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Omicidio in famiglia durante un esorcismo con rito islamico:. Tre fermi eseguiti dai Carabinieri

23/03/2024 15:54
 
I Carabinieri della Compagnia di Ivrea, coordinati dalla locale Procura della Repubblica eporediese, 
hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto tre persone di origine nordafricana, ritenute 
responsabili di aver provocato la morte di un loro prossimo congiunto a seguito di un esorcismo 
effettuato con rito islamico.
La sera del 10 febbraio scorso, i Carabinieri della Stazione di Cuorgnè (TO) sono intervenuti in una 
abitazione del comune canavesano a seguito del decesso di un quarantatreenne per sospetta 
overdose. Le prime verifiche svolte dai militari della Stazione Carabinieri hanno permesso di 
accertare che nel mese precedente l’uomo era stato sottoposto ad almeno due sedute di esorcismo 
con rito islamico, poiché ritenuto dai propri congiunti posseduto dai demoni. Inoltre, gli stessi 
accertamenti hanno confutato le dichiarazioni iniziali rese dai sospettati, che hanno cercato di sviare 
le indagini. L’esito dell’autopsia ha poi stabilito la causa del decesso del malcapitato ossia per 
soffocamento.
I successivi approfondimenti, eseguiti con il supporto del Nucleo Operativo della Compagnia 
Carabinieri di Ivrea (TO), hanno fatto chiarezza sui retroscena che hanno coinvolto l’ex coniuge, il 
fratello e lo zio della vittima. Quest’ultimo, figura di riferimento della comunità islamica, avrebbe 
guidato i rituali, che in almeno in un’occasione avrebbero condotto il malcapitato a dover far ricorso 
a cure ospedaliere per le lesioni subite. Invece, quella sera nell’abitazione di Salassa (TO), alla 
presenza degli indagati, il rito di esorcismo non ha portato all’effetto desiderato ma bensì alla morte 
dell’uomo.
Nella mattinata odierna, a seguito di convalida dei fermi di indiziato di delitto, è stata applicata la
misura del carcere per due di loro, mentre per la donna la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, vige pertanto 
la presunzione di non colpevolezza degli indagati sino alla sentenza definitiva.

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