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Cumiana: libro storia e storie dell' associazione Roch Üss di Cumiana.

24/10/2022 15:35

Cumiana: libro storia e storie dell' associazione Roch Üss di Cumiana.

 

È nato a cura dell'associazione storico culturale Roch Üss di Cumiana il nuovo libro di Storia e Storie del territorio di Cumiana. Il libro pubblicato in questo mese di ottobre 2022 è ricco di storie importanti come quella di Giuseppina Ame', la partigiana Ines nata a Cumiana a febbraio 1912.  Storia a cura di  Rosanna Fresia con foto di proprietà della socia Laura Mollar.  La donna fu contattata dopo l'8 settembre del 1943 da una sua prozia maestra Teresa Canale ed invitata ad aderire ai gruppi partigiani che facevano parte del Partito Comunista. Lei era già in contatto con il gruppo dei Fratelli Rosselli Giustizia e Libertà e come copertura lavorava a Torino, batteva a macchina le sceneggiature per la Scalera Film. Il suo ufficio era proprio sopra il Comando dei Repubblichini. Questa sistemazione le salvò sempre la vita. La sua principale attività da partigiana fu quella di salvare intere famiglie di ebrei portandoli a Cumiana e di qui con l'aiuto del cognato Edoardo Gontero più noto in paese come Duardin li facevano espatriare con l'aiuto di altri partigiani di Val Chisone e altre valli. E quando i Tedeschi fecero il rastrellamento dopo l'attentato al mulino di Piazza Vecchia andò lei con il parroco Don Pozzo e il Podestà a Torino a cercare di convincere i Tedeschi a non fucilare i prigionieri, tentativo putroppo vano. A questo proposito è doveroso ricordare un' altra storia del libro intitolata : " L'ultimo degli ostaggi " a cura di Adriana Chiaretta e Franco Franchino. Renato Carello classe 1927 sopravvisse all'eccidio nazifascista dei 51 civili cumianesi del 3 aprile 1944 e si è spento purtroppo poco dopo questa sua ultima intervista. Fu vittima insieme ad un altro ragazzo Lorenzo Burdino del rastrellamento in zona Pontera dove si era recato a recuperare alcuni attrezzi di lavoro dimenticati al mattino quando fuggirono dopo aver sentito urla e spari. Furono portati all'inizio di Via Provinciale dove i soldati stavano riunendo tutti gli uomini che si trovavano in zona Piazza Vecchia e altre vie centrali del paese. Furono 150 gli uomini presi in ostaggio e portati alle "Cascine Nuove" luogo scelto dalle SS come loro distaccamento. Il suo amico Lorenzo fu il più giovane dei 51 cumianesi trucidati, i suoi non vennero a sapere che presentando la carta d'identità per la sua giovane età gli avrebbero risparmiato la vita come successe ad un giovane coscritto di Renato,  Lorenzo 'd la Coron-a rilasciato subito mentre a lui nonostante la mamma corse a mostrare il documento d'identità al graduato toccò la sorte di cambiare gruppo di ostaggi. I 150 infatti erano stati suddivisi in tre gruppi quello dei 58 poi fucilati, quello dei vecchi e giovani di Cumiana e quello degli sfollati. Renato fu spostato con altri ragazzi da alcuni sacerdoti salesiani nel convitto degli studenti. Passati altri due giorni un prete lo fece chiamare e lo fece entrare in un locale dove ad accoglierlo trovò un graduato italiano che lo chiamò " bandito" già, secondo lui era proprio il bandito che mancava all'appello. Gli disse chiaro in faccia che lo avrebbe fatto fucilare come tutti gli altri, e lui nemmeno sapeva che cosa fosse accaduto. Dopo diverse domande se conoscesse o meno dei partigiani apri' un cassetto del tavolino dove era seduto, estrasse una pistola e dopo aver inserito il caricatore la puntò contro il ragazzo e gli ordino' "VAI!" Il ragazzo preso da un turbinio di emozioni tra sconcerto, paura mista a stupore indietreggio' verso la porta senza mai voltarsi che si apri' e dietro vi trovò un sacerdote ad attenderlo che lo uni' ad altri due giovani garzoni di panetterie di Cumiana anche loro sottratti alla furia nazista da un sacerdote salesiano che fece credere che fossero dei loro residenti nel convitto. Erano finalmente liberi. A casa poté riabbracciare sua madre e venire a conoscenza del terribile eccidio. Ai loro pianti giunse in risposta la frase vergognosa di un soldato tedesco : " Più ne uccidiamo e più meritiamo ".  Mentre per il giovane Renato altri momenti terribili lo attendevano come il riconoscimento della salma di suo padre dopo che tutti i martiri erano stati di fretta sepolti in una fossa nel cimitero e riesumati pochi giorni dopo alla presenza dei famigliari. La storia non era ancora finita. Grazie alle ricerche di Marco Comello e del giornalista Alberto Custodero si arrivò dopo molti anni al responsabile dell'eccidio e alla città di Erlangen, i cui cittadini ufficialmente chiesero scusa per la strage. Nonostante Renato Carello non poté mai dimenticare quel terribile capitolo della sua giovane vita nobilmente accettò e strinse amicizia con Manfred un cittadino di Erlangen e attivista di " Alleanza per la Pace ". Queste due storie tra le più significative del libro lasciano spazio ad altre scritte con maestria dai collaboratori di questa collana che non finirà ancora di stupirci e appassionarci.  Le copie del nuovo libro come le altre pubblicazioni sono attualmente disponibili presso la Pro Loco - Piazza Martiri ( Palazzo Comunale ) e in sede in via Boselli n. 19 telefonando a Ester 0119058252 o a Pia 0119059255.

  

                                  Monica Peddio

 

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