Le antiche origini dei feudatari di Cavour. I " Piossaschesi di Cavour"
Le antiche origini dei feudatari di Cavour. I " Piossaschesi di Cavour"
di Dario Poggio
" La stirpe dei Piossaschi, chiaramente apparisce dalle molte opere di fortificazione che anticamente vi venivano innalzate da loro..."
G. Casalis
Pur scavando nel passato medioevale, è veramente poca la documentazione storica disponibile anteriore al X° secolo, tuttavia da questa risulta che i Longobardi, dominatori dei nostri territori dopo il disfacimento della potenza romana, non seppero in realtà porre salde radici locali e furono cacciati da Carlo Magno, re dei Franchi, il quale nella notte di Natale dell'800 fu proclamato da Papa Leone III Imperatore e continuatore del Sacro Romano Impero.
L' Imperatore diede un nuovo assetto all' amministrazione civile, economica, giuridica e militare dell'Impero e di conseguenza delle nostre province istituendo il " feudalesimo" con la formazione di diverse potenze locali legate da vincoli gerarchici di vassallaggio. Potenze locali che, per esercitare il loro potere, controllare il territorio a loro sottoposto e difendersi dagli attacchi di nemici ed invasori (saraceni...) edificarono una miriade di castelli isolati e fortezze in tutta Europa e nel nostro Piemonte.
Tuttavia la società dopo un momento di relativa prosperità e pace era presto ripiombata nell'insicurezza e nella difficoltà indotta da un potere imperiale veramente troppo lontano e spesso assente. In questo contesto nacque la necessità di nuove strutture di potere che andassero a colmare quei vuoti creatisi dalla lontana monarchia imperiale. Nacque così il fenomeno dell'incastellamento, con la costruzione di insediamenti abitativi difesi da cinte murarie, dove era presente la dimora del signore locale o castello fortificato ma anche , attorno ad esso, le varie unità insediative e produttive del popolo. Le persone che gravitavano attorno al castello erano tutte legate da precisi rapporti di dipendenza dal signore. La "castellania" era la circoscrizione territoriale sottoposta al castello ed ai signori dello stesso che a loro volta dipendevano dal sovrano.
Ed è in questo contesto storico che sorse il primordiale castello sulla Rocca di Cavour e presumibilmente il castello inferiore e le successive cinte murarie che racchiudevano completamente il sottostante borgo.
Le uniche notizie riguardanti il castello esistente all’epoca in Cavour ci dicono che apparteneva al Comitato di Torino ed era assoggettato al potere degli Arduinici. Da questi originarono i Piossasco, importante ed antica dinastia della nobiltà piemontese, che per diritto rappresentava uno dei quattro conti del Piemonte con le famiglie Luserna, San Martino e Valperga e che, nelle più importanti solennità e giuramenti di fedeltà, precedevano le altre famiglie nobili e notabili piemontesi, si espanse in varie ramificazioni tra cui i Piossasco - Cavour.
Nel secolo XI ° si ha infatti registrazione storica dei primi feudatari o “dominus castri “del castello della Rocca di Cavour che furono appunto i Piossasco.
Il primo di questi "Dominus ", di cui si ha menzione, fu " Petrus di Cavour" vissuto nel XI ° secolo (intorno al 1041) che eresse il Castrum sulla cima della Rocca; successivamente diede in sub-feudo al suo parente "Omodeus" una parte sottostante della fortezza situata ai piedi della Rocca chiamata “Castello Inferiore".
Questo ramo dei Piossasco, localizzatisi stabilmente a Cavour, prese poi il nome di “Signori di Cavour “.
