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Intervista ad Andrea Vavassori.Una stagione da incorniciare. Obiettivi futuri tra cui le ATP Finals

04/02/2024 10:12

 

Tennis

A tu per tu con Andrea Vavassori. 

Una stagione  da incorniciare e gli obiettivi futuri, tra cui le ATP Finals.

Presenti anche  le telecamere del Tg 3 regionale.



Ieri, presso il Club Tennis Pinerolo, ho incontrato Andrea Vavassori in occasione di un pomeriggio festevole che il tennista pinerolese, reduce dalla finale nel doppio maschile ai recenti Australian Open, ha trascorso con gli allievi della “Tennis Academy” del circolo di P.zza Matteotti, presenti il presidente del circolo Lanfranco Vittone e Davide Vavassori, maestro della scuola medesima, nonché coach di Andrea. 

L’ evento è stato anche ripreso  delle telecamere del Tg 3 regionale, con probabile messa in onda nella giornata di domani.

Non potevano che essere calorosi i festeggiamenti ricevuti da parte dei tanti allievi e dei giovanissimi tifosi, con tanto di palline da tennis autografate per loro da Andrea, che si è concesso a tutti ( domande, selfie, battute spiritose)  con la squisita affabilità che da sempre lo contraddistingue.

Quando è nato questo sodalizio sportivo con Simone Bolelli?

“Ho cominciato a giocare il doppio con Simone a metà dello scorso anno, raggiungendo due finali: ad Halle in Germania e ad Umago in Croazia. È  stato un periodo di rodaggio molto importante che ci ha consentito di conoscerci bene sia sul campo sia fuori. L’ obiettivo prefissato era di giocare insieme tutto l’ anno”.

Anche nei momenti in cui Simone è stato assente hai, comunque, colto ottimi risultati.

“Vero. Nel frattempo ho anche ottenuto il successo in due tornei in coppia con Andrea Pellegrino e Marco Bortolotti”.

Quando gli impegni te lo consentono, non è raro vederti qui a Pinerolo ad allenarti.

 “A metà dicembre dello scorso anno, proprio qui a Pinerolo, ho praticato due settimane di allenamento con mio padre Davide e con mio fratello Matteo; poi il 26 dicembre sono partito per l’Australia e a Canberra ho disputato un torneo preparatorio per acclimatarmi, ottenendo tre vittorie in singolare”.

E poi Melbourne, con gli Australian Open. 

“A Melbourne ho superato tre turni di qualificazione in singolare. Nel frattempo mi ha raggiunto Simone e con lui ha avuto inizio questa lunga avventura in doppio che si è conclusa con la conquista della finale”.

Un percorso che è stato per chi conosce il vostro valore sicuramente esaltante, ma non inaspettato.

“Sapevamo di detenere le carte in regola per arrivare sino in fondo. Abbiamo faticato più del previsto nel primo turno, quando Simone ed io abbiamo rischiato di essere estromessi da Arneodo e Weissborn, anche se alla fine l’abbiamo spuntata al terzo set. Da quel momento è stato un crescendo continuo, riuscendo a superare coppie che avevano già trionfato in tornei dello Slam”.

Che cosa pensi vi sia mancato nella finale? 

 “Abbiamo perso la finale 76 75 contro l’ australiano Ebden, che ritengo sia attualmente il migliore doppista al mondo sul cemento, e contro l’ indiano Bopanna, che possiede una pesante esperienza nella specialità. Quello che è mancato sono stati alcuni dettagli nei momenti topici del match, vale a dire quelle situazioni in cui un nulla può fare la differenza. Sul 5 pari abbiamo avuto un’ importante palla break che poteva dare alla finale un epilogo differente “.

In ogni caso una finale agli Australian Open rappresenta un prestigio enorme.

“Siamo la terza coppia italiana ad avere raggiunto la finale a Melbourne, entrando di fatto nella Storia del tennis italiano. Le altre coppie furono Pietrangeli e Sirola e Bolelli Fognini che vinsero nel 2015. Inoltre questo risultato agli Australian Open ci accredita quei punti in più che ci permettono di pianificare al meglio la stagione che verrà. Per altro, puntiamo a qualificarci per il doppio nelle prossime ATP Finals”.

Quali i prossimi impegni? 

