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Libro. La Chirurgia in Piemonte. Storia di una Scienza e di una Regione

29/09/2023 7:50

Mario Nano pubblica per le edizioni Minerva Medica “La Chirurgia in Piemonte. Storia di una Scienza e di una Regione con uno sguardo all’Italia e al Mondo”. La copertina dedicata alla Mole di Torino illuminata e uno sguardo alla pagina dedicata alle fonti iconografiche testimonia la passione del Professore di Chirurgia Generale per la storia di Torino e del Piemonte. In nota o fra le righe del corposo testo si può ricostruire un inedito intreccio tra storia delle scienze mediche e storia locale. Uno sguardo all’insù in corso Bramante 83 di fronte all’Ospedale delle Molinette, per esempio, permette di scoprire «uno dei rari esempi di stile architettonico norvegese a Torino», la sede della Casa editrice sopra citata insieme con la residenza privata dei proprietari (architetti Gino Becker e Augusto Romano, 1949).

Sempre a proposito di fonti iconografiche, è preziosa la rassegna di opere di medicina di proprietà dell’Autore. Attraverso i frontespizi pubblicati nel testo si può scorrere la storia della Chirurgia piemontese. “Osservazione di due lucertole acquatiche o salamandre” (Casimiro Anino, 1762) è stata scritta da chi diventerà dal 1779 Chirurgo di Sua Maestà; “Medicina operativa. Lezioni” (Girolamo Mo, 1884-5), rappresenta un pregevole trattato ad uso degli studenti redatto da chi riveste il ruolo di Presidente dell’Ordine dei medici dal 1900 al 1913. A Ottorino Uffreduzzi, autore del “Trattato di Patologia chirurgica” viene assegnato il premio “Lerda”, concesso ai migliori Docenti di Chirurgia dell’Università di Torino.

Guido Giustetto, attuale Presidente dell’OMCeO (Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino) firma la Presentazione del testo. Sottolinea quanto rappresenti «un importante strumento di stimolo a ulteriori ricerche in ambiti ancora poco studiati». La tripartizione “Dall’anno Mille alla fine del Seicento”, “Il Settecento”, “L’Ottocento e il primo Novecento” consente di concentrarsi sull’evoluzione della Chirurgia.

Nel primo capitolo si può raccogliere uno spunto dal profilo di Giovanni da Vigo, archiatra di Papa Giulio II della Rovere, pagato otto ducati al mese. Il suo volume “Practica compendiosa” (1517) in cui raccoglie l’esperienza personale e dei chirurghi arabi conta quaranta edizioni, viene tradotta in francese, italiano (dal latino), spagnolo, tedesco, inglese. Vi descrive le ferite da arma da fuoco, è stato il primo a riconoscere che non fossero avvelenate. Il nome deriva dal Marchese Ludovico di Saluzzo a lui affezionato; quando gli chiedeva “Da (di) chi sei tu?”, il futuro chirurgo diceva “Da Vigo” non riuscendo da bambino a pronunciare correttamente il nome di Ludovico. Questo aneddoto è tratto dalla più importante storia della Medicina piemontese di Michele Vincenzo Giacinto Malacarne (1744-1816; ricorre nel testo anche il frontespizio di quest’opera):”Delle opere dei medici e dei cerusici che nacquero e fiorirono prima del secolo XVI negli stati della Real Casa di Savoia” (1786). Anche Malacarne è originario di Saluzzo come Davigo. Vittorio Amedeo III lo nomina Chirurgo della sanità militare e delle carceri. E’ annoverato fra gli autori che più hanno contribuito alla fisiologia del sistema nervoso.

Dal terzo capitolo si può scorrere la storia di Scipione Riva Rocci che, a completamento delle sue ricerche sulla misurazione della pressione arteriosa, presenta a Torino il celebre sfigmomanometro, usato in tutto il mondo che permette la scoperta di una nuova malattia, l’ipertensione. 

L’Autore riporta con dovizia di particolari la storia della fondazione degli ospedali di Torino. Casimiro Sperino fonda l’Ospedale in via Juvarra, su disegno di Angelo Marchini, inaugurato il 15 maggio 1845 con il nome di “Casa di sanità per i malati di occhi”. Addentrandosi in campo medico, si scoprono le origini di alcune metodologie di cura. Lady Mary Workley Montagu, moglie dell’Ambasciatore inglese a Costantinopoli, sperimenta con successo e diventa paladina della variolizzazione (introdurre nell’organismo dei virus indeboliti che stimolano la risposta immunitaria). Francesco Giuseppe Gandini propone a Vittorio Amedeo III una “vaccinazione ante litteram”, prelevare materiale organico dalle lesioni di malati di vaiolo e inocularlo ai pazienti sani. Nel 1870, il medico inglese Sir Thomas Clifford Albett (1836-1926) dà al termometro la forma e le dimensioni attuali, rendendolo indispensabile per la pratica clinica. Nel Settecento esisteva già ma richiedeva venti, venticinque minuti di contatto col corpo. Giacinto Pacchiotti fa aprire il primo Ufficio comunale di Igiene al mondo il 26 ottobre 1865 e organizza a Torino il Terzo Congresso Internazionale di Igiene dopo Bruxelles e Parigi. Torino era il punto di riferimento per i protagonisti del Positivismo scientifico e internazionale.

Le 34 foto con cui si conclude la trattazione di Maro Nano documentano altrettanti Maestri che hanno dato lustro all’Ospedale Maggiore di Torino. Conclude con le parole con cui Giacinto Pacchiotti termina il discorso inaugurale dell’anno accademico 1875-6 all’Università di Torino: “Il Piemonte, che nel culto delle Scienze e delle Lettere non fu inferiore a qualsivoglia Provincia Sorella… rivendichi la sua gloria e concorra ciascuno al proprio contributo, affinché in un impeto di orgoglio patrio possa dire a se stesso: questa è gloria nostra, questa è gloria di tutti gli italiani”.

A pag. 320 possiamo vedere l’immagine di Achille Mario Dogliotti e Angelo Emilio Paletto tra gli Undici della squadra di calcio dei chirurghi delle Molinette. Viene raffigurato (quarto da sinistra) anche nella foto in occasione del novantaduesimo compleanno circondato da allievi ordinari di Chirurgia. A lui, chirurgo di raffinata tecnica operatoria, grande onestà scientifica, vasta cultura, Mario Nano dedica il frutto delle sue fatiche.

Un’ultima nota locale, Carlo Camusso (1811-1891), primo medico a dedicarsi all’Odontoiatria esclusivamente e Chirurgo odontologico della Real Persona, è nativo di Pinerolo.

Piergiacomo Oderda

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