini sia stato mutuato da Casa Pound. Cita ancora una «citazione nostalgica mussoliniana, "tanti nemici tanto onore"». Il 29 aprile 2017 mille militanti di Casa Pound si sono fatti fotografare col saluto romano. Aver "postato" la foto di spalle sui social potrebbe essere intesa come apologia di fascismo. Il magistrato ha stabilito che si trattava non di una parata nostalgica ma di una commemorazione funebre.

Maria Grazia Sestero, attuale presidente dell'ANPI, riconosce a Berizzi il ruolo di giornalista di carta stampata più informato su tali accadimenti. L'ANPI è «l'associazione nata tra partigiani con la missione di conservare e difendere la memoria delle lotte di liberazione, di resistenza e di antifascismo, parola quest'ultima un po' scomparsa dagli statuti dei partiti in questi decenni». Anche sul loro sito appare un censimento sulla galassia nera, «tremila formazioni che non sempre si presentano come fasciste». L'associazione si è rivolta al ministro per ché ad alcuni gruppi non fosse concessa la partecipazione alla competizione elettorale, «liste che erano palesemente fasciste e che ora hanno rappresentanti nei consigli comunali». «I comportamenti, i costumi, le dichiarazioni, le campagne che quotidianamente conduce Salvini come vicepremier si saldano con il tema presente nel Movimento 5 Stelle della negazione della democrazia rappresentativa. Il punto che ritengo fondamentale è preoccupante, perché tutto questo è potuto accadere?». L’ANPI sta preparando un convegno sulle leggi razziali dove «non ci fu una reazione diffusa ma una forma di assuefazione». Si sente condivisione sul parere che gli immigrati siano troppi, dei nemici, «profittatori che hanno condizioni privilegiate rispetto agli italiani. Come ricostruire una cultura antifascista?».

Nino Boeti, presidente del Consiglio regionale del Piemonte, saluta innanzitutto il comandante partigiano Franco Berlanda, «uno dei liberatori di Torino». Boeti presiede un comitato che si occupa dell’affermazione dei valori della resistenza e dei principi della Costituzione dal 1976, gli anni del terrorismo. Lavora principalmente con le scuole portando i ragazzi a visitare i campi di concentramento. Discutono sui bus su «come sia potuta succedere l’uccisione di sei milioni di persone».  Nelle scuole tuttavia «migliaia di ragazzi si dichiarano fascisti perché è una moda. I genitori non incidono in nessun modo a portarli a convinzioni ispirate alla democrazia». Ricorda la XII^ disposizione transitoria che vieta la ricostituzione del partito fascista, la legge Scelba e Mancino. Si contano cinquecento siti internet che inneggiano al fascismo e andrebbero oscurati. Diceva Matteotti: «il fascismo non è un’opinione ma un crimine».

Mimmo Carretta, segretario del PD torinese, svela che il dibattito intendeva essere uno dei momenti più importante della festa. Sviluppa la metafora di essere usciti di casa, di aver lasciato i rubinetti aperti. Si trova al rientro la casa piena d’acqua, «inizi a urlare, la tiri fuori con i secchi ma si è infiltrata nel piano di sotto». Così è dilagato il pensiero di destra, «diventa difficile trovare anticorpi». Hanno proposto come PD una mozione per negare spazi pubblici a chi non si dichiara antifascista. «L’antifascismo deve diventare essenziale in ogni partito democratico».

Un abbronzatissimo Gad Lerner si stupisce di questo rito di «autoflagellazione collettiva», nel riconoscere anche responsabilità del PD sul fenomeno analizzato. «Mi occupo da una vita di immigrazione, razzismo, antisemitismo». Intende provocare ponendo una domanda “antipatica”: «non sarà che sotto sotto, nei vostri dubbi, non pensate che abbiano ragione loro? ». Quando si parla di graduatoria per l’assunzione di case popolari o di posti in asilo nido, di concorrenza sleale nel mercato del lavoro...«perché ci ritroviamo ammutoliti, stupefatti? Non ce n’eravamo accorti!». «Il PD ha impostato la campagna elettorale su un altro “competitor”, il Movimento 5 stelle; non avrebbe mai immaginato che Salvini avesse preso più voti di Berlusconi». Sul fenomeno Lega, uscita dalle urne il 4 marzo scorso con il 17%,osserva: «un venti per cento militante può trascinare l’ottanta per cento se è intimidito e non crede più nei suoi valori». Il vero problema è «l’arretramento dei redditi da lavoro, mi sono occupato a Settimo della vicenda di Concetta Candido che si è sentita sola nella sede dell’Inps per non aver ricevuto il contributo per la disoccupazione». «La timidezza, remissività, minimizzazione di questa destra apre una riflessione di fondo sul senso dell’essere di sinistra».

Piergiacomo Oderda

Commenti