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Legionari di Forum Vibii (Caburrum) La loro vita per portare la Civitas Romana in terre lontane

29/06/2024 12:27

I Legionari di...Forum Vibii (Caburrum) 

 

Sacrificarono la loro vita per portare la “Civitas Romana”

 in terre lontane.

 

 

La “Rocca di Cavour”, singolare ed isolata collina rocciosa che si erge al centro della pianura nel tratto di piemonte occidentale che si stende tra Pinerolo e Saluzzo ha avuto, nei millenni, una grande importanza strategica ed è stata un punto di notevole richiamo per le popolazioni locali.

Un luogo, la Rocca, immediatamente visibile da molto lontano, dunque un sicuro punto di riferimento per viandanti e viaggiatori, un punto di ritrovo per gli eserciti ed i condottieri, un punto di osservazione e di difesa sicuramente privilegiato nell’antichità.

Infatti,la Roccadi Cavour, fu sicuro luogo di insediamento di remote popolazioni quali i Liguri ed i Celti ed addirittura luogo di sosta e passaggio degli Etruschi (come testimonia il ritrovamento a pochi km. da Cavour di un manufatto con inciso un epitaffio con lettere dell’alfabeto etrusco) che nelle loro esplorazioni della pianura padana (all’epoca ricoperta da boschi quasi impenetrabili ed insalubri acquitrini e paludi) si spinsero, presumibilmente, fin nei suoi paraggi.

Anche Annibale ed il suo esercito potrebbero (anche se gli indizi raccolti non sono completamente esaustivi per dare per assolutamente certa la cosa) esser transitati e sostati nei pressi di Cavour (come sostengono alcuni dotti studi tra cui quello del prof. cavourese Giovanni Peyron e quello dell’inglese Sir Gavin de Beer (direttore del Museo di Storia Naturale di Londra).  

Dunque i primi “Cavouresi”, di epoca pre-romana, si erano insediati sulla Rocca e sulle sue pendici principalmente per motivi di osservazione, ricovero sicuro e difesa militare.

Ma, venendo ai Romani, quando si può ritenere che essi calpestarono la terra cavourese e soprattutto quando vi si insediarono stabilmente?

Come già detto la pianura intorno a Cavour era, all’epoca, paludosa, acquitrinosa ed i romani, quando si spostavano per le loro campagne militari, muovevamo migliaia di uomini (almeno 2/4 legioni pari a 10/20.000 uomini) e centinaia carriaggi per cui cercavano di evitare (salvo che per brevi esplorazioni) zone poco adatte alla marcia ed al combattimento di un intero esercito.

Ricordiamo che Roma alla morte di Giulio Cesare aveva 37 legioni distribuite su tutto l'Impero ed ogni legione annoverava mediamente 5000 fanti e 300 cavalieri ausiliari. La più famosa legione passata alla storia fu la Decima (X Legio Gemina) di Caio Giulio Cesare.

La legione era costituita da hastati, principes, triari, cavalieri e velites. Le armi da offesa erano generalmente il gladio (spada corta), l’hasta (lancia), il pilum (giavellotto). I velites (fanteria leggera) avevano solo archi con frecce, fionde e giavellotti. Per difesa una corazza (lorica segmentata, o hamata), l'elmo (di due tipi) ed uno scudo rettangolare leggermente ricurvo.

Tuttavia  ( come ci ricordano lo studioso cavourese Giovanni Peyron  nel libro – Cavouresi Legionari Romani - e lo scrittore Mauro Minola nel libro – I misteri del Piemonte sotterraneo-  ) , nell’anno  45/43  a.C. per ordine del proconsole della Gallia Cisalpina Caio Vibio Pansa, un contingente di legionari “ Stellatini”  (  popolazione di origine italo – etrusca proveniente dal Lazio settentrionale ) fu  inviato nella zona di Cavour per la fondazione del primo centro urbano romano nei pressi della Rocca. 

Caio Vibio Pansa, luogotenente di Giulio Cesare (citato dallo storico Svetonio nelle “Vite di dodici Cesari”), apparteneva alla “Gens Vibia” una antica e famosa famiglia nobile romana.

Nominato da Cesare governatore della Gallia Cisalpina fondò molte città popolandole con legionari congedati. È noto infatti che i romani erano soliti premiare i legionari a fine ferma con appezzamenti di terreno da coltivare su cui stabilirsi civilizzando così le terre conquistate.  

Forum Vibii chiamata anche Cabur / Caburrum (presumibilmente dal nome della popolazione locale i Caburriates) fu appunto una di queste città.

Infatti, dopo molte discussioni ed ipotesi varie, il ritrovamento di molti reperti archeologici e rilevamenti aerofotogrammetrici danno quasi per certa la collocazione di un importante “Forum”

(ovvero il mercato/centro commerciale di FORUM VIBII) nella zona pianeggiante collocata a sud della Rocca di Cavour mentre, sulla cima della stessa doveva esserci (ma questa è solo un’ipotesi probabile) un grande tempio dedicato a Giove o Marte (come una piccola “Acropoli”).      

Rimane il dubbio sulla collocazione della parte effettivamente abitativa di Caburrum che, secondo alcuni, si estendeva intorno al “Forum” mentre, secondo altri studiosi, si trovava proprio dove è l’attuale Cavour (ovvero a nord della Rocca).

