Salari diminuiti, qualità dei servizi è peggiorata e le diseguaglianze sociali sono aumentate
30/07/2023 5:13
C'è da preoccuparci? Eccome se c'è da preoccuparci, come potrebbe essere altrimenti di una politica che non si occupa di fare crescere il Paese.
Al di là della solita insopportabile retorica del tutto va bene, il Pil cresce più dei nostri vicini, i conti sono in ordine e l'occupazione cresce ecc. ecc.
E allora perché in questi trentanni i salari sono diminuiti a differenza di tutti gli altri paesi occidentali, la qualità dei servizi è peggiorata e le diseguaglianze sociali sono aumentate? Questo perché la politica si guarda bene dall'affrontare i veri nodi che rischiano di avviare il Paese sul sentiero di una lenta, irreversibile e definitiva caduta. D'altra parte la politica ha come orizzonte la prossima tornata elettorale. Naturalmente nessuna forza politica né è immune e sfugge a questa regola. Anche l'attuale maggioranza, cui gli elettori hanno accordato la fiducia e nutrivano molte speranze sembra sfuggire...
Anzi, l'impressione sembra quella di una involuzione che non può non preoccupare. Il mandato degli elettori e come la nostra costituzione afferma è chiaro ed è quello di governare il Paese non di comandare, purtroppo però i fatti sembrano propendere per la seconda. Maggioranza e governo praticano uno spoil sistem virulento anche ricorrendo in taluni casi alla destituzione dei vertici o commissariamento di enti vari, come con l'INPS che di fatto non è un ente statale ma bensi degli italiani. Beninteso anche altre forze politiche in passato lo hanno praticato, sebbene non in stile epurazione, almeno non in forma militare come sta avvenendo con la RAI che è un servizio pubblico e massima istituzione culturale del Paese, per il quale peraltto viene anche pagato il canone. Il nuovo corso non tollera la critica, la satira, le opinioni diverse, abolisce per legge il controllo preventivo della Corte dei Conti, querela, ammonisce, buon ultimo il ragioniere dello stato additato di lesa maestà reo di avere messo il Governo di fronte a scelte pericolose per i conti pubblici.
Giusto da parte delle opposizioni chiedere il salario minimo, considerato le sacche di lavoro sottopagato in particolare nei settore dei servizi e turistici. Tuttavia presenta alcuni rischi, considerato la endemica debolezza delle piccole e micro imprese che potrebbero essere spinte fuori mercato, con il rischio di disoccupazione o ulteriore lavoro nero, così come per i servizi alla persone non autosufficienti . Lavoro che dopo la riforma Biagi prima e del jobs act dopo ha visto proliferare a dismisura ogni forma di contratti che hanno reso l'occupazione sempre più precario e mal retribuito abbassando di fatto i salari. La politica come alcune associazioni datoriali dovrebbero abbandonare la fastidiosa retorica che i salari non si possono aumentare poiché la produttività non aumenta. Proprio questa dovrebbe essere la mission della politica, elaborare una seria politica industriale che rafforzi la nostra economia, che favorisca l'aggregazione di piccole e medie imprese anche con incentivi mettendole in condizione di competere sui mercati, ponendo financo le basi per una crescita della torta da distribuire. Qualunque politica industriale è destinata al fallimento se non guarda ai prossimi 20 o 30 anni. Impegno massimo nel mettere a terra le opere finanziate con i fondi del Pnrr, anche quelle riguardanti la tutela del nostro fragile patrimonio ambientale. Fare le riforme che servono al paese, aprire a una vera concorrenza, eliminando le sacche dei privilegi di alcune categorie economiche. In realtà il governo guarda altrove, si occupa di improbabili rave party, di una riforma della giustizia che non affronta i veri problemi, potenziando gli organici, informatizzando adeguatamente gli uffici, abolendo gli inutili orpelli che ne appesantiscono le procedure, ma sembra più preoccupata di tutelare i colletti bianchi che i cittadini comuni. Qual è il modello di Paese che ha in mente il governo in carica? Spero che non sia quello che sottofinanzia il nostro SSN magari a favore del privato, che in qualche modo taglia i fondi all'istruzione costringendo i nostri migliori cervelli a cercare più vantaggiose opportunità di lavoro in altri paesi, non prima però di avere provveduto alla loro formazione a carico dei contribuenti italiani. Non riforma la Pubblica Amministrazione che più che essere di aiuto al cittadino gli complica la vita. Non ha in mente una politica di redistribuzione, magari con l'utilizzo in parte dei colossali profitti accumulati dalle nostre aziende e banche a favore dei lavoratori dipendenti e pensionati i cui redditi sono falcidiati dall'inflazione, categorie più in sofferenza non potendo a loro volta scaricarli sull'aumento dei prezzi. C'è però chi può dormire sonni tranquilli e sono gli evasori fiscali, qui le forze politiche al governo sono strenuamente impegnate a varare condoni, sanatorie varie, depenalizzazione dei reati fiscali, abolizione di more e sopratasse, di accorciare i tempi di accertamento da parte dell'agenzia delle entrate e financo il ricorso del fisco qualora il contribuente risulti vincitore nel primo grado di giudizio. Ovviamente si ritiene che l'evasione sia un reato minore che non desta allarme sociale, a differenza di tutti gli altri. La narrazione, per chi ci crede è che aumenterebbe l'introito e la fedeltà del contribuente accordandosi con il fisco sulla cifra da versare all'erario. Pratica peraltro come è noto non prevista per i percettori di reddito fisso e pensionati con ritenuta alla fonte. E' bene ricordare che l'evasione fiscale e contributiva in Italia è stimata in 100 mld. all'anno fonte Mes. Cosi non va, di questo passo il Paese è destinato ad una decrescita felice, non oso pensare cosa sarà di questo paese fra 20 o 30 anni, per fortuna non avrò modo di vederlo.
Il punto i
mmagine di repertorio.