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CAVOUR. "Alla ricerca del tempo perduto". Terza parte

29/04/2021 18:03

 

CAVOUR. "Alla ricerca del tempo perduto"

Terza parte 

di Dario Poggio

“Ad un amico Giacomo Casanova scrisse che, a ripercorrere l’itinerario della sua vita, provava un irrefrenabile divertimento, perché gli pareva di rivivere una seconda volta i luoghi, gli episodi, i fatti che via via descriveva”.

 

A Cavour, l’estate era caratterizzata, in particolar modo, dalla festa del Santo Patrono: “San Lorenzo”.  

Questa festa non rappresentava solo un momento rilevante per religiosità ma, nel senso più ampio del suo significato anche laico, era la festa di tutta quanta la comunità cavourese.

Comunità che ricordava, con il suo Patrono, le proprie radici, i sacrifici dei suoi avi, le tradizioni della sua terra.

San Lorenzo era la festa che, meglio di tutte, evidenzia lo spirito dei cavouresi   ricco di semplicità, di cose positive e di lavoro.

Due prestigiosi affreschi del Morgari raffiguranti San Lorenzo, uno dipinto sulla facciata esterna della Chiesa parrocchiale (dedicata al Santo) e l’altro posto a fianco dell’altare maggiore ricordano le glorie della vita, delle opere e l’estremo sacrificio e martirio del santo. 

I vecchi cavouresi, ma non solo i vecchi, anche quelli di mezza età, rammentano con un po’ di nostalgia, i tempi in cui il periodo festivo di San Lorenzo (dal 1° al 10 agosto) rappresentava forse l’unico momento di svago (che veniva concesso dai genitori) durante tutto l’anno.

Dalle campagne, i “frazionisti” vecchi, giovani e giovanissimi, così come solo a Pasquetta, raggiungevano a torme il paese per venire a “vedere” i baracconi, le giostre, l’autopista, i tiro a segno, i vari banchi con mille delizie tra cui lo zucchero filato ed il torrone. 

Bancarelle e giostre, tra l’assordante frastuono delle musiche trasmesse dagli altoparlanti, rappresentavano una gioiosa tentazione per tutti, un vero “paese delle meraviglie”.

Certo qualche giro in giostra veniva sempre concesso ai più piccini e qualche giro in autoscontro ai più grandicelli ma il tutto era sempre gestito, a quei tempi, con grande… parsimonia.     

La fiera era soprattutto un modo di incontrarsi, di parlare, di passeggiare, di chiacchierare e dove gli uomini, dopo lunghe discussioni e contrattazioni d’affari si rinfrescavano il corpo e lo spirito concedendosi qualche buon bicchiere di vino.

Un’altra grande attrattiva era rappresentata dal “Ballo a palchetto” o “Vindu” (del mitico Pietro Ternavasio che aveva sostituito quello degli anni 30/ 40 di Brarda e Barotto) regolarmente collocato in piazza Sforzini, sempre gremito di ballerine e ballerini tutti con il timbro d’accesso stampato sulle mani!

Ma, la festa del Santo Patrono è sempre stata focalizzata, per antica tradizione, dalla Solenne Processione della statua del Santo per le vie del paese seguita dalla Messa Solenne in Parrocchia.

Era una grande e seguitissima manifestazione di fede, d’entusiasmo religioso, era l’intera Cavour che si stringeva intorno al suo Patrono!

Ma, il gran finale della festa laica era rappresentato dallo spettacolo dei fuochi pirotecnici che

 l’ultima sera “esplodevano” nel cielo cavourese con mille botti e mille colori.

I fuochi si tenevano allora nella piazza del Municipio ed era uno spettacolo seguito da centinaia di persone che arrivavano anche dai paesi vicini.

E poi l’autunno… con le sue malinconie, i suoi stupendi colori, i primi freddi, i giorni sempre più brevi e le lunghe, grigie giornate di pioggia, il profumo delle caldarroste, il sottobosco della rocca che emanava il profumo del legno fradicio, dei muschi, degli ultimi funghi …  

Sensazioni che si coglievano, si gustavano, contrassegni immutabili nel tempo che scandivano immancabilmente l’arrivare o il passare delle stagioni…

Oggi, invece, tutto sembra appiattito, incolore, insapore ed anche il clima pare non rispondere più alle tradizioni, ai ritmi secolari, millenari…                

Erano i tempi in cui la Coca–Cola iniziava lentamente ad imporsi sostituendo le “Gassose” rosse e bianche, la benzina (nell’unico distributore del sig. Godano) costava poco e la “normale” non era ancora stata soppiantata dalla “super” e non esistevano le macchine con motori Diesel.

I funerali avvenivano ancora, antica tradizione, con il lugubre carro funebre trainato dai cavalli...

Nelle campagne si stavano diffondendo i primi” trattori “èmacchine agricole” agevolando enormemente il duro lavoro dei contadini anche se molti ragazzi di campagna preferivano lasciare il lavoro agricolo ai padri ed ai nonni per andare a lavorare in fabbrica attratti dai buoni salari dell’epoca.

Si facevano i tre turni alla FIAT e, gli operai (tutti ex contadini attratti dal posto in fabbrica) salivano sulla mitica “Cavourese “, la corriera dei pendolari, con i loro poveri “barachin” sotto il braccio o nella borsa.

Le strade, che non avevano ancora le fognature, venivano periodicamente lavate dal vecchio camion dei “Pompieri volontari di Cavour “guidato dal signor Nizzola e, d’estate, quando si scatenavano i più violenti temporali, via Giolitti diventava un vero e proprio fiume in piena che scendeva dalla piazza del Gerbido verso la strada di Saluzzo inondando e… lavando tutto il paese.

A Cavour, un tempo,  c’erano  anche la Pretura (dove era stato pretore il dott. Gustavo Piu ), l’Ospedale ( con  la Superiora suor Chiara e la brava suor Renata sempre pronta con la siringa in mano... oppure a medicare e cucire una ferita… e il dott. Aluffi  con il suo miracoloso “ olio di ricino” che… curava praticamente tutte le malattie…), l’Ospizio ed il Cottolengo ( con il teologo don  Giovanni Saroglia, con il burbero “ Fratello”e le pie suore che accudivano i poveri anziani ricoverati ) e i famosi e pittoreschi “ Bagni comunali “ che divennero poi sede del “Gruppo Alpini“.

Tra gli eventi più importanti vogliamo ricordare che il 19 dicembre del 1956 veniva fondata, dall’allora sindaco Francesco Rivoira e da un ristretto gruppo di cittadini volontari, la “Pro Loco Cavour” l’associazione che più di ogni altra ha contribuito alla crescita turistica e culturale del nostro paese.

La “Pro Cavour”, come veniva e viene sinteticamente chiamata da tutti, ampliava esponenzialmente negli anni il suo contributo ed impegno curando, fin dai suoi primi anni, con grande passione l’organizzazione delle feste cavouresi più tradizionali come la “Patronale di san Lorenzo”, la “Pasquetta sulla Rocca” ed il “Grande Carnevale”.

Oggi a Cavour, ovviamente,  è cambiato un po' tutto sia in ottica di sviluppo economico del paese e del territorio sia in ottica di scelte evolutive in tema di manifestazioni ;  sono infatti arrivate  le notissime “ Tuttomele “ ( ideata dalla Pro Cavour)  e  “ Settimana della carne”  eventi di grande richiamo strettamente legati, almeno nelle intenzioni e come filo conduttore, al nostro territorio  ma anche altre manifestazioni come " Cavour in fiore" , le “ Insolite notti bianche “ ( purtroppo talmente insolite  che ormai ne organizzano in tutti i paesi del circondario )," Le notti in rosso" ,  oppure quelle  dagli accattivanti  nomi inglesi  e dalle spiccate tradizioni anglosassoni come, ad esempio,  “L’Alchemy Music Festival “o la super - sportiva “Apple Run” ecc...

Manifestazioni, o “meeting”, che seppur importanti e di prestigio, potrebbero tuttavia svolgersi in una qualunque città o paese del mondo, in una qualunque lontana, vicina, anonima o rinomata “location” …             

Ed è quindi con un po' di nostalgia che abbiamo voluto ricordare, con queste brevi note, la vecchia Cavour della nostra gioventù; una Cavour un po’ sorniona, semplice e romantica, un paese di campagna ma anche, per alcuni aspetti, una piacevole cittadina di villeggiatura con scenografie originali, abitudini, costumi e personaggi sedimentati nel tempo.

Ombre e fantasmi del passato, vecchi ricordi “Del tempo perduto” che rappresentano una ormai

 sempre più “lontana” ma a noi tanto cara “Cavour”.

Purtroppo, oggi, in tempo di Covid le manifestazioni più tradizionali e storiche, ma anche quelle più recenti sono praticamente tutte sospese, tutte momentaneamente annullate e siamo tutti costretti ad un triste lock-down in attesa veramente di tempi migliori ...

Tutte le foto nel giornale on line  qui: https://www.vocepinerolese.it/edizioni/voce-pinerolese-aprile-2021  

 

 

                                                                                                                      Dario Poggio

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