Infatti, il Vesme, che studiò per molti anni e con molta perizia la feudalità del pinerolese così narra di essi:
“A Cavour erano due castelli, uno sulla rocca con piccolo borgo, l'altro più in basso (verso oriente a metà press'a poco della costa) che dominava il borgo principale. Il castello e luogo superiore fu dei Piossasco, e poscia del Vescovo di Torino nel principio del XIII secolo; il castello inferiore fu di un'altra famiglia detta pure dei Piossasco-Cavour. E' cosa difficile assai il ben distinguere cotesti Cavour dalla famiglia degli altri, che erano consorti dei Piossasco del castello superiore. Cotesta famiglia è antica assai: risale ad un Omodeo di Cavour che visse prima del 1072, forse verso il 1050. I nomi strani che abbondano in essa, quali Adeodato, Signorino, Borgognone, Benso, Ebbone, Elia, Maschero, Villone e Rolando mi fan ritenere essi siano di origine romana, come sta scritto nelle loro professioni di legge."
I signori di Cavour del castello inferiore, discendenti di Omodeo, nel 1221 furono però spossessati dal conte Tommaso I di Savoia (che nell'estate del 1219 era diventato padrone del castello superiore) che agognava per sé il dominio dell'intera fortezza considerata quasi inespugnabile.
Le vicende storiche che hanno coinvolto il Castello di Cavour e i suoi signori furono innumerevoli per cui richiederebbero una lunga trattazione di microstoria.
Gli assedi o blocchi storicamente noti nel medioevo furono molti ed anche presumibilmente cruenti (...1360,1386, 1396,1486,1490 ,1515). Tuttavia i più devastanti furono quelli dei secoli più recenti e noti, ossia quelli subiti dal 1592 al 1690 da parte dei francesi (Lesdiguieres e Catinat)
Oggi, anche il più distratto visitatore o turista che si trovi ad osservare la Rocca di Cavour, non può esimersi dall’immaginare, con un piccolo sforzo di fantasia, la sua vetta circondata da bastioni, da mura merlate, da imponenti torri a difesa di un invitto mastio e del paese sottostante.
Purtroppo dell’antico maniero che fu dei Piossasco, dei Signori di Cavour, dei Savoia-Acaia Racconigi e dei Benso non rimangono che pochi ruderi ignorati dai più ed abitati solo dal vento e dai fantasmi.
Un pezzo di muro affondato nella roccia, un mezzo arco, una camera senza tetto, una gran croce di pietra ed una bandiera di ferro che cigola sinistra nel vento, sono gli ultimi resti immediatamente visibili ai turisti dell’antico castello della Rocca, silenziosi testimoni di un glorioso passato.
Ma non sono fortunatamente i soli resti rimasti, infatti, sulla seconda vetta, detta la Rocca Gruè (nome che deriva dalle gru e verricelli che i soldati francesi dovettero piazzare per poter portare sullo spiazzo alcuni cannoni con cui bombardare il castello durante l'assedio del 1592) vi è ancora la base, con due cannoniere e rispettive volate di fuoco, del famoso “Torrione di Bramafame” che, isolato ma possente, proteggeva da un lato il castello principale.
Ed ancora, poco sotto al Torrione si dirama un lungo tratto di muro con feritoie difensive, quasi completamente nascosto dalla vegetazione, muro che scende fino al pianoro di San Maurizio dove in esso si apre un portale.
Poco al di sotto permangono i resti di un’altro notevole Bastione difensivo (vi è anche l'ipotesi che si tratti degli unici ruderi rimasti del famoso Castello Inferiore della Rocca che si dava per scomparso). Questo reperto storico è rimasto per moltissimi anni inagibile e completamente ignorato da tutti tanto era nascosto da piante e rovi ma ultimamente i volontari dell'Associazione Vivi la Rocca lo hanno finalmente reso visibile ed agibile per tutti (su di esso sono ancora ben visibili i buchi provocati dalle palle di cannone dei vari assedi).
Rovine queste che, se per il profano sono semplici cumuli di pietre, valgono invece per l’osservatore o per il turista più attento un poema nel quale leggere tutta la storia del passato evocando secoli di battaglie in cui eserciti d’ogni colore giunsero a Cavour come amici e come nemici.
Nella foto il Castello di Cavour -ricostruzione pittorica di Dario Poggio