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La violenza nelle città sempre più diffusa. È ora di dire “basta”.

27/07/2024 13:02

La violenza nelle città sempre più diffusa.

Quelle un tempo  risparmiate dal fenomeno, perché periferiche, ora sempre più coinvolte.

È ora di dire “ Basta”

 

L’ ultimo fatto dì cronaca  risale a poche notti fa, in merito a quanto successo a Pinerolo in Via Turati, ove un marocchino è stato ferito in modo grave, salvando la pelle per un miracolo consistente nei pochissimi cm relativi al punto del ferimento, da un connazionale, per altro già noto alle forze dell’ordine.

La nostra cittadina sta, a poco a poco, divenendo una sorta di Far West della delinquenza, tra spaccio di droga, situazioni dì degrado alla stazione etc..

Mentre scrivo queste righe, seduto comodo quasi sulla proda del torrente Lemina per lenire la canicola, un’ auto, guidata da un giovane -presumo italiano -, ha imboccato il ponte militare, molto stretto e a senso unico alternato, presente alla Tabona, a folle velocità. Mi si avvicina un signore anziano che transitava sul ponte e che, esterrefatto, mi domanda se: “ a sun diventá tuti mat”. No. Non sono tutti matti, fortunatamente. Semplicemente ai pazzoidi ormai è concesso tutto, in nome di un lassismo da vomito .

Quanto da anni accade con una regolarità da metronomo, che ricorda le  famose passeggiate di Immanuel Kant nella sua Koenigsberg, sta ormai allargandosi anche ai centri urbani più piccoli.

Del resto, da sempre, i fenomeni sociali partono dalle grandi conurbazioni metropolitane per poi diffondersi a macchia d’ olio anche nelle zone più periferiche.

Intendiamoci: i comportamenti illegali e devianti riguardano sia gli Italiani sia gli stranieri. Non ne faccio una questione di provenienza.

Però da tempo è giunto il momento di dire “ basta “ a questa marcia inarrestabile di degrado barbarico. Sin dove vogliamo spingerci?

Sui maggiori quotidiani nazionali non di rado si leggono articoloni che stigmatizzano le avances  di certi uomini verso colleghe di lavoro, anche quando queste non contengono nulla di offensivo e grave. Ormai dire a una donna sei carina o sexy è un affronto – leggevo giorni fa su La Stampa – alle capacità intellettive della donna stessa. Vabbè: un sei racchia, ma dotata di grande intelletto sarà il solo modo per filare  una donna, senza vilipendere il suo intelletto.

Meglio essere buoni che cattivi, ma meglio belli che buoni”, scrisse Oscar Wilde e sono certo molte donne siano molto gratificate da un apprezzamento estetico, purché non sguaiato.  

E poi la bellezza non esclude l’ intelligenza e viceversa.

Ora, escludendo i casi  di proposte becere, volgari o peggio ancora ricattatorie, che il sottoscritto è il primo a condannare fermamente, da che mondo è mondo un uomo tenta di provarci con la donna: se questa  “ ci sta” tutto terminerà in fasto e passione per entrambi; se la donna, come il più delle volte accade, dice no e porge il “famoso due di picche” , l’ uomo cercherà altri lidi più accoglienti. Nulla di bieco e di sconvolgente!

Non vedo altro modo di interazione, a meno si legiferi che sia solamente più la donna a potersi proporre, cosa che sarebbe anche fantastico, in quanto passerebbe la “ patata” bollente da chi la “patata” va cercando a chi ne possiede la proprietà d’ uso.

Scritto con grande facezia, di cui mi scuso.

Per contro, questa delinquenza diffusa, molto più grave dì tante bagatelle, passa quasi in secondo piano, come a volere sottolineare un concetto molto pericoloso, ovvero “ ragazzi : questa è la realtà e a questa occorre relazionarsi “.

È ora di dire a gran voce “ basta! “. Così non se ne può più, anche perché, di questo andazzo, sarà sempre peggio, con un nocumento molto impattante sulla qualità della vita dei cittadini perbene, i soli che nessuno si preoccupa di tutelare.

Sacrosanta la tutela e la espansione dei diritti a gay, lesbiche e a tutte le nuove categorie sorte negli ultimi anni ( pare ormai più di cento), ma a quasi nessuno preme la difesa del diritto a una vita tranquilla a chi è ormai costretto a percepire la violenza e la criminalità diffuse cine compagne di viaggio necessarie.

È vero che il primo strumento da adottare contro la devianza sarebbe una seria riformulazione dei percorsi educativi e formativi, tuttavia, quando la situazione diviene non più gestibile ed emergenziale, occorre essere pragmatici:  la repressione resta, obtorto collo, la sola strada  possibile.

Contestualmente dovrà, ovviamente, cominciare anche un profondo quanto arduo lavoro di educazione e di formazione,  ma ricordiamoci che i frutti saranno  tangibili solamente sul lungo periodo.

Gli istituti carcerari sono carenti e sovraffollati e mancano diciottomila poliziotti penitenziari su un organico di circa quarantottomila: questo è quanto leggiamo.

Con il danaro del PNNR qualche cosa si poteva sicuramente realizzare, come, ad esempio, la costruzione di nuovi istituti di reclusione e l’ assunzione di più agenti.

Salvini ha  il chiodo fisso del ponte sullo stretto, ma forse tredici o quindici miliardi per costruire nuove carceri sarebbero spesi meglio.

Aumentiamo le spese militari per difenderci dalle minacce belliche esterne, per altro ora solamente potenziali, ma poi siamo costantemente minacciati dall’ interno?

Sicuri da attacchi provenienti da oltre i patri confini, ma pieni di insicurezze e minacce in casa nostra: è magnifico!

Tolleranza zero: Rudolph Giuliani insegnò che quando il giuoco si fa duro, occorre essere altrettanto duri. E qualche obiettivo lo ottenne!

Chi e in disaccordo con il sottoscritto, sappia che a me  poco cale il suo disappunto, anzi mi sento persino rasserenato al  sapere che certuni paiono vedere il mondo con gli occhi velati di prosciutto.

Spero almeno sia un eccellente prosciutto di Parma.

Ivan Albano

 

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