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"Moschettieri del Re" nel pinerolese. Battaglie per la conquista di Cavour e del suo Castello

29/03/2023 13:15

"Moschettieri del Re" Nelle battaglie per la conquista di Cavour e del suo Castello

di Dario Poggio

Parte seconda :

 

Il corpo dei moschettieri, ed in particolare quello del Re di Francia, ha sicuramente tratto gran fama  dalla trilogia letteraria di Alexander  Dumas ( I tre Moschettieri, Vent'anni dopo e il Visconte di Bragelonne) ma anche, nelle nostre contrade, dal libro " D'Artagnan a Pinerolo"  dell'illustre scrittore pinerolese cav. Mario Gontier.

I moschettieri del Re erano dapprima guardia personale del cardinale Richelieu e successivamente del cardinale Mazzarino entrambi Primi Ministri di Francia. Alla morte di quest'ultimo divennero effettivamente al servizio esclusivo del Re.

L'organico era di due compagnie che si differenziavano l'una dall'altra dal colore delle casacche ( rosse  o blu)  e  delle bardature dei cavalli, grigi o bianchi. Ciascuna compagnia comprendeva oltre duecento uomini.

Con Luigi XIV queste due compagnie divennero in pratica ambita scuola militare per i giovani della nobiltà francese ed europea, vi fecero parte anche nobili piemontesi del ducato di Savoia.

 Il capitano Charles de Batz de Castelmore d'Artagnan,  apparteneva alla compagnia dei moschettieri grigi.

Anche nel Ducato di Savoia e poi nel Regno Sardo Piemontese esistevano delle compagnie di "Moschettieri" ossia soldati di fanteria o di cavalleria armati di moschetto e di spada. Il moschetto dell'epoca era particolarmente pesante tanto che i moschettieri a piedi vennero dotati di un cavalletto per appoggiare l'arma e mirare durante il tiro. Successivamente i moschettieri a cavallo vennero dotati di un" moschetto" specifico più leggero ( musqueton )  e di pistole.

La spada era comunque  l'arma preferita all'epoca anche se costringeva allo scontro corpo a corpo dove i moschettieri erano notoriamente  abilissimi essendo in genere figli cadetti di famiglie nobili o notabili che potevano permettersi maestri d'arma per l'addestramento all'arte della scherma.

I moschettieri erano quindi un corpo "scelto" ed invidiato anche se dovevano pagarsi quasi  tutto l'equipaggiamento tranne  la casacca con i colori della compagnia ed il moschetto.

Spesso le compagnie di moschettieri vennero confuse nei resoconti storici con quelle degli archibugieri dotati come unica arma di archibugio, un lungo fucile ad avancarica molto più pesante del moschetto e con una gittata  di tiro superiore ed anche con quelle dei fucilieri dotate come arma del solo fucile. Nei fatti d'arme dei tre assedi e scontri per il possesso del Castello della Rocca di Cavour ( 1592,1595,1690) i resoconti storici parlano di soldati archibugieri, fucilieri  e moschettieri sia tra i francesi sia tra i piemontesi ed alleati. ( come noto oltre a soldati francesi, piemontesi, tra cui i reparti  di valorosi Valdesi  e Savoiardi  parteciparono agli scontri Spagnoli, Alemanni, Svizzeri, Olandesi ed Austriaci.

A proposito della presenza di reparti di moschettieri riporto alcuni estratti dalle  lettere e relazioni dei testimoni oculari della battaglia tenutasi tra le truppe del duca di Savoia e i francesi del Lesdiguières tratte dal diario delle operazioni militari durante l'assedio di Cavour - Arch.Storico di  Torino e citate nel libro "Castello di Cavour" di G.Peyron  e dal libro  "Un assedio dipinto - Guerra e pace a Bricherasio nel 1594 - di A. Balbo e A. Giaimo:

" Mandai subito un buon numero di moschettieri a gettarsi dentro le ruine di detta Abbazia ( Santa Maria di Cavour) che credo fosse la causa di farli comparir più in alto ".

"Le truppe sabaude guadagnarono  una cascina a man dritta della Abbadia che fu subito armata di archibugieri e di moschettieri" ).

