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Cenni storici. Il castello di Cavour. Meriterebbe una ben maggior valorizzazione

29/06/2019 9:07

di Dario Poggio

Scriveva F. Alessio “ Il nome di Cavour, specialmente dal 1859, prese a suonare glorioso per il mondo grazie ad un personaggio che si meritò fama di uno dei più illustri statisti, e che di questa terra aveva il titolo feudale.

Se il conte Camillo Benso rese immortale il nome di Cavour, immortale lo rendono pure le sue glorie passate, la sua storia…”.

Sicuramente, il manufatto che maggiormente influenzò le vicende storiche cavouresi (congiuntamente all’Abbazia di Santa Maria) è senz’altro il Castello sulla Rocca.

Anche il più distratto visitatore o turista che si trovi ad osservare la Rocca di Cavour, non può esimersi dall’immaginare, con un piccolo sforzo di fantasia, la sua vetta circondata da bastioni, da mura merlate, da imponenti torri a difesa di un invitto mastio e del paese sottostante.

Purtroppo dell’antico maniero dei Savoia-Acaia Racconigi non rimangono oggi  che pochi ruderi ignorati dai più ed abitati solo dal vento e dai fantasmi.

Un pezzo di muro affondato nella roccia, un mezzo arco, una camera senza tetto, una gran croce di pietra ed una bandiera di ferro che cigola sinistra nel vento, sono gli ultimi resti immediatamente visibili ai turisti dell’antico castello della rocca, silenziosi testimoni di un glorioso passato.

 Non sono fortunatamente i soli resti rimasti, infatti, sulla seconda vetta, detta la rocca Gruè (nome che deriva dalle gru e verricelli che i soldati francesi dovettero piazzare per poter portare sullo spiazzo alcuni cannoni durante l'assedio del 1592), vi è ancora la base, con tre cannoniere e rispettive volate di fuoco, del famoso “Torrione di Bramafame” che, isolato ma possente, proteggeva da un lato il castello principale.

Ed ancora, poco sotto al Torrione si dirama un lungo tratto di muro con feritoie difensive, quasi completamente nascosto dalla vegetazione, muro che scende fino al pianoro di San Maurizio dove in esso si apre un portale.

Poco al di sotto permangono i resti di un altro notevole Bastione difensivo (vi è anche l'ipotesi, ma con molti dubbi, che si tratti degli unici ruderi rimasti del famoso Castello Inferiore della Rocca che si dava per scomparso, di questo maniero fu investito Omodeo di Cavour da Oberto di Piossasco che era signore del castello superiore della Rocca). Questo reperto storico è rimasto per moltissimi anni completamente ignorato da tutti semi nascosto da piante e rovi, ma ultimamente i volontari dell'Associazione Vivi la Rocca lo hanno reso visibile e speriamo che a breve sia reso finalmente agibile per tutti (su di esso si scorgono i buchi provocati dalle palle di cannone dei vari assedi) .

Rovine che, se per il profano ignorante (nel senso buono della parola) sono semplici cumuli di pietre, valgono invece per l’osservatore o per il turista più attento un poema nel quale leggere tutta la storia del passato evocando secoli di battaglie in cui eserciti d’ogni colore giunsero a Cavour come amici e come nemici. Echi di scontri, assedi feroci hanno imperversato su queste mura e pagine d’eroismo sono state scritte con lettere di sangue dai suoi difensori.

Pensate che il generale Ugonotto Lesdiguieres, nel1595, inuna lettera al Re di Francia non esitava a scrivere:

 

In verità, Sire, questo castello è una delle più forti piazze della Cristianità”.

 

Un tipico castello medioevale ma costruito tenendo conto e sfruttando la varia morfologia del terreno per cui la pianta risultava non simmetrica ed univoca ma si articolava su tutte le tre punte della Rocca scendendo fino a collegarsi con la cinta muraria di Cavour.

L’impatto visivo doveva essere affascinante incutendo timore e rispetto in chi, ai piedi della Rocca, lo osservava. Con le sue alte torri, i lunghi muri di cinta, la posizione dominante ben si comprendeva come dovesse essere considerato a tutti gli effetti “ La sentinella dei Savoia “ .

 

Gloriose vestigia che tuttavia potrebbero rappresentare, se maggiormente valorizzate e conosciute, un notevole richiamo turistico .

Un valore aggiunto per Cavour.

Certo occorrerebbe renderle ancora più agibili e visibili.   A tal proposito un gran merito va riconosciuto ai volontari delle varie Associazioni cavouresi - ed in particolare a quelli di "Vivi la Rocca" - che hanno ultimamente rivitalizzato la Rocca con un grande lavoro di manutenzione dei sentieri, delle strade di accesso, delle piazzole, ripristinando la segnaletica abbattuta o distrutta. Un plauso anche al giovane Fabio Moriena che ha abbellito alcuni angoli della Rocca con le sue sculture lignee.

Scelta di grande impatto ed effetto sarebbe quella di illuminare di notte con luce diffusa…

 (come, per esempio, Abbazia di Staffarda o di Santa Maria di Cavour) i ruderi esistenti. In particolare quelli presenti sulla cima della Rocca, il torrione di Bramafame (reso però più visibile), le mura di raccordo del castello che scendono fino al pianoro di san Maurizio (dove un tempo sorgeva la Cappella del Castello) ed il bellissimo Bastione presente appena poco al di sotto.

Una illuminazione che renderebbe godibile e farebbe conoscere ed apprezzare a tutti, ricreando una suggestiva atmosfera, i resti dell'antico e glorioso castello medioevale di Cavour (oggi del tutto ignorato dai più).

Una cosa poi a bassissimo costo, ma di sicuro impatto, sarebbe quella di piazzare sul torrione di Bramafame le aste con le bandiere d' Italia e del Piemonte.

 

 Tutto quello che in un'altra Nazione, forse con meno monumenti di pregio ma assai più ricca di mezzi e sopratutto capace di evidenziare e valorizzare quelli esistenti, verrebbe sicuramente fatto.

Purtroppo conosciamo le nostre poche risorse disponibili e spendibili.

Un passo alla volta, la speranza rimane...

 

                                                                                              Dario Poggio

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