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Con Fabio Cuoppolo stare a casa diventa più musicale... e altro ancora

08/04/2020 15:45

di Piergiacomo Oderda

Sulla rete si possono trovare in questo periodo alcuni diversivi che permettono da un lato di trascorrere il tempo in modo costruttivo, dall'altro di rivelare nuovi talenti. E' il caso di un “podcast” sulla piattaforma “Spreaker.com”, digitando il nome Fabio Cuoppolo. Si tratta di una “play list” a cadenza settimanale, in linea con i gusti musicali “british” del conduttore. Si ascoltano brani selezionati da album recenti con qualche pillola di cultura musicale che arricchisce l'ascolto. Nella terza puntata si concatenano sette brani, a partire dalla dedica ad un amico, dato che si possono inviare messaggi e richieste di ascolto, sempre sulla piattaforma indicata. Si parte da “Fairytales of New York” dei “The Pogues”, in cui da un'atmosfera natalizia scandita dal pianoforte si passa ad un ritmo punk folk tipicamente irlandese. Segue un brano che mi ha ricordato una foto delle scuole elementari in cui indossavo un golf che nella mia fantasia richiamava vagamente i colori della tuta di Dino Zoff, il mitico portiere della Nazionale, detto “il gatto”, nativo di Mariano del Friuli. A Zoff dedicano una traccia la band bolognese “Altre di Bi” con un simpatico “intro” in cui campane e rumori di sottofondo rievocano una partita di calcio all'oratorio. L'album “Sport” permette a Cuoppolo di ricordare, citando la traccia “1998” il derby nel basket fra Virtus e Fortitudo; le due squadre bolognesi si confrontarono quell'anno nei quarti di finale in Eurolega.

Il conduttore del programma vola metaforicamente a Las Vegas per introdurre l'ascolto di “Somebody told me” dei “The killers”. E' stata la seconda canzone in scaletta nel concerto che il gruppo tenne a Milano nel 1998, a cui ha assistito Cuoppolo. Si torna nel Regno Unito e precisamente a Manchester con gli “Afflecks Palace”. Il nome deriva dal palazzo dove sorgeva “L'Hacienda”, locale “cult” negli anni Ottanta Novanta, dove si esibì anche Madonna. E' lo spunto per citare un testo “Haçienda, come non si gestisce un club” (Peter Hook, 2019) e il noto aforisma che campeggia sulla copertina, “se devi sprecare un'occasione, devi ricordare alcune cose importanti. Fallo con stile. Fallo pubblicamente. E soprattutto fallo a Manchester. Il brano “For ever young” presenta una ricerca di particolari sonorità su tessuto armonico di chitarre. Da West London perviene la quinta traccia, “I can't quit” dei “The Vaccins”, la batteria conferisce una particolare “carica” al brano.

Fabio Cuoppolo racconta l'antagonismo tra Oasis e Blur, proponendo l'ascolto di “Charmless man” dei Blur, tratto dall'album del 1995 “The Great Escape”. Un “intro” di chitarre dà il tono all'ultimo brano in programma, “Teenage Angst” dei Placebo, il gruppo di Brian Molko.

Per un link diretto al “podcast”, cliccate su www.spreaker.com/user/12199608/episodio-3-fabio-cuoppolos-podcast_1.

 

Piergiacomo Oderda

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