“Già martedì volerò a Buenos Aires, poi giocherò a Rio de Janeiro:  qualificazioni nel singolare e doppio con Simone. Dopo sarò a Santiago del Cile, e qui il mio compagno di doppio sarà Pellegrino. Successivamente raggiungerò gli Stati Uniti. Là giocherò nuovamente in coppia con Simone a Indian Wells e a Miami. Nella mia agenda non mancheranno i tornei sulla  terra di Marrakech, Montecarlo, Roma, Barcellona e, ovviamente, del Roland Garros di  Parigi”.

E dopo la terra, superficie sulla quale sei nato tennisticamente, anche se il tuo pezzo forte è il serve and volley, preparerai la stagione sull’erba? 

“Esattamente. Giocherò ad Halle in Germania e mi avvicinerò così al prestigioso appuntamento di Wimbledon. Ad agosto poi arriverà il cemento newyorchese degli U.S. Open di Flushing Meadow”.

La sensazione maggiore che hai percepito nell’ essere ricevuto, pochi giorni fa, dal Presidente della Repubblica al Quirinale? 

 “Ovviamente ho provato un sentimento di grande onore che soltanto un tale incontro può indurre, ma, oltre a ciò, mi ha colpito profondamente quanto il  Presidente Mattarella si sia  dimostrato veramente un forte appassionato di tennis. La sua grande passione era davvero percepibile”.

Ora per te e Simone è ragionevole ritenere si spalanchino le porte della Coppa Davis quale coppia del doppio su cui puntare. 

“Credo esistano concrete possibilità che Simone ed io si possa dare un contributo importante alla nazionale. Purtroppo nella precedente convocazione a Bologna uno strappo addominale mi ha impedito di scendere in campo”.

È un momento incredibile per il tennis italiano: siete una generazione  di tanti talenti come da anni non se ne vedeva. 

“Concordo. Oggi il tennis italiano annovera un gruppo di grandi giocatori, ma vorrei ricordare anche altri giocatori più giovani che si stanno facendo strada con merito. Mi piace sottolineare che siamo un gruppo affiatato in cui regna l’ amicizia.  Sinner  è un grande campione e un notevole professionista, ma è anche un ragazzo simpaticissimo che ha saputo restare semplice. Ci si sostiene tutti a vicenda e i messaggini di incoraggiamento circolano sempre sui nostri telefonini, anche quando siamo lontani “.

Come è mutato il tennista moderno rispetto a quello di un tempo? 

“ Oggigiorno per essere al top il solo talento non è più sufficiente: occorre prestare la massima attenzione verso ogni singolo dettaglio: dall’ allenamento tecnico tattico alla preparazione atletica, dalla corretta alimentazione all’ aspetto mentale”.

Un ruolo importante lo ricopre tuo padre Davide, che è anche il tuo coach.

 “Negli ultimi due anni mio padre ha avuto la possibilità di seguirmi con più assiduità e anche in Australia era presente. Il rapporto si è fatto di anno in anno sempre più proficuo. Poi sono anche supportato, all’ occorrenza, dai coach Davide Della Tommasina e Federico Drago”.

So che la tua è una famiglia molto unita. Anche questo è un elemento importante per chi svolge la tua professione?

 “Oltre a mio padre Davide e a mio fratello Matteo, col quale mi alleno quando sono a Pinerolo, debbo ringraziare mia madre Dorina e mia sorella Sara, perché mi fanno giungere il loro affetto e il loro sostegno sempre e ovunque mi trovi”.

Dopo anni di professionismo, ormai conoscerai ogni angolo del pianeta. Quali sono i luoghi che più ti hanno impressionato?

 “ A dire il vero, mi manca il Sudest asiatico…  Fra i molteplici luoghi affascinanti che ho avuto l’opportunità di conoscere, ho apprezzato moltissimo l’Australia e la California sia sotto il profilo turistico sia per la qualità della vita. Premesso ciò, il momento più emozionante coincide sempre con il ritorno in Italia, che per me resta sempre il posto più bello al mondo “.

Lunedì prossimo Andrea verrà festeggiato dai suoi numerosi tifosi pinerolesi a Roletto, nella suggestiva cornice della “Tenuta Suffolk”, dopodiché  martedì sarà di nuovo “on the road “, con destinazione Buenos Aires. Una cosa è certa: al tennis italiano saprà regalare ancora molte emozioni.

 

Ivan Albano

 

A sinistra Andrea Vavassori e a destra il padre Davide nel corso della giornata di sabato 

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