"Mentre Lesdiguières ordinò ai cavalieri dell'avanguardia ...ai picchieri ed ai moschettieri di tenersi pronti per dare battaglia alle truppe sabaude"

"L'armata francese era composta da 400 cavalieri e relativi maistres, 600 fanti, 500 archibugieri, 150 picchieri, 150 moschettieri, 300 fanti generici,  più i comandanti"

"I picchieri , che costituivano la parte più consistente delle armate ,in un rapporto di due o tre a uno  rispetto ai moschettieri"

"I moschettieri si disponevano su più file per effettuare la contromarcia ...i picchieri erano accompagnati da due gruppi di moschettieri posti ai lati"

Il Lesdiguières era sceso dal Monginevro con l'ordine di dare una dura lezione a Carlo Emanuele I ed ai piemontesi. Il 17 novembre del 1592  attaccò Cavour ( che all'epoca contava 2800 abitanti e 300 case cinte completamente da mura e sovrastate dal potente Castello della Rocca) con la sua armata. I soldati piemontesi a guardia  del Castello erano 130 che furono rinforzati con altri 200  tra cui  moschettieri e archibugieri tutti agli ordini del conte di Luserna . I francesi utilizzando due grossi pezzi d'artiglieria aprirono una breccia nelle mura del paese che venne invaso e duramente saccheggiato.  Il secondo obiettivo del Lesdiguières fu la Torre di Bramafame , importante ridotta a protezione del Castello, che fu conquistata dopo due giorni di battaglia.

Dopo questi primi successi il Lesdiguières concentrò i suoi sforzi per far cadere il Maniero...

Dal 26 novembre al 1° dicembre,  furono sparati dai francesi più di 650 colpi di cannone contro il Castello della Rocca. I suoi difensori, senza artiglierie, rispondevano con il fuoco dei soli moschettieri ed archibugieri. Il 6 dicembre, per mancanza assoluta di viveri e con moltissimi feriti, gli eroici difensori  furono costretti a trattare  la resa con l'onore delle armi che fu concessa dai francesi.

Tre anni dopo, il 2 maggio del 1595,  il duca di Savoia assediò lui stesso il presidio  francese che si era installato nel Castello sulla Rocca di Cavour costringendolo alla resa. Sulla porta del Maniero riconquistato fu incisa una scritta a perenne memoria della gloriosa impresa ( di seguito sintetizzata):

" Tanta ebbe gloria la riconquista che tornò utile averla perduta "

Purtroppo il portale è stato distrutto ma la Croce che oggi svetta sull' ultimo rudere del Castello, fu posta a ricordo di quella grande vittoria e del sacrificio estremo dei tanti eroi che lì morirono per l’onore e per la libertà di Cavour e del Piemonte.

Nel  1690 Cavour subì un nuovo, terribile eccidio ancora da parte dei soldati francesi comandati dal generale Catinat. I difensori del paese si batterono con grande coraggio ma furono sbaragliati e massacrati. I pochi superstiti, soldati ed abitanti,  fuggirono sulla Rocca cercando rifugio nel vecchio ed ormai indifendibile Castello presidiato da pochi militari. La battaglia fu terribile e i difensori dovettero cedere sotto i colpi degli assalitori.

Il massacro fu tremendo, i testimoni dell'epoca stimarono oltre mille morti tra soldati e civili. 

Tutta la Rocca era cosparsa di cadaveri.  I loro resti furono gettati  nella profonda cisterna del Castello. Ancora oggi si possono vedere ed onorare alcune ossa di questi eroici caduti  che furono  raccolte da mani pietose in un sarcofago di pietra sotto il Pilone votivo dedicato alla Vergine Maria.

Anche le battaglie e gli assedi per il possesso delle principali piazzeforti piemontesi e di quello contesissimo di Pinerolo videro scontrarsi moschettieri e militari di molte nazioni tra cui anche gli Inglesi.

Le principali fortificazioni di Pinerolo vennero costruite a ridosso del 1700 quando le artiglierie e le opere difensive  gareggiarono per prevalere le une sulle altre. Ricordiamo le varie e notissime "Cittadelle difensive" tra cui quella famosa di Torino ( principale sito degli scontri durante l''assedio del 1706 e dove Pietro Micca compì il suo eroico sacrificio salvando la città. ) e di Pinerolo con il forte di Santa Brigida e la  strada coperta lunga 1600 metri che univa la cittadella con il forte costruite dal grande ingegnere militare Sebastien Le Prestre  marchese di Vauban ( Maresciallo di Francia) . Il forte di Santa Brigida era un' opera per quei tempi modernissima con una forma a pianta rettangolare con agli angoli potenti bastioni con cortine difensive e muri di scarpa e controscarpa . Difese che proteggevano i soldati al limite della gittata massima degli archibugi e moschetti dell'epoca.

Le  compagnie dei " moschettieri" ( come ho detto da non confondersi con quelle degli archibugieri e dei fucilieri senza nulla togliere a queste)  erano infatti  presenti in molti eserciti europei dell'epoca ed i suoi componenti erano generalmente considerati soldati d'elite. 

Nel Regno Sardo Piemontese una compagnia di " moschettieri"  fu ancora costituita nel 1825 . Aveva in organico ottanta uomini. Una seconda ed una terza  compagnia furono  istituite nel 1860 e presero il nome di  "Corpo dei moschettieri".

Nel Regno d' Italia nel 1873,  con il riordinamento dell'esercito,  il "Corpo dei moschettieri " venne sciolto e cessò definitivamente di esistere.

                                                                                                          Dario Poggio

 

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