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No al referendum consultivo per definire la destinazione dell' ex caserma Bochard. Pinerolo

03/03/2019 9:49
All’elenco delle delusioni dell’attuale amministrazione del Movimento 5 Stelle se ne aggiungono due in un colpo solo, a seguito del parere negativo sul quesito da sottoporre ad eventuale referendum consultivo per chiedere ai cittadini pinerolesi quale destinazione vogliano dare alla ex caserma Bochard.
Come è noto, nel corso della precedente amministrazione il comune è divenuto proprietario del complesso dell’ex caserma Bochard, sito in viale Cavalieri d’Italia di fronte all’attuale caserma dei Carabinieri, ed era stato affidato ad alcuni professionisti l’incarico di redigere una proposta di utilizzo che prevedeva la destinazione di tale complesso ad attività culturali di vario tipo (trasferimento  Corelli, musei, biblioteca). Tale proposta fu illustrata al pubblico poco dopo le ultime elezioni amministrative per essere poi immediatamente accantonata in parte per la mancanza di risorse ed in parte più probabilmente per il disinteresse dell’attuale amministrazione, che nulla aveva proposto in merito nel suo programma di mandato.
Poco più di un anno fa nel dibattito sviluppatosi con il Piano Unitario di Valorizzazione Territoriale (PUVAT) il sindaco avanzò l’idea di destinare la Bochard a nuova sede degli uffici comunali e  nel protocollo di intesa venne esplicitamente data tale indicazione al professionista incaricato di redigere uno studio di fattibilità per l’utilizzo dei vari beni comunali e demaniali di cui la città dispone.
Più volte in consiglio comunale Pinerolo in Comune ha proposto che la cittadinanza potesse  esprimersi su un simile cambio di destinazione, cogliendo l’opportunità offerta dal nuovo regolamento sulla partecipazione che prevede la figura del referendum consultivo, referendum che può essere svolto solo con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri comunali, vale a dire solo con l’assenso della maggioranza. Poiché nessuna risposta è mai stata data a tale richiesta,  era nata l’idea di portare in consiglio una delibera di iniziativa popolare per chiedere un referendum consultivo su tale tema.
In previsione di ciò ad inizio ottobre 2018 Pinerolo in Comune ha protocollato una richiesta di parere al comitato dei garanti, che avrebbero dovuto verificare – come da regolamento - che il quesito referendario fosse accettabile. Tra i motivi che rendono non accettabile un quesito referendario vi è la possibilità che tale quesito riguardi proposte  sottoposte ad esito di fattibilità tecnica o contabile con esito negativo. E’ una considerazione ragionevole, poiché se si sa già in partenza che una cosa non può essere fatta è inutile chiedere ai cittadini cosa ne pensino. Ma non è assolutamente corretto – come ha fatto il comitato dei garanti - capovolgere la frase e rendere necessario uno studio di fattibilità con esito positivo per consentire alla popolazione di esprimersi su un argomento. Infatti il quesito referendario proposto (‘siete favorevoli alla proposta di destinare il complesso della ex-caserma Bochard a sede degli uffici comunali?’) è stato respinto, dopo più di 4 mesi dal deposito della richiesta, perché non ancora disponibile l’esito dello studio di fattibilità tecnica da parte dei professionisti incaricati dal demanio, professionisti che devono ancora iniziare ad effettuare i sopralluoghi. Il respingimento di un progetto che abbia avuto una valutazione negativa non implica automaticamente la necessità di una valutazione positiva per il suo accoglimento, e stupisce che una commissione ‘tecnica’ sia incorsa in una simile madornale errore di interpretazione.
Ammesso che  di errore di interpretazione si tratti.
Perchè – e questa è la seconda delle due delusioni di cui si accenna all’inizio – l’impressione è che con questa amministrazione la partecipazione sia fortemente voluta sulla carta ma altrettanto fortemente osteggiata nella realtà. Così sono stati messi quorum alti per le varie proposte di iniziativa popolare, così si sono pubblicizzati finti comitati di quartiere, così si utilizzano in questo caso argomenti artificiosi per evitare che la popolazione si esprima su questo tema o per non dover respingere la più che  legittima richiesta di referendum in merito.
Il complesso della Bochard può essere una grande risorsa per la città, sia che lo si utilizzi per scopi culturali sia che lo si individui come nuova