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Il libro. Giancarlo Isaia, “Invecchiare senza invecchiare” (Pacini medicina, 2018)

14/06/2019 20:53

di Piergiacomo Oderda 

Piero Bianucci ricorda l'amico Francesco de Bartolomeis, 102 anni, cinquanta minuti al giorno di piscina, pronto a fare qualche passo in più pur di mangiare un po' meglio. Quale migliore testimonianza poteva portare alla presentazione al Salone del libro del testo di Giancarlo Isaia, “Invecchiare senza invecchiare” (Pacini medicina, 2018)! «Occorre cogliere per tempo i segnali di fragilità, anzi pensarci da giovani» è l'”assist” del giornalista allo scrittore, ex primario all'Ospedale Molinette di Torino. «I due piani, l'invecchiamento anagrafico della carta d'identità e l'invecchiamento biologico, non sono aderenti. Ci sono i novantenni brillantissimi e i settantenni che arrancano. Gemelli divisi alla nascita per vari motivi possono trovarsi a settant'anni con fattezze e malattie diverse». Il libro non è un trattato di medicina ma «un manuale di prevenzione per spiegare alla gente quali strumenti utilizzare per appartenere alle categorie più forti, pur avendo un apporto genetico non adeguato». Il prof. Poli rimarca il concetto appena espresso, «i fattori genetici che regolano la vita contano fino ad un certo punto. A fine Ottocento, la vita media era di quarantacinque anni; la differenza la fanno l'ambiente, l'igiene, i farmaci, la cultura». Loda il “compendio” del dott. Isaia per «le informazioni attendibili, accessibili».
Bianucci ricorda le cinquecento pubblicazioni dell'autore, chiede conferma sul fatto che le due cose importanti siano la testa e i piedi. «Se uno ragiona con la sua testa, va in banca, ha una normale vita di relazione, abbiamo già risolto il problema, anche se ha il diabete, l'artrosi». Il capitolo sulla demenza è breve, «pochissime le cose da fare. Più frequente nella popolazione con meno cultura, di basso strato sociale. Chi legge, si informa, discute è meno soggetto». Non ci sono farmaci, qualcuno rallenta il decorso della malattia ma mancano evidenze mediche. «Un po' di prevenzione può essere utile, camminare, andare in giro». Solleva la questione dell'obesità, «essere obesi fa male, le sostanze dei tessuti adiposi, intorno ai fianchi, invadono tutti gli organi. E' un problema di importanza maggiore rispetto alla comprensibile estetica». Quanto al fumo «è una follia, la vita media si abbassa».
Piero Bianucci lancia la “vexata quaestio” sulla vaccinazione, «per le persone in età avanzata quali sono le vaccinazioni raccomandabili?». Giancarlo Isaia nota che la vaccinazione contro lo pneumococco (gratuita in Regione Piemonte) è «la classica forma di prevenzione fallita per mancanza di comunicazione, la gente non lo sa». Con l'antinfluenzale e l'herpes zoster sono utili per l'anziano. Ricorda una vignetta del New York Times del 1892 (non ha potuto utilizzarla in quanto ancora coperta da “copyright”) in cui «si ridicolizzava chi iniettava il vaccino ad una persona facendo uscire dalla bocca delle vacche».
Dal tema osteoporosi il dott. Isaia ha tratto «soddisfazioni personali e professionali». Una collega in America con due allievi di Perugia e Firenze è riuscita a togliere di mano la malattia agli ortopedici. La si può prevenire «con attività fisica, una dieta adeguata, radiazione al sole, farmaci adeguati». Lo scrittore è presidente della Fondazione Osteoporosi Piemonte.
Sui tumori, la malattie degenerative dei tessuti, Bianucci considera che «diventando più vecchi, è più probabile che succeda». I quattro tumori più frequenti sono al polmone, alla prostata, alla mammella, al colon. Nel libro si trovano i dati epidemiologici, «se agisco in senso preventivo aumento la sopravvivenza, la probabilità di cura». La cura del tumore alla mammella ha risultati vicini al cento per cento. Bandito il fumo, il dott. Isaia si avventa anche contro le brioches scongelate dei bar, «tra le cose più tossiche per i grassi transaturi». Rinuncia alle “royalties” del libro al fine di destinare un buon “gruzzolo” ad un progetto di ricerca. Un amico gli ha offerto duecento mila euro per un bando di ricerca sul microbiota, sui batteri dell'intestino (“Cibo e salute”). Hanno ricevuto 114 domande di finanziamento che spaziano tra i campi della geriatria, reumatologia, pediatria, ginecologia. Quella che chiamiamo impropriamente “flora intestinale” in realtà si diffonde nei polmoni, nella pelle, nelle vie urinarie, genitali. Isaia inneggia alla dieta mediterranea scoperta da un soldato americano sbarcato in Salento, stupito da «una valanga di vecchi, mai vista nel New Jersey». La depressione insieme all'alzheimer è il settore con meno strumenti per la prevenzione. «Mi ha messo in difficoltà questo capitolo, non sapevo se scriverlo». Ha discusso i capitoli con i colleghi della scuola di specializzazione di geriatria. Ribadisce il principio per cui i farmaci vadano somministrati «in modo adeguato per il tempo giusto per evitare complicanze».
Discute sul motto di Terenzio, “Senectus ipsa morbus est” sulla falsariga di Cicerone che sosteneva di essere magari meno efficiente di un giovane ma sicuramente più efficace in ponderatezza. «Se fosse una malattia, i nostri medici la curerebbero». La vecchiaia è «una condizione che va vissuta in modo positivo». Bruno Gambarotta alla presentazione del libro al Circolo dei lettori di Torino ha reinterpretato così: «sei vecchio quando ti manca la speranza, la capacità di progettare».
 
Piergiacomo Oderda
 

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