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Pillole di storia Tragedia di Marcinelle. 262 lavoratori italiani morirono in una miniera in Belgio

08/08/2024 17:54

Pillole di storia

Cade la ricorrenza della tragedia di Marcinelle.

262 lavoratori italiani morirono  in una miniera del Belgio

Lo storico Toni Riccardi scrisse un anno fa

 

 

 

Nella località belga di Marcinelle, per la precisione nella miniera di carbone Blois du Cazier, a causa di un incendio causato da una scintilla, esattamente la mattina dell’8 agosto, poco prima delle ore 8 00 del 1956, trovarono la morte, per l’asfissia provocata dal fumo intenso, duecentosessantadue persone, delle quali trecentossessantasei erano immigrati italiani giunti a Marcinelle per avere un lavoro e tentare la via verso una vita migliore. Per numero di decessi  tra immigrati italiani è il terzo più grande disastro dopo Dawson e Monongah.

Chi emigra dal proprio paese, e noi Italiani siamo stati un popolo di grandi ondate migratorie, per lavorare e cercare di avere una vita più degna di tale nome, va sempre accolto e messo nella condizione di lavorare in sicurezza;  chi sfrutta la disperazione e le disgrazie altrui per il proprio bieco profitto disonesto dovrebbe perdere qualsiasi diritto di cittadinanza, perché non può più essere considerato  cittadino, ma uno squallido belluino.

Scriveva, esattamente un anno fa, il sette agosto 20023, Toni Riccardi, storico delle migrazioni all’ Università di Ginevra, sui libri de ”Il Mulino”: Marcinelle in quel momento non fu solo il simbolo della fragilità su cui si era eretto il benessere del Belgio, ma l’amara conferma di quante migliaia di stranieri avevano contribuito a realizzarlo”.

E Ricciardi conclude con parole di speranza, ricordando che “ il contributo dei 136 minatori, le sofferenze più intime degli orfani (417, di cui 224 italiani) e di quanti furono toccati direttamente o indirettamente dalla tragedia, probabilmente, costituiscono ancora oggi l’elemento quasi fondante della convivenza e dei tanti successi che la comunità italiana in Belgio ha finora raggiunto. La storia di quelle vittime, in fondo, non ha cambiato solo quella della comunità rimasta in Belgio: probabilmente, più di ogni altra, cambiò la stessa storia dei luoghi della provincia italiana che il più delle volte assurse alla ribalta delle cronache nazionali. Ma soprattutto, diede la spinta finale e decisiva alla sanzione, proprio a Roma nel 1957, all’art. 48 del trattato che istituì la Comunità economica europea nel modo in cui fu formulato: la libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità  implica l’abolizione di qualsiasi discriminazione, fondata sulla nazionalità, tra i lavoratori degli Stati membri, per quanto riguarda l’impiego la retribuzione e le altre condizioni di lavoro”

La strada intrapresa è ancora lunga. Vietato fare passi indietro!

 

Ivan Albano

 

 

 

 

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