Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Restauro della chiesa di San Lorenzo a Torino

05/05/2023 6:33

di Piergiacomo Oderda

«Alzare gli occhi verso una bellezza che non schiaccia ma attrae, invita…». Don Paolo Tomatis introduce l’inaugurazione del restauro dell’altar maggiore e presbiterio della chiesa di San Lorenzo a Torino. Nel suo contributo alla pubblicazione curata da Angela Griseri, sempre relativa al restauro svoltosi nei mesi da giugno 2022 a marzo 2023, spiega come Guarino Guarini intendesse con il suo progettare architettonico “stupire gli intelletti” e “rendere gli spettatori atterriti”. Definisce San Lorenzo come «chiesa viva, vivace… opportunità di esperienze, vita liturgica e vita cristiana». Promuove l’intrecciarsi dei cercatori del bello, un “laboratorio” per non separare troppo in fretta turisti, viandanti e fedeli. Il coinvolgimento delle diverse istituzioni nella Consulta Valorizzazione Beni Artistici e culturali è un segno di cura e attenzione.

Giovanni Ferretti, rettore di San Lorenzo, esprime la gratitudine agli Enti che sostengono finanziariamente la Consulta, la Fondazione Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Ringrazia lo Studio di Architettura Simonetti che ha elaborato il progetto, eseguito con somma cura dalla ditta Carmela Sirello. Don Ferretti ha verificato personalmente l’andamento dei lavori persino salendo un giorno sui ponteggi! Il compito del canonicato di San Lorenzo si attua nel mantenere viva la chiesa per le finalità liturgiche, per il raccoglimento per la preghiera personale. Un nutrito gruppo di volontari accoglie i visitatori per aiutare i pellegrini a comprendere i significati artistici e teologici. Persino le scolaresche pur numerose mantengono il raccoglimento, prese dalla bellezza del luogo.

Lisa Accurti, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino parla di «opera d’arte offuscata dalle vicende del tempo… percezione sotto tono degli apparati decorativi». Loda la capacità degli operatori dal punto di vista teorico e metodologico e la forma rinnovata di cooperazione, lo scambio di competenze specifiche. Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia San Paolo, sottolinea l’imperativo di custodire la bellezza per le nuove generazioni. Caterina Bima, Vice Presidente Fondazione CRT, cita la prima ostensione della Sindone, avvenuta nel 1578, fortemente voluta dal card. Borromeo, giunto da Milano per venerarla.

Valeria Moratti, direttrice dei lavori, ricorda che il progetto dell’altare risale al 1680 mentre la consacrazione avviene nel 1696 quando l’architetto teatino è morto da tredici anni. Tra il 1714 e il 1717 viene riplasmato a cura di Juvarra. Cita tra gli esempi dei problemi emersi durante il restauro, la cura di un puttino sulla calotta, opera di Domenico Guidobono su cui erano intervenuti in epoche successive il Fea e il Morgari. In una prossima “tranche” di restauri si valuterà la tela dell’ancona del Franceschini (1711) «per capire come dovesse essere la progettazione iniziale» dello spazio architettonico.

Nella pubblicazione, Maurizio Gomez Serito spiega con dovizia di particolari e di provenienze geografiche la «rappresentazione “enciclopedica” dei migliori marmi allora noti tutti insieme rappresentati nella caleidoscopica decorazione architettonica della chiesa torinese». Marco Paolini illustra come sia stato innanzitutto necessario intervenire sulle infiltrazioni meteoriche con un intervento di risanamento delle coperture esterne per garantire l’impermeabilizzazione della zona. Salvatore Simonetti e Sofia Castagneri descrivono la valutazione sul ciborio costituito da un cupolino decorato con elementi in bronzo e pietre dure sorretto da sei colonnine in diaspro.

Don Paolo Tomatis chiude la sua riflessione scritta con il cambiamento di prospettiva determinato dalla riforma liturgica che ha richiesto la creazione di un nuovo altare. “Pesa l’assenza di un’immagine del Signore crocifisso e risorto più rilevante rispetto alla piccola croce o alla piccola statua del risorto che stanno sopra il tabernacolo”. Va mantenuto lo stimolo a ricercare forme artistiche e scelte architettoniche per abitare una casa che è piena di gioielli ma non può e non deve essere ridotta a museo.

 

Piergiacomo Oderda

 

 

 

 

Commenti