Questa seconda ipotesi risolverebbe il “mistero” (ad oggi insoluto) della migrazione della città, nel primo medioevo, dalle pendici soleggiate della zona sud della Rocca alla più fredda zona nord.

Forum Vibii / Caburrum fu, oltretutto, “Municipium Romano” ovvero un centro di notevole importanza amministrativa, commerciale e ...militare.

Sicuramentela Gallia Cisalpinae Caburrum, più in particolare, furono terra di reclutamento di molti “legionari”.

Soldati che combatterono in tutte le regioni del vasto Impero sacrificando, spesso, le loro giovani vite per la gloria di Roma.

Testimonianza ne sia il ritrovamento (nel XVIII ° secolo) in Germania nei pressi del castello di Mainz (sulla riva destra del Reno) di due cippi funerari relativi a giovani legionari cavouresi

 (nativi di Forum Vibii) i fratelli Quinto e Secundus Mettius appartenenti alla

XIV ° Legione (detta Martia Victrix).       

Questa gloriosa Legione fu fondata da Cesare nel57 a.C. e, dopo molti spostamenti e vicissitudini guerresche, nel 14 d.C.  fu posizionata sulle rive del Reno nella città fortificata di Mogontiacum

(Magonza).  Prese quindi  parte alle campagne del generale romano Germanico contro le agguerrite tribù locali ( questo avveniva appena 5 anni dopo la terribile disfatta romana della foresta di Teutoburgo ( anno 9 d.C.) dove tre intere Legioni la XVII, la XVIII e la  XIX  oltre  a 6 Coorti di fanteria leggera e 3 Ali di Cavalleria ausiliaria  in tutto più  di  20.000 uomini al comando di Publio Quintilio Varo furono tratte, con l'inganno,  in una imboscata nella foresta di Teutoburgo dove  in tre giorni di cruenta battaglia vennero letteralmente massacrate dai  germanici comandati dal capo Arminio (  ex comandante ausiliario romano traditore ) . Dopo questa traumatica sconfitta più nessuna legione romana fu chiamata con quelle tre numerazioni.

Come ci racconta lo storico dell’epoca Velleio Patercolo” L’esercito romano fu sterminato fino all’ultimo uomo da un nemico che massacrò quei soldati come se fossero bestie, quanti furono catturati vennero crocifissi oppure arsi vivi o ancora immolati in sacrificio agli Dei “.

Famosa la frase di Augusto che disperato disse " Varo rendimi le mie Legioni!".

Quando il generale romano Germanico anni dopo la battaglia fece una ricognizione sui luoghi dello scontro vide uno spettacolo agghiacciante: centinaia di scheletri di legionari inchiodati a delle croci, montagne di teschi ammassati, ossa ovunque, armi abbandonate ...

Per vendicare l'onta di Teutoburgo i Romani iniziarono una lunga campagna militare di sei anni che finì nel 16 d.C. con la sconfitta di Arminio.

 

La data dei due cippi ritrovati (prima citati) non è certa ma viene normalmente collocata nel primo secolo di Cristo (il Peyron indica due possibili archi temporali, uno compreso tra 70 ed il 90 d.C. ed un secondo, più probabile, tra il 9° e il 43 d.C.  non riportando l’iscrizione della legione l’appellativo

 “Martia Victrix” attribuitagli successivamente da Nerone).  

Inoltre, del legionario Quinto Mettius sappiamo che aveva 30 anni, che era arruolato da sette e che furono i fratelli che ne onorarono la sepoltura.

Dunque, presumibilmente, i nostri valorosi ed antichi “concittadini” della XIV ° Legione perirono in combattimento nelle campagne militari intraprese da Germanico per cercare di vendicare la terribile carneficina di Teutoburgo che, per molti storici, segnò la fine dell'espansione romana oltre il Reno e ...l’inizio della fine dell’Impero Romano.

Il nome di un terzo legionario cavourese è invece riportato, con altri 29 nomi, su di una lapide

 (laterculo ossia un registro militare inciso su una lastra di marmo) ritrovata negli scavi di Roma.

La sua datazione più probabile è il 179 d.C.  Si tratta del Pretoriano Marcus Ferrax Saturnino della tribù Stellatina, nato a Forum Vibii (Cavour).

Il Peyron, nel suo dettagliato studio, sostiene che il legionario fosse un “librator” (come spiega Tacito), ovvero un militare combattente con la “librilia”, strumento/macchina da guerra con cui venivano scagliate pietre sul nemico.    

Una quarta ed ultima stele fu ritrovata tra l’anno 1890 e l’anno1891 inAfrica nei pressi di Haidra

 (antica Ammaedara) sulla strada tra l’antica Cartagine e Tebessa.

Questa lapide riporta l’epitaffio di un legionario romano “Quintus Domitius Fuscinus” nato a Forum Vibii (Cavour) della tribù Stellatina, appartenente alla XV° Coorte (10 Coorti di 600 uomini ciascuna formavano una legione) con sette anni di servizio alla data del decesso.

Non si conosce la datazione della lapide, ma il Peyron la colloca nei primi anni del secondo secolo d.C.

Ed oggi, grazie agli studi del Peyron ed a queste polverose steli funerarie, antiche pietre parlanti, su cui sono passati oltre 2000 anni di storia possiamo, con grande rispetto, ricordare ed onorare ad imperitura memoria, tutti i legionari cavouresi che sacrificarono le loro giovani vite in nome della “Civitas Romana”.           

           

 

                                                                                                          Dario Poggio

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