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Racconti di un tempo. Duellanti in Cavour e nel pinerolese...

03/06/2020 14:34

Racconti di un tempo. Duellanti in Cavour e nel pinerolese...

di Dario Poggio

 Parte prima

 Moltissimi furono i duelli che si tennero in Italia ed in Europa, infatti questa antica usanza si protrasse almeno fino alla metà del 1900. 

Proprio il nostro vecchio ed amato Piemonte è stato in un tempo neppur troppo lontano, uno dei territori europei dove si sono consumati il maggior numero di " duelli " a singolar tenzone tra gentiluomini.

Dall’Italia proveniva quasi tutta la letteratura tecnica sul duello con una lunga serie di trattati e manuali che spiegavano ogni dettaglio sulle modalità della scherma, sul codice d’ onore e sulla rigida etichetta da seguire.

Ad alimentare i duelli furono spesso le polemiche che coinvolgevano nobili, militari, giornalisti, letterati e politici con diatribe che partivano normalmente dalle colonne dei giornali.

Famoso duello nostrano fu quello di Camillo Benso di Cavour con il deputato Enrico Advigdor, duello che ho già avuto modo di raccontare in un precedente articolo e che finì senza spargimento di sangue.

Grande importanza rivestivano i “secondi “che dovevano garantire la correttezza del duello assicurando medesime “chances” ed appartenenza al medesimo "ceto sociale” ai duellanti mettendosi d’accordo con loro su ora, luogo, tipo di armi (attentamente controllate e verificate) e modalità al primo sangue o all’ultimo (la seconda modalità prevedeva come armi la spada o la pistola mentre la prima prevedeva la sciabola).

Rifiutare un duello rendeva un uomo indegno ed un gentiluomo doveva, come tale, essere sempre pronto a rischiare la propria vita per riparare ad una grave offesa e doveva farlo senza dimostrar la minima paura, con compostezza e dignità.

Devo dire che, tra l'otto e il novecento, nel pinerolese si disputarono sicuramente parecchi duelli ma sempre coperti da totale segretezza, tuttavia almeno uno di questi fu riportato in un breve e discretissimo articolo dall’Eco del Chisone nel numero del 5 dicembre del 1908:

“E’uno degli olimpionici pinerolesi, siglato “G.B.S” (o tenente S.), il protagonista di un duello a colpi di sciabola con un tenente Russo dei corazzieri imperiali, P.R., - noto nella nostra città per la vita elegante che vi conduceva, e che frequentava appunto la nostra scuola di cavalleria, dove conobbe e si legò in amicizia col tenente S., allora istruttore – L’amicizia andò in frantumi per motivi delicatissimi, tanto da imporre la tenzone.

 Dopo parecchi vivacissimi assalti il tenente P.R. calò un violento fendente che colpì l’avversario al braccio destro producendogli una ferita molto lunga pare, con recisione di qualche tendine.” Il cronista dell’Eco del Chisone chiosa, da uomo di mondo: “Va sans dire che le ragioni delicatissime permangono ancora adesso ragioni non dissimili da quelle che avevano trascinato Federico Caprilli, qualche anno prima, in un duello analogo. Vittorioso naturalmente.”       

Sempre sul tema dei duelli nostrani ho detto, in un precedente articolo, che avrei raccontato di un ultimo spassoso duello cavourese, ma prima di questo, per rigore storico, devo ancora ricordare il tristemente famoso “Duello rifiutato “che ebbe per protagonista un nostro nobile concittadino.

 Si trattava del conte Carlo Pasero di Corneliano (nato nel 1790 a Torino e morto a Cavour nel 1845).

I Pasero di Corneliano erano un’antica, nobile famiglia cavourese (citata in numerosi documenti fin dai primi anni del 1700) che vantò anche personaggi notabili (Carlo Manfredo e Giuseppe che furono infatti sindaci di Cavour e direttori dell'Ospedale locale e del nostro Carlo, scrittore, filosofo e matematico ultimo discendente della illustre famiglia).

Carlo, cresciuto nel collegio dei Tolomei di Siena era un ragazzo intelligente, sensibile, di aperte vedute per l'epoca, insofferente alle idee troppo conservatrici del periodo della " Restaurazione "in atto nel governo piemontese. I suoi atteggiamenti ed i suoi numerosi scritti gli procurarono l'inimicizia del padre (integerrimo conservatore), della famiglia e del contesto sociale in cui viveva. Ma, l'episodio che contribuì maggiormente e negativamente alla sua immagine e al suo discredito sociale fu il " gran rifiuto" che il Pasero fu costretto a fare per non battersi in un duello, quasi sicuramente mortale, con un nobile suo coetaneo che lo aveva pubblicamente contraddetto ed insultato per le sue idee liberali.

Infatti, il giovane Pasero non ebbe umanamente il coraggio di presentarsi il giorno stabilito per la singolar tenzone.

 Il rifiuto di battersi era considerato, nella società piemontese, ma non solo, dell'epoca come un segno di grande codardia, una gravissima ed incancellabile onta che procurò al giovane aristocratico l’emarginazione, di fatto, dalla società e dalla famiglia stessa.     

I conti Pasero di Corneliano, abitavano a Cavour in quello che oggi è il palazzo Comunale, ed il giovane Carlo fu quindi costretto ad abbandonare casa, vagabondare in giro per l'Italia ed all'estero. Fu perfino arrestato e rinchiuso per un breve periodo nella terribile prigione, per militari e politici, del Forte di Fenestrelle per una questione a sua detta " sans importance” ed in un secondo momento venne addirittura considerato "squilibrato di mente “e ricoverato coattamente in una clinica per aristocratici dementi.

Alla morte del padre, l'ancor relativamente giovane Carlo ritornò nella casa di famiglia a Cavour dove trascorse con la madre i suoi ultimi anni in precarie condizioni di salute fisica e mentale.

Morirà il 1° febbraio del 1845 all'età di 55 anni.

Da allora riposa in pace nel cimitero di Cavour.

Ma dopo questa veramente drammatica e triste storia, nella prossima seconda parte, vi racconterò quello che fu, con ogni probabilità, l’ultimo epico… duello nostrano che ebbe per protagonisti altri due giovani e brillanti cavouresi ma che, fortunatamente, non ebbe tragiche conseguenze fisiche e neppure morali...

 

                                                                                                          Dario Poggio

 

(fonti bibliograf: Pro Cavour - Cavour, curiosità lungo i secoli; Eco del Chisone del 5/12/1908)

 

Segue seconda parte nel prossimo numero

 

 

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