La crisi degli Stati Uniti. Trump e Biden e il nulla
La crisi degli Stati Uniti
Trump e Biden e il nulla
Che gli Stati Uniti restino la maggiore potenza economica e militare del mondo è un dato oggettivo; , altrettanto oggettiva è la crisi interna ( sociale e anche istituzionale) che alligna nel Paese.
La grande democrazia americana, più declinata alla salvaguardia delle libertà individuali rispetto a quelle europee, maggiormente sensibili al sociale, pur con la crescente erosione del Welfare State cominciata anni fa, appare oggi in forte ambasce.
Salvo colpi dì scena, i prossimi candidati alle elezioni presidenziali saranno Donald Trump e Joe Biden, intenzionato a riproporsi dopo il primo mandato.
La scelta pare veramente da discount.
Da un lato abbiamo un uomo politico molto controverso, andato sotto processo e il cui passato è costellato da molte zone grigie; dall’ altra un Biden che ultimamente, probabilmente a causa dell’ età anagrafica, sempre più spesso è protagonista di gaffe assai gravi: l’ ultima, in ordine di tempo, è l’ avere “dato la parola a Putin” : peccato non di Putin si trattasse, bensì di Zekensky. Magari Biden e Putin riuscissero a parlarsi così vicini fisicamente…
Qualche gaffes , specialmente in chi è costantemente sotto osservazione, quasi fosse analizzato in ogni istante dalla lente di un entomologo, è pure fisiologica, ma quando questi scivolini divengono quasi una costante, sarebbe opportuno affrontare, e alcuni democratici cominciano a farlo, una seria analisi sulla opportunità di perseverare con la candidatura di Biden stesso.
È vero che alla Casa Bianca il presidente è una sorta di frontman che ha il compito dì esternare al popolo decisioni e strategie prese da staff e collaboratori vari, però un minimo di forma e di facciata andrebbero salvaguardare, almeno per dare un senso di credibilità.
Lo stesso Ronald Reagan dopo essersi ritirato affermò, con estremo candore, che spesso si appisolava durante le riunioni, e poi si assumeva il compito di fare il “portavoce” autorevole delle decisioni prese verso la nazione.
Scritto ciò, per una democrazia quale quella americana un gaffeur non è un biglietto di vista che le faccia onore.
Un gaffeur, quasi di professione e che tutti ricordiamo, fu Filippo di Edimburgo, ma il duca ebbe il merito dì camminare sempre un metro dietro la regina Elisabetta, e quindi le sue gaffes sono passate alla storia più per essere divertenti che imbarazzanti.
Ivan Albano
Foto: da sinistra Biden e Trump