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Associazione Ardena: raccolta di poesie “Al di là del buio”, nata nel periodo del “lockdown”

14/08/2020 15:39

di Piergiacomo Oderda

Renza Roberi e Franca Pellegrino salutano il pubblico accorso alla “Fabbrica del Cotone”, sita nella frazione Trappa di Garessio (CN). L’Associazione Ardena presenta la nuova raccolta di poesie “Al di là del buio”, nata nel periodo del “lockdown” a motivo del Sars-CoV-2. Per Roberi, è stato «importante poter immortalare questo momento attraverso le poesie raccontando emozioni e sensazioni». L’associazione si occupa non solo di poesie ma di pittura, libri, arte. Pellegrino specifica come si sia pervenuti alla raccolta, «tutti siamo stati messi alla prova quando ci è stata negata la libertà». Hanno sentito il bisogno di scrivere, «la poesia allevia le sofferenze», numerosi poeti hanno aderito e i testi sono stati suddivisi in base ai sentimenti evidenziati: silenzio-solitudine-paura-speranza. Inoltre, sono state interpellate «le amiche pittrici che hanno interpretato graficamente queste emozioni». Patrizia Luggero firma la copertina che raffigura un sole lambito da rami neri. La dedica del libro è «alle persone in prima linea che hanno messo in gioco la loro vita: medici, operatori sanitari, quanti hanno continuato a lavorare in questo momento». In tal senso si situa la prima poesia che viene recitata dall’autore, Davide Villani di Savona (“Supereroi”): “Non volano ne siamo sicuri/non si arrampicano sui muri… non sono usciti dal grande schermo ma sono i nostri Superoi/… in prima linea a combattere/il subdolo invisibile mostro”. Simonetta Bottinelli, anch’essa di Savona, legge i componimenti della sezione “Paura”. Di Mauro Balbo di Beinette (CN) si leggono i versi di “Viaggio” che si conclude così: “l’amara realtà ha il sopravvento sul sogno/segreto di una quanto mai rimpianta/parentesi incantata e fuggevole, che lascia/l’aspro sapore di speranze tradite”. Segue “Effetto virus” di Carlo Lisi di Genova, “La vita dove correva la nostra illusione di uomini/Invincibili è mutata d’improvviso”. Il microfono passa a Marco Michelis per un componimento in ormeasco, “Marutia” (“Malattia”), mesta la chiusura sull’uomo cosiddetto moderno (“mudelnu”) buono solo a sfruttare la terra, senza consapevolezza. Da Albisola (SV) proviene Fulvia Diotti che traduce in greco nel titolo il termine “paura” (“Fobos”). Sempre dalla mitologia greca trae Selene, capace di fugare ogni timore, la luna che sorge “Dal mare solitario e buio/Luce lenta sicura/come in eterno al tuo fianco”. Chiude la sezione una poetessa garessina, Maria Paola Biale con “Spazio”: “Silenzio doloroso/Pace infinita/Attesa senza fine/Zolle di terra fresca/Ignorano/Ogni cocente dolore”.

L’immagine che rappresenta nel libro la sezione “Silenzio” è a cura di Franca Roberi. Davide Villani legge il componimento di un’altra poetessa garessina, Susanna Fazio (“Quaresima”): “Resta la luna piena/E i merli/Liberi/Di ascoltare il silenzio e cantare”. Cinzia Rej di Torino scrive “Primavera amara”, ripescando anch’essa un’immagine dalla mitologia: “Oracoli, Sibille di un passato ormai lontano,/non c’erano risposte ai drammi di quell’infausta primavera”. Il tema “Solitudine” di cui l’immagine nel libro è firmata da Gianna Barotti, viene introdotto ancora da un garessino, Gian Paolo Canavese (“Io resto solo a casa”)… a curare le passioni/il maligno che tarda la voglia di vivere”. Ancora da Savona proviene Giovanna Allegra (“Coronavirus”): “dentro la bolla in cui sono rinchiusa/mi sorprende incredula/una realtà che non è più quella di ieri”. Chris Mao di Ormea (CN) si sofferma su “Il prato”: “gli occhi/nel brivido freddo d’ossigeno/bruciano il bianco del lenzuolo,/affrontano finalmente,/il prato verde/delle tue nuove rincorse”.

Franca Pellegrino chiede al pubblico «quali passioni hanno aiutato a superare questo momento». Fulvia Diotti ha visto crescere «il tempo per analizzare le emozioni e metterle su carta e su tela». Giovanna Allegra ricorda il dialogo tra le finestre dopo una giornata lunga e noiosa. Bottinelli ricorda l’ansia, la fatica terribile per la didattica a distanza, ma con “whats app” «ci siamo fatti tanta compagnia». Grazia Genta è una ceramista, tra le sue opere più spiritose ci sono le suore raffigurate sulla moto o sedute sulla botte di vino intente a centellinare un calice di vino buono. Ha realizzato con altre sei artiste un’installazione di fronte al mercato civico di Savona che sponsorizza il chinotto, gli amaretti, il giornale (“Curvy on the beach – Bellezze… a tutto tondo”). L’ultima sezione di poesie è dedicata alla speranza. La introduce un componimento ancora di un poeta garessino, Romano Nicolino, uno tra gli autori del Dizionario italiano/garessino. Il titolo “Voglio”, ritorna in maiuscolo nel finale: “VOGLIO che tutti assieme riusciamo a sconfiggere/questo nemico invisibile/per poter nuovamente godere/della nostra libertà”. Ines Gastaldi Caretto di Bardineto (SV) rispolvera Dante (“Tempo di coronavirus”): “Quando torneremo a riveder le stelle/forse saremo un po’ tutti cambiati/e apprezzeremo le vere cose belle”. Si chiude con “Silenzio” di Patrizia Garozzo di Segrate (MI) (“E i nostri occhi fissi/su quell’arcobaleno/Sorridono/E cercano una nuova luce”) e con “Angeli” di Simonetta Bottinelli: “Angeli che tengono la propria vita appesa a un filo…/per regalarti la tua…/Angeli che raccolgono poveri brandelli d’Italia/e… ricompongono il Mosaico”.

Maria Stella Odello presenta una pubblicazione curata dall’Associazione “D’acqua e di ferro”, a partire dalla valorizzazione del sito di Santa Giulitta di Bagnasco in cinque anni di “Summer school” degli studenti del Politecnico di Torino. Enrica Peirano saluta a nome della Biblioteca di Garessio. Raccolgo ancora alcuni versi di un’animatrice dell’Associazione Ardena, Romana Canavese (“Mi manca tutto”): “Quando potrò spalancare/le mie braccia per accogliere/quanto potrò usare/le mie mani per accarezzare,/il mio cuore per amare/la mia mente per sognare,/sarà come rinascere”.

Piergiacomo Oderda

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