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Cenni storici. Le strade di " Caburrum" Archeologia a Cavour

28/11/2022 9:19

Cenni storici. Le strade di " Caburrum"  Archeologia a Cavour

di Dario Poggio

Alcuni giorni fa, passeggiando lungo la strada ciclo/pedonale che costeggia la Rocca di Cavour, ci siamo soffermati, io e mia moglie, ad osservare e parlare con la dott.ssa Lorenzatto (Responsabile curatrice del museo archeologico Caburrum) e colleghe/i che da tempo stanno lavorando in loco agli scavi archeologici, per portare alla luce due tratti significativi di strade romane dell'antica " Forum Vibii- Caburrum".

Il primo tratto (più breve) dopo i necessari rilevamenti di prassi (essendo su terreno privato), è stato purtroppo ricoperto. Il lastricato aveva una larghezza di circa 6 metri, rappresentando la misura standard delle vie primarie romane, in quanto consentiva il passaggio incrociato di due carri.

Il secondo, più a ridosso della Rocca è tuttora visibile (vedi fotografia), risulta meno largo del primo, ma si snoda per un lungo tratto verso Bagnolo.

E' una vista davvero emozionante di un manufatto antico di duemila anni che testimonia l'urbanizzazione romana del luogo. 

Una delle prime opere che i Romani facevano nei territori di insediamento conquistati erano appunto le strade che costituivano una grande rete che si ramificava in tutto il territorio controllato. Le primissime strade erano sterrate ma dal 312 A.C.  queste iniziarono ad essere pavimentate (ad opera quasi sempre dei legionari) e si chiamavano   " Itinera” (ad uso solo pedonale), "Actus” (consentivano il passaggio di un carro alla volta) e “Viae” (dove due carri potevano incrociarsi).  

 Nell’anno 45/43 A.C. per ordine del proconsole della Gallia Cisalpina Caio Vibio Pansa, un contingente di legionari “Stellatini” (popolazione di origine italo – etrusca proveniente dal Lazio settentrionale) era stato inviato nella zona di Cavour per la fondazione del primo centro urbano romano intorno alla Rocca. 

Caio Vibio Pansa, luogotenente di Giulio Cesare (citato dallo storico Svetonio nelle “Vite di dodici Cesari”), apparteneva alla “Gens Vibia” una antica e famosa famiglia nobile romana, fondò molte città popolandole con legionari congedati (è noto che i romani erano soliti premiare i legionari a fine ferma con appezzamenti di terreno da coltivare e su cui stabilirsi civilizzando così le terre conquistate). 

Forum Vibii chiamata anche Cabur / Caburrum (presumibilmente dal nome della popolazione locale i Caburriates) fu appunto una di queste città.

Infatti, dopo molte discussioni ed ipotesi varie, il ritrovamento di molti reperti archeologici danno quasi per certa la collocazione di un importante “ Forum”   ( ovvero il  mercato/centro commerciale di  Forum  Vibii)  nella zona pianeggiante collocata a sud della Rocca di Cavour mentre, sulla cima della Rocca doveva esserci ( ma questa è solo un' ipotesi non suffragata ad oggi da nessun ritrovamento significativo di reperti  ) un tempio dedicato a Giove o Marte ( come una piccola “ Acropoli ” ).  Rimane il dubbio sulla collocazione della parte effettivamente abitativa di Caburrum che, secondo alcuni, si estendeva intorno al “Forum” mentre, secondo altri studiosi, si trovava proprio dove è l’attuale Cavour (ovvero a nord della Rocca).

A suffragare tale ipotesi è importante ricordare la stele romana ritrovata a Cavour nel 1552 (nelle vicinanze dell'attuale fontana in piazza San Lorenzo) di una tale "Azzia o Attia " sacerdotessa della Dea Drusilla che riporta l'indicazione incisa di un " Bagno e Piscina" che conferma come all'epoca il territorio fosse oggetto di opere significative di urbanizzazione.

 Inoltre l'attuale Cavour presenta una chiara anomalia (rispetto agli altri paesi e cittadine vicine di origini medioevali) di essere a pianta quasi quadrata con vie diritte e perpendicolari come un insediamento (Oppidum) di origine romana (attuali via Roma e via Giolitti come vie Praetoria e Principalis).

Ritornando alle strade romane in terra di Cavour, purtroppo, come già avvenuto in passato con i primi ritrovamenti, presumiamo che per mancanza di fondi, dopo gli scavi e dopo i rilevamenti tecnici, le misurazioni e le catalogazioni di prassi, queste antichissime testimonianze della Caburrum Romana verranno nuovamente ricoperte di terra scomparendo alla vista e ritornando per sempre nell’oblio.

Rimane comunque la speranza che, la sensibilità storica e culturale dei cavouresi e degli organi preposti (pur dando priorità alle necessità più impellenti di altri settori), trovino il modo di reperire i finanziamenti necessari per eseguire un opera di stabile conservazione / visibilità anche solo di un piccolo tratto del reperto archeologico stradale romano, potendo questo rappresentare oltre ai significati storici un’ulteriore attrattiva turistica per Cavour.

 

                                                                                                          Dario Poggio

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