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Sindone. Ostensione televisiva prevista per sabato santo

10/04/2020 17:42

di Piergiacomo Oderda

Per l’ostensione televisiva prevista per sabato santo alle ore 17, suggerisco una riflessione sulla liturgia delle ore della Memoria della venerazione della Sindone che si celebra il 4 maggio nella diocesi di Torino. Il formulario lo si può trovare sul sito www.sindone.org alla sezione “Liturgia per la festa della Sindone”. E’ interessante lo studio di don Renzo Savarino, mio insegnante di Storia della Chiesa, riportato nel volume, edito da Effatà, che riporta gli atti di un convegno svoltosi nel 2006 proprio a 500 anni dalla concessione da parte di papa Giulio II di una liturgia propria in onore della Sindone (“Guardare la Sindone. Cinquecento anni di liturgia sindonica”). Don Renzo studia il formulario di Giulio II, quello dell’età successiva al concilio di Trento e il formulario attuale, in vigore dal 1976. Tra l’altro, riporta una “querelle” fra altri due miei insegnanti, don Domenico Mosso, insegnante di liturgia e mons. Pietro Caramello, profondo cultore della “Summa Theologiae” di san Tommaso. Don Mosso perorava la possibilità di celebrare la festa della Sindone in un contesto più adatto come la Settimana Santa o il Triduo pasquale, mons. Caramello confermava la collocazione nel tempo pasquale, “la Sindone è documento della Passione e anche e ancor più della Risurrezione, come appare da una attenta lettura del Vangelo”.

Nell’Ufficio delle letture del 4 maggio, per la seconda lettura è possibile scegliere tra un brano degli “Inni” di Simeone il Nuovo Teologo o un testo dal “Discorso sul Cantico dei Cantici” di san Bernardo o un tratto del messaggio di Paolo VI per la prima ostensione televisiva avvenuta il 23 novembre 1973. Come disse papa Benedetto XVI nell’udienza del 16 settembre 2009, gli scritti di Simeone il Teologo, nato nel 949 in Asia Minore, “hanno esercitato un notevole influsso sulla teologia e la spiritualità dell’Oriente”. Il tema è la Passione in generale e le applicazioni spirituali. Il commento al Cantico dei Cantici di San Bernardo in 86 Sermoni è il più noto in tutto il Medioevo. “Hanno trapassato le mani e i suoi piedi, e squarciato il petto con la lancia, e attraverso queste ferite io posso… gustare e sperimentare quanto è buono il Signore” (Sal 33,9)”. Il testo che dava il tono al formulario post-tridentino per la festa della Sindone, il canto del Servo di Jahvé (Is 53), con l’intento di porre al centro il tema della Passione, viene recuperato nel responsorio alla lettura di San Bernardo. “Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità” (Is 53,5).

Paolo VI parla esplicitamente di “sorprendente e misteriosa reliquia” per introdurre i visitatori a “una più penetrante visione del recondito e affascinante mistero” del Salvatore. Cita il versetto 2b del cap. 53 di Isaia, “non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere” (dalla versione CEI del 2008). Accenna alla fortuna “se questa asserita superstite effigie della Sacra Sindone ci consente di contemplare qualche autentico lineamento dell’adorabile figura fisica di nostro Signore Gesù Cristo”. L’espressione “vedere Gesù” non può che richiamare alla memoria il videomessaggio del 2013 di papa Francesco sul “lasciarsi guardare”. “Questo Volto ha gli occhi chiusi… eppure misteriosamente ci guarda... l’Uomo della Sindone ci invita a contemplare Gesù di Nazaret… Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore”. Si è vicini all’immagine dello specchio utilizzata da san Giovanni Paolo II nel “Messaggio in occasione del pellegrinaggio alla Sindone del 24 maggio 1998”. Don Paolo Tomatis, nel suo contributo al convegno citato, parla di “sguardo implicativo e trasfigurativo che è tipico della liturgia: lo sguardo del credente sulla Sindone diventa lo sguardo della Sindone sul credente”.

I vespri nella liturgia del 4 maggio hanno due accenni espliciti alla Sindone. L’ultima invocazione recita: “Signore Gesù, la tua immagine è raffigurata nella Sindone, dona ai defunti di contemplare il Tuo volto glorioso”. Nell’Orazione come nella Colletta della Messa della Sindone si legge: “A noi che veneriamo la Sua immagine, raffigurata nella Santa Sindone, dona di contemplare il tuo Volto glorioso”. Altri spunti di preparazione possono essere tratti dalla possibilità di scelta per la prima lettura della Messa della Sindone tra il Servo di Jahvé (Is 52,13-53,5) o l’Apocalisse 1,4-8 (“ci ha liberato con il suo sangue”) a cui segue come salmo l’inno di Filippesi 2, “Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio”. Il brano del vangelo è tratto da Marco (15,42-16,8). Riporto ancora una considerazione dallo studio di don Savarino, “La Sindone, pur priva della struttura sacramentale, apre una finestra sul mistero di Cristo e della salvezza; nelle ostensioni è offerta a tutti, è dotata di immediata concretezza, di capacità di richiamare il centro degli avvenimenti evangelici, mostra tutte le possibilità del simbolo religioso sotto l’affascinante precarietà di un’immagine imperturbabile, custode del proprio segreto e allusiva di qualcosa di più grande”.

Ricordo ancora Massimo Nosetti, valente organista insegnante al Conservatorio, mancato prematuramente, autore della colonna sonora del percorso di pre-lettura del telo sindonico nelle precedenti ostensioni. Il brano si intitola “Ecce lignum Christi” e l’orchestra d’archi delinea un tessuto armonico che ben si presta alla meditazione sul telo. La possiamo ascoltare nel video di presentazione della Sindone sul sito www.sindone.org. E’ stato anche autore della musica dell’inno “Nobile icona”, il cui testo si ispira all’omelia di san Giovanni Paolo II. Nel contributo al convegno citato,  Nosetti ha richiamato un lavoro per grande orchestra “La tela traslata” di Arvo Pärt, proposta in prima esecuzione mondiale nella cattedrale di Torino nel febbraio 2006.

 

Piergiacomo Oderda

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