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Con Alfonso Colella i legami tra Valencia e Napoli per la musica e la cultura rinascimentale

23/07/2020 10:13

di Piergiacomo Oderda

Il testo elaborato da Alfonso Colella, edito dalla Società Spagnola di Musicologia (2019), approfondisce i legami tra Valencia e Napoli per la musica e la cultura rinascimentale, in particolare considerando a Valencia la corte di Fernando di Aragona, Duca di Calabria (Andria, 15 dicembre 1488/Valencia, 26 ottobre 1550). La ricerca di carattere specialistico riprende elementi dell'epoca di Alfonso il Magnanimo (1442-1458), Ferrante I di Aragona, re di Napoli (1458-1494), Alfonso II (1494-5), Ferrante II (1495-6), Federico I (1496-1501) per poi concentrarsi sul periodo 1526-1550. Colella si sofferma sulla formazione del Duca di Calabria e sulle due tappe di creazione di una nuova corte letteraria e musicale in Valencia, in corrispondenza dei due matrimoni, con Germana de Foix (1526-1536) e Mencìa da Mendoza (1541-1550). Il contributo più rilevante dello studio di Colella è l'analisi puntuale dell'opera “El Cortesano" di Luis Milán (il testo è disponibile “on line") in cui si descrivono i diversi generi di “performances" musicali: “villancicos", canzone, sonetto, romanza. Il Duca di Calabria favorisce una dilatazione dell'organico musicale a disposizione della corte, come si evince dal libro paga in cui sono iscritti i diversi musicisti. Il testo apre anche a riflessioni sulla religione sia a partire dal tema delle composizioni, ad esempio una “Passio Domini Nostri Iesu Christi secundum Matthaeum", conservata nel Palazzo Reale di Madrid, sia per il legame con il Monastero di “San Miguel de los Reyes" al quale il Duca di Calabria dona i libri di musica di cui Colella riporta e studia l'elenco. Tra gli altri schemi, si può consultare la lista dei manoscritti dove si conservano le fonti polifoniche della corte napoletano-aragonese come il codice di Montecassino 871 con 76 pezzi profani e 65 sacri (inni, salmi, magnificat, lamentazioni, antifone, passioni), scritto tra il 1480 e il 1490. Uno spartito pubblicato è il “villancico" “A la mia gran pena forte", uno strambotto che identifica la Passione di Cristo con la sofferenza provocata a Federico I dai re usurpatori del regno di Napoli, a loro volta paragonati a Erode e Pilato. Il Duca lo sente nel 1510 e, quando viene incarcerato, in una composizione di 5 strofe ciascuna chiusa dai versi dello strambotto citato, il Duca riprende i dati più importanti della sua biografia personale.

Colella riporta le sei parti in cui è suddivisa la biblioteca privata del Duca, tra le opere di Grammatica, Logica, Filosofia, Astrologia, Musica e Geometria radunate nella quinta sezione si trova “Regulae Grammaticae" di Guarino Guarini. Nella sesta sezione, si trovano alcuni volumi di Dante, Petrarca, Ariosto e Luis Vives. Ricca anche la biblioteca della seconda moglie (949 libri), riflette una spiritualità legata a Erasmo da Rotterdam di cui si conservano 46 volumi tra cui “Enchiridion Militis Christiani” (1504). Anch'essa conserva vari volumi di Luis Vives (22) tra cui l’edizione critica del “De civitate Dei” di Agostino (1539).

Luis Milán è uno dei più illustri suonatori di viola a mano, compositori e scrittori della corte di Valencia. “El Cortesano" descrive la vita letteraria, le pratiche musicali, l'"otium" della corte. Nelle canzoni e nei sonetti domina il tema della sofferenza maschile per l'amore non corrisposto, un sentimento che talvolta si volge al compiaciuto masochismo del desiderio di morire. Se Petrarca e Luis Milán sono accomunati dalla forma del sonetto, ben diversa risulta la “weltanschauung". Petrarca ama e celebra Laura, Milán accusa il genere femminile, sottolinea l'attitudine burlesca verso gli amanti.

Tra le conclusioni del testo di Colella, si osserva nella corte del Duca di Calabria una transizione progressiva da una forma di mecenatismo istituzionale dove la pratica musicale assume una forma di propaganda politica ad una maggiore attenzione alle qualità morali, nel concepire il genere musicale più intimo e sofisticato del canto accompagnato, della poesia recitata. Nell'opera “El Cortesano" sono pochi gli esempi di musica polifonica. Si preferisce una monodia accompagnata che rivela un'attitudine di ascolto delle parole del testo. Quanto alla riforma erasmista, il riferimento sono le composizioni musicali di Mateo Flecha El Viejo di Tarragona come “La Viuda" (1539) e “La Bomba (1540), ispirate al desiderio di orientare la meditazione verso la riforma della vita, al dramma tra peccato e redenzione. “La Viuda" viene interpretata la vigilia di Natale del 1540 e probabilmente in occasione del secondo matrimonio del Duca.

Piergiacomo Oderda

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