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I Moschettieri del Re a Pinerolo e l’osteria di Cavour

22/02/2023 17:28

I Moschettieri del Re a Pinerolo e l’osteria di Cavour

 di Dario Poggio 

 

Parte prima:

La città di Pinerolo, con le sue mura e con la sua inespugnabile cittadella, era considerata, nel seicento, una delle più importanti piazzeforti d’Europa e dal cardinale Richelieu, primo ministro di Francia, la “Chiave d’accesso all’Italia” oltre che una sicurissima prigione.  

L’ombra delle cinque torri del “Donjon “, l’antico Castello di Pinerolo (si trovava all’epoca sulla collina prospiciente San Maurizio), si proiettava sinistra sui bastioni della Cittadella fino a lambire le mura che cingevano la sottostante città quando, un singolare corteo composto da una ventina di moschettieri a cavallo ed un impolverato landau nero oltrepassava il ponte levatoio che dava l’ingresso al cortile interno della cittadella.

Era il tardo pomeriggio del 24 agosto dell’anno del Signore 1669.

Il capitano dei moschettieri monsieur d'Artagnan aveva finalmente portato a termine il suo lungo viaggio e la sua segreta missione consegnando a Bènigne Dauvergne signore di Saint Mars, governatore della cittadella di Pinerolo, il misterioso personaggio con il volto interamente ricoperto da una maschera di ferro, trasportato nel landau.

Nell’estate del 1968 a mio fratello Giovanni ed al Cav. Destefanis (Mondo), ex Presidente della Pro Loco di Cavour, fu riferita da un ricercatore di storia locale, l’esistenza, nella biblioteca Sainte Genevieve di Parigi, di un volumetto in pessimo stato di conservazione contenente un manoscritto di Gatien Courtil de Sandraz, famoso cronista delle ”Memoires de Monsieur d’Artagnan, capitaine lieutenant de la premier compagnie des Mousquetaires du Roi”, memorie poi riprese, elaborate e vivificate da Alessandro Dumas nei “Tre moschettieri“. Le note, corredate da indicazioni storiche invero assai povere, tra le “quantitè de choses particulieres et secretes qui se son passees sou le regne de Louis le Grand “contenevano alcuni riferimenti alle varie permanenze del Capitano d’Artagnan nella cittadella di Pinerolo oltre ad una sua piacevole puntata in una locanda detta dell’Orso Bianco ai piedi della Rocca di Cavour (Caours), allora assai rinomata.

Come storicamente accertato, il capitano D' Artagnan era in realtà Charles de Batz de Castelmore nato nel 1623 a Lupiac in Guascogna. Il nome che egli assunse quando andò a Parigi è quello di un feudo appartenente alla famiglia di sua madre che era una Montesquiou-Fezensac, una delle migliori famiglie di Francia. La carriera delle armi per D’Artagnan cominciò a 17 anni e si può affermare che per un terzo di secolo egli non abbia fatto altro che battagliare. Nel 1658, dopo innumerevoli vicissitudini, lo troviamo Tenente nella compagnia dei Moschettieri. Nel 1667 è Capitano della compagnia che era comandata dal signor di Treville. Poi Brigadiere di cavalleria qualche anno dopo e governatore di Lilla nel 1672.  Sarebbe forse divenuto Maresciallo di Francia se non fosse stato ucciso il 25 maggio 1673 all’assedio di Maestrich durante una furibonda carica che egli conduceva alla testa dei suoi moschettieri per riprendere una posizione occupata dagli Olandesi.  

Il capitano dei moschettieri sig. D'Artagnan , come accennato in precedenza e riportato nella " Storia di Pinerolo" di Ugo Marino,  sappiamo che fu più volte inviato in missione a Pinerolo ( di certo, oltre alla sua venuta nel 1669  per scortare la " Maschera di ferro " ci fu un suo precedente  viaggio il 16 gennaio del 1665 quando al comando di cinquanta moschettieri consegnò il prigioniero Nicola Fouquet , sovrintendente generale delle finanze di Francia, accusato di peculato  e di lesa maestà al governatore del Donjon ( il castello prigione di Pinerolo) il  signore di  Saint-Mars.

Il Saint-Mars godeva di una triste fama alla corte di Parigi...: infatti era considerato un aguzzino spietato, crudele, ma assolutamente fidato ed incorruttibile. Per queste sue doti trascorse nel mastio di Pinerolo, a guardia di illustri prigionieri, ben 18 anni. In questo lungo periodo si concesse una sola, breve licenza di due settimane a Parigi. Rientrato a Pinerolo finì la sua triste ed oscura vita nel dicembre del 1693. Fu sepolto, senza particolari onori, nella chiesa di Sant' Agostino.

Storicamente, D'Artagnan ritornò a Pinerolo, per una terza volta, il 12 dicembre del 1671 per scortare un altro prigioniero assai famoso il conte Antonio de Puyguilhelm Nompar de Caumont de Lauzun, grande seduttore, gran signore, coraggioso, ambizioso e mondano; notoriamente considerato il più famoso cortigiano di Luigi XIV.

La locanda cavourese dell’ “Orso Bianco” che accolse D’Artagnan (presumibilmente più volte), è stata poi successivamente citata anche dal “Gramegna”, il noto scrittore di romanzi di storia piemontese, nel suo romanzo “Il Tesoriere del Duca “che la individua poco lontano da una piccola Cappella cavourese (oggi non più esistente) "extra muros” dedicata a San Bartolomeo che si trovava " a cento passi dalla costa meridionale" della Rocca.

“L’Orso Bianco” fa parte di quei nomi delle osterie che paiono balzare vividi e pittoreschi dai romanzi di cappa e spada. Osterie dove il solito” Oste della malora” - com’era benignamente qualificato dagli assetati avventori il disgraziato dispensiere - si faceva in quattro per calmare la sete e le pretese dei clienti di ogni tipo e risma.

Della Cappella di San Bartolomeo, riportata dal Gramegna nella storia cavourese, non vi è più traccia.  Anche nella visita apostolica effettuata dall'arcivescovo di Torino Mons. Beggiamo nel 1670 (riportata da G. Peyron nel suo libro " Cavour Parrocchia e Chiese campestri”) non viene citata.  Poteva comunque trattarsi di un semplice Pilone dedicato al Santo già ridotto all'epoca a poco più di un rudere e poi scomparso oppure frutto della fantasia letteraria del Gramegna.

(Segue parte seconda)

                                                                                               Dario Poggio

 

 

 

 

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