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Cenni di storia. " Il buio oltre la porta" Demoni, alchimisti, briganti, maghi e streghe

27/06/2023 12:36

 

Il medioevo è un lungo periodo della storia, un’età durata oltre mille anni, considerata da molti un periodo buio, oscuro, un periodo di grandi diseguaglianze sociali dove l’ignoranza la faceva da padrone alimentando paure, superstizioni, eresie, sette sataniche. Periodicamente si scatenavano carestie, pestilenze, violenze, sopraffazioni, complotti, divisioni, guerre fratricide ed infine il millenarismo, ovvero la paura dell'incombere della fine del mondo intorno all'anno 1000.

In realtà sappiamo che, pur annoverando alcune caratteristiche negative come ogni ciclo storico, il medioevo è stato un periodo di grandi valori spirituali, culturali, artistici ed architettonici (Artisti, Grandi Santi, Ordini religiosi, Chiese, Abbazie, Castelli...). Il medioevo non è pertanto un periodo transitorio ed oscurantistico collocato tra i grandi fasti dell'impero Romano ed il nascente periodo rinascimentale.

Pensiamo ai valori del monachesimo, alla cavalleria, alle crociate, alle corporazioni di mestiere, ai mercanti, alle prime banche, al diritto medioevale, al diritto canonico, agli statuti e agli ordinamenti che regolavano la vita amministrativa, la giustizia, il sociale, la politica delle città libere, dei Comuni, le grandi città marinare, le vie di comunicazione. Il medioevo è stato culla ed origine della grande musica europea con i canti Gregoriani, la Polifonia, i Trovatori, il Dolce stil-novo, i Canti popolari.

Tuttavia, tra le caratteristiche negative del medioevo, si possono annoverare, praticamente in tutti i paesi e comunità, le profonde paure che si impossessavano degli uomini al calar delle tenebre.

Si riteneva, infatti, che il regno del male prendesse sistematicamente il soppravvento durante la notte.

 La notte era descritta e vissuta come nera, orrida, piena di insidie, un tempo malvagio per sua stessa natura.

L'oscurità favoriva l'immaginazione di spettri e streghe con i loro terribili malefici. Nell'oscurità, secondo le credenze popolari, si potevano incontrare i lupi, le iene, vampiri...e famelici licantropi.  Ma, realisticamente, si trattava di uomini malvagi, banditi, sicari armati e ladri di ogni sorta che si muovevano furtivi e liberi protetti dall'oscurità.

Per cercare di contrastare il dominio del "Regno del male " i Signori locali, i Feudatari e gli Statuti Comunali adottarono provvedimenti e leggi tra cui ricordiamo il " Coprifuoco" (tempo in cui non una luce doveva trapelare dalle finestre e non si poteva più circolare liberamente) che scattava, in tutti i nostri paesi, tre ore dopo il tramonto, evidenziato dai caratteristici rintocchi delle campane.

In tale contesto erano istituite anche “Ronde cittadine” costituite da alcuni soldati armati che passeggiavano tra le vie del paese arrestando tutti coloro che non si attenevano alla legge.

  La gente intimorita si rintanava fino all'alba sprangata in casa ed al riparo della cinta muraria del paese costruita principalmente per difendere dall'assalto dei nemici ma anche per isolare dai banditi, dai ladri e… dalle forze maligne della notte.

Caratteristica piemontese, riportata negli Statuti comunali, era che le ore si contavano abitualmente in modo diverso dagli altri luoghi in quanto si cominciava dalla prima ora della notte (tradizione che si è andata poi perdendo).

Inoltre, durante le ore della notte era assolutamente vietato lavorare ed era proibita, come abbiamo riportato, la circolazione anche se, negli Statuti, alcuni mestieri non contemplavano questo divieto come i fornai, i medici e le levatrici.

Il borgo di Cavour era racchiuso dai tre lati possibili (il quarto era rappresentato dalla Rocca) da alte mura con alcune torri mentre a metà costa e sulla cima della Rocca vi erano due possenti castelli chiamati Inferiore e Superiore.

I signori castellani (Piossasco, Savoia o Acaia che fossero) ed i loro armati svolgevano un ruolo di difesa e protezione ma rappresentavano anche un pesante vincolo per la comunità sottoposta (la Cavour medioevale nel 1377 contava circa 150 fuochi come erano chiamati i nuclei familiari che complessivamente davano una popolazione di 800/ 1000 abitanti) richiedendo il pagamento periodico di tasse, contributi, gabelle a cui tutti dovevano immancabilmente sottostare.

Nel medioevo il " calpestar la legge " non era cosa assolutamente insolita.

A titolo d'esempio, la tradizione popolare riporta l’aneddoto che una banda di briganti s’impossessò della Abbazia di Staffarda trucidandone tutti i monaci; questi banditi poi, travestiti da monaci, accoglievano gli ignari pellegrini derubandoli d’ogni avere ed uccidendoli senza pietà.

Con la caduta dell'Impero Romano le grandi strade consolari non vennero più mantenute e caddero in completo abbandono ricoperte di rovi e di vegetazione, la rete viaria medioevale era quindi articolata per lo più in molti angusti sentieri percorribili da piccoli gruppi di viandanti. I pericoli erano molteplici e soprattutto di notte tagliagole, banditi ma anche lupi ed orsi potevano attaccare i poveri pellegrini. I pochi punti di rifugio e ristoro sui sentieri (Castelli ed Abbazie) prevedevano in genere il pagamento di pedaggi. Famosa la via "Franchigena" che dal nord Europa portava i pellegrini a Roma per proseguire fino ai porti del sud dove trovare imbarchi per la Terrasanta. Anche le vie del mare erano avventurose, oltre che per i pericoli insiti nel mare come le burrasche anche per i pirati saraceni che scorazzavano lungo le coste in cerca di prede.

L'ignoranza e la superstizione dilagante alimentavano le credenze nelle pratiche magiche e demoniache. Si distinguevano all'epoca due tipologie di magia: la naturale e la nera o demoniaca.

La prima si occupava di studiare le forze occulte della natura, la seconda ricorreva e si affidava ai demoni per risolvere i problemi delle vicende umane.

Mediconi, alchimisti, maghi e streghe sfruttavano queste credenze.  La Chiesa ha sempre combattuto questi approfittatori ma molto spesso il confine tra magia nera e religione era sottile ed ambiguo. Molti furono i contatti nel basso medioevo tra èlite clericali e pratiche magiche (ad esempio Papa Bonifacio VIII fu accusato di sconfinamenti in tal senso).

Per contro, Papa Giovanni XXII con la bolla Super Illius Specula nel 1326 estese i poteri del Tribunale dell'Inquisizione anche alle pratiche di stregoneria ed alla magia per reprimerle in maniera drastica e con una bolla successiva minacciò di scomunica anche gli alchimisti considerati degli imbroglioni.  

Nel processo inquisitorio (a differenza di quello di diritto romano) il giudice svolgeva contemporaneamente sia il ruolo di giudice che quello di accusatore ed era tenuto a raccogliere le prove della colpevolezza dell’imputato conducendo proprie indagini ed avvalendosi, in molti casi anche della “tortura”. L’azione dell’Inquisizione, in terra subalpina fu, per fortuna, non molto virulenta e scrupolosamente rispettosa dei metodi e dei riti processuali anche se con la tortura si poteva facilmente far confessare anche crimini assolutamente inesistenti.

Globalmente, in Piemonte, gli individui che subirono una o più condanne superarono di poco i duecento (un quarto donne) e le esecuzioni capitali assommarono a ventidue.

Nella quasi totalità i condannati furono messi a morte sul rogo e solo uno fu impiccato ed uno annegato.

In ultima analisi, al di la di alcuni  fatti  tragici e drammatici e di  altri un po’grotteschi possiamo dire che nel medioevo il " Terrore della notte  e non solo" coinvolse  per secoli  persone ignoranti e persone colte , persone ricche e povere senza alcuna distinzione...ma al rogo purificatore ci finirono  solo povere donne  e poveri uomini  sicuramente  vittime della propria ignoranza,della miseria,in qualche caso anche di effettiva malvagità ed insana cupidigia  ma soprattutto della vendetta, maldicenza, diffamazione  ed invidia di molti delatori.

                                                                                               Dario Poggio

 

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