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Perché il generale Vannacci fa tanto discutere e richiama consensi

08/05/2024 6:00

Perché il generale Vannacci fa  tanto discutere e richiama consensi.

Forse manca più che mai quel centro di gravità che già cercava Battiato ?

Pur non nutrendo grande simpatia per il generale Vannacci, debbo prendere atto che il suo primo libro “ Il mondo al contrario” è diventato in pochi mesi uno dei più richiesti e l’ autore il personaggio del momento.

Il successo nelle vendite del libro e il tanto clamore sollevatosi intorno a questo ufficiale di altissimo grado significheranno  qualcosa di più profondo di un semplice fenomeno mediatico?

La mia sensazione è  che stia emergendo in modo carsico, ma nemmeno troppo, un senso di smarrimento da parte di molti Italiani verso un modello di società che, per la prima volta nella storia,  non è ricalcato su schemi  precedenti, come da sempre accadeva.

E questo nuovo modello sociale, purtroppo, non ha ancora saputo trovare un equilibrio fra i vecchi valori smantellati e i nuovi in fase di faticosa costruzione.

In sostanza, ad avere posto il generale Vannacci sotto i riflettori della ribalta sino a farne un personaggio capace di riscuotere non pochi consensi, è proprio questo originale modello socio - culturale che ha saputo decostruire in tempi brevissimi tutti quei punti di riferimento valoriali che per lunghissimi tempi avevano stabilito le coordinate entro quasi tutti agivano.

L’ ascesa in tempi rapidi e così dirompente di movimenti culturali che propugnano, e forse anche a ragione ( ammetto la mia insipienza su questioni così complesse anche per gli stessi  specialisti) il diritto di ogni individuo di attribuirsi il genere sessuale in base al proprio percepire se stesso e non in base alla propria biologia, il volere riconoscere  un fluid gender etc ha inevitabilmente rappresentato una sorta di tsunami culturale che ha travolto, d ‘un tratto,  certezze radicate da secoli.

Anche il tema della inclusione ad ogni costo  è un argomento del quale tutti ci riteniamo  fautori (ci mancherebbe), tuttavia  esiste  una realtà concreta nella quale non è sempre facile calare gli ideali più nobili, e questo conduce talvolta a considerazioni più caute e meno ottimistiche. Parimenti dicasi dell’ integrazione multietnica: facile a dirsi, molto difficile da attuare nel vissuto quotidiano.

 L’ imporsi di nuovi modi di concepire la famiglia, quali le famiglie allargate, la monogenitorialità o la omogenitorialità, ha fatto crollare una certezza che si riteneva data una volta per tutte: la famiglia tradizionale come il solo nucleo fondante la società.

E che dire dell’ avanzare, anche se per ora molto timidamente, ma progressivo, dell’ uso della lettera  “schwa”, al fine di emendare il nostro idioma dal sessismo di cui è grammaticamente portatore?

Da più parti, infatti, si comincia a bandire l ‘ uso dei sostantivi maschili quando questi si rivolgano sia agli uomini sia alle donne.  “Un buongiorno a tutti” dovrebbe essere sostituito da un “buongiorno a tuttə”, ove al posto della vocale sarebbe auspicabile inserire appunto la “schwa”(ə), sulla cui pronuncia si improvvisano ancora vari gorgheggi,  avendo il nostro idioma soltanto i fonemi che già conosciamo.

L’ elenco potrebbe proseguire  con il movimento della “cancel culture”, ormai dilagante in America del Nord, sebbene qui ancora poco diffuso, secondo cui la Storia va riscritta secondo il politicamente corretto. Abbiamo assistito a produzioni cinematografiche in cui qualche reale inglese era di colore; prossimamente assisteremo a film in cui nella Carolina del Sud gli schiavi saranno bianchi e gli schiavisti neri?

E ne consegue che si dovranno anche ritoccare i testi della letteratura classica per adattarli al nuovo sentire? Già immagino il shakespeariano commerciante veneziano ebreo Shylock che verrà trasformato in un commerciante apolide e ateo, onde non mancare di rispetto ai Veneziani e alla religione ebraica.

Gli esempi sarebbero innumerevoli, ma tediare il lettore è sempre un  grave crimine.

Questo mondo, che Vannacci definisce al contrario, sembra in effetti avere perso ogni “centro di gravità”, giacché  tutto è messo in perenne discussione e problematizzato.

Mettere in discussione i nostri convincimenti è sempre sintomo di una mente critica, ma è pur vero che troppe trasformazioni sociali e culturali in così pochi anni  non possono che suscitare disorientamento e difficoltà di adattamento, soprattutto in coloro che hanno trascorso  gran parte della propria esistenza avendo altri riferimenti.

Il mondo sta correndo troppo velocemente e per molti adattarsi così repentinamente è tutt’altro che  facile.

Ecco che il mondo pare al contrario e non pochi vorrebbero riportarlo allo stato in cui era non tanto tempo fa.

Ivan Albano

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