Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Colle dell’ Assietta: "Festa del Piemonte" si festeggerà per la prima volta in forma istituzionale

10/07/2023 12:43

"Istituzionalizzata la Festa del Piemonte". 19 luglio 1747 - Battaglia dell'Assietta. Una delle più gloriose pagine della nostra storia!

di Dario Poggio
Mercoledì 19 luglio 2023 al Colle dell’ Assietta  ( 2500 mt. s.l.m. ) si festeggerà per la prima volta in forma  istituzionale  la" Festa del Piemonte".
La Regione Piemonte ha infatti scelto la data del 19 luglio in memoria e per commemorare la storica battaglia del 19 luglio del 1747 quando i soldati piemontesi sconfissero le truppe francesi che volevano invadere la val Chisone e la val di Susa..
Certamente, tra gli avvenimenti che precorsero il nostro Risorgimento e per l’importanza che rivestì nelle vicende del piccolo Stato Sabaudo e delle nostre vallate pinerolesi, una delle più gloriose pagine di storia.

Il contesto storico ed il resoconto della battaglia :   

Ai primi di luglio del 1747 nel periodo che possiamo considerare l’ultima fase della guerra di 
" Secessione d’Austria",  Carlo Emanuele III° , secondo re di Sardegna ( succeduto al grande Vittorio Amedeo II° ), aveva all’epoca 46 anni ed era d’aspetto non molto piacevole, infatti aveva un accenno di  gozzo, era piccolo di statura, con spalle curve ed assai cagionevole di salute, tuttavia fin da quando prese le redini del piccolo stato Sabaudo dimostrò doti imprevedibili d’audacia e d’intelligenza tanto che tutti i regnanti d’Europa ne furono sbalorditi ed ammirati.
In questa guerra il piccolo regno piemontese (disgustato dagli ultimi tradimenti francesi)  si era alleato a Maria Teresa d’Austria con il famoso "Trattato Provvisionale"contro Carlo VII   ( l’Elettore di Baviera che aspirava al trono d’Austria), la Francia e la Spagna.
Il "Trattato Provvisionale", capolavoro d’astuzia  politica del primo ministro sabaudo marchese d’Ormea, consentiva al Piemonte di rompere l’alleanza con l’Austria in qualsiasi istante con il solo obbligo di darne avviso due mesi prima all’alleato.
Dopo gli iniziali favorevoli sviluppi della guerra la situazione bellica era divenuta però assai critica per il Piemonte.
Infatti tre eserciti nemici stavano contemporaneamente premendo sul piccolo regno: il generale spagnolo Las Minas occupava con numerose truppe la Savoia, il Maresciallo francese conte di
Bellisle avanzava lungo la costa ligure con l’intento di liberare Genova dall’assedio Austriaco e il cavaliere di Bellisle (fratello del Maresciallo) alla testa di cinquanta battaglioni, venti squadroni di cavalleria e trenta pezzi d’artiglieria si attestava a Mont Dauphin nel Delfinato,.
Era questa una posizione strategica defilata  che lasciava il dubbio su quale vallata ( Chisone, Pellice,Varaita, Maira o Stura ) sarebbe stata scelta come  principale direttrice dell’attacco francese per piombare sul Piemonte e su Torino.
Le valli piemontesi erano difese all’epoca da imprendibili fortificazioni (su tutti  i forti di Exilles e Fenestrelle) ma la zona dorsale tra la valle Chisone e quella della Dora era sguarnita di fortezze.
Carlo Emanuele III° pensò quindi di fortificare il contrafforte dell’Assietta in quanto tale località si prestava particolarmente ad essere difesa qualunque fosse la direttrice d’attacco nemica.  
Il Re affidò l’organizzazione delle difese al conte Cacherano di Bricherasio che immediatamente iniziò a predisporre un rapido sistema di fortificazioni costruite con muri a secco, terrapieni e piazzole d’artiglieria leggera incentrato sul colle dell’Assietta e protetto sul fronte da un bastione avanzato detto la "Testa dell’Assietta" e sul fianco da un secondo bastione detto del "Gran Serin".
Il tempo stringeva poiché l’attacco francese si riteneva pressoché imminente.
Intanto, il 14 luglio 1747 giunse a Torino, con gran clamore,  la notizia che quarantamila uomini comandati dal cavaliere di Bellisle si erano mossi da Mont Dauphin verso Briancon per attaccare il Piemonte .
La mattina del 19 luglio il generale francese avendo avuto notizia, dai suoi informatori, che i piemontesi erano attestati sulla dorsale dell’Assietta e non osando attaccare il munitissimo forte di Fenestrelle si decise per un attacco diretto alle posizioni piemontesi nei punti che  riteneva più vulnerabili.
Tre colonne francesi ( trentadue battaglioni con tredici pezzi d’artiglieria , in tutto quasi 40.000 uomini)  iniziarono l’offensiva.
Una prima colonna, a destra,  comandata dal generale Villemur puntò sulle difese del Gran Serin, una seconda, al centro,  comandata direttamente dal cavaliere di Bellisle puntò sul bastione "Testa dell’Assietta"  ed una terza colonna, più a sinistra, guidata dal generale De Mailly , aveva  compiti di supporto e di aggiramento.
Ad attendere l’attacco francese vi erano 13 battaglioni  piemontesi  ( tra le cui file le milizie dei paesi della provincia di Pinerolo e molti valdesi )  e 4 battaglioni  di soldati austriaci ( comandati dall'italiano Colloredo )  dislocati sulle varie fortificazioni difensive;  in tutto 7400 uomini.
La  tenaglia bastionata detta "Testa dell’Assietta", punto nevralgico della difesa piemontese,  era presidiata dal reggimento dei "Granatieri della Guardia"  comandata dal giovane Ten. Col. Paolo Federico di San Sebastiano.
Terribile fu lo scontro, alterne le fasi della battaglia che durò l’intera giornata, tutti i soldati piemontesi si batterono da eroi ma in particolare alla Testa dell’Assietta  i Granatieri della Guardia del conte di San Sebastiano si coprirono di gloria ( famosa la frase pronunciata dal giovane conte di San Sebastiano che per ben tre volte  rifiutò l'ordine di ritirarsi impartitogli dal  comandante in capo Cacherano di  Bricherasio : "Noiàutri da sì bogioma nen"  da cui nacque il noto detto sui piemontesi chiamati : "I bogia nen" ). 
Anche al Gran Serin lo scontro fu violentissimo e le milizie valdesi ed i volontari di Pragelato  dettero prova di grandissimo valore.
Il generale francese  cavaliere di Bellisle , ripetutamente colpito, morì da eroe innalzando la propria Bandiera  ed i francesi, caduto il loro comandante, sbandarono e  ripiegarono disordinatamente.
Le perdite francesi furono disastrose ( cinquemilatrecento soldati, quattrocentotrenta ufficiali tra cui due generali, cinque  brigadieri e nove colonnelli ).
Si diceva che tutte le  famiglie nobili francesi ( e non solo,… ovviamente )  fossero colpite da gravi  lutti.
Le perdite piemontesi furono invece contenute ed assommarono in tutto a 219 uomini tra soldati ed ufficiali.
In ogni caso, questo epico scontro chiamato anche “ La battaglia del Piemonte”cambiò le sorti della storia della nostra regione e dell’Italia e fu una delle più gloriose pagine di valore scritte dai soldati del nostro Piemonte.
                                            Dario Poggio 

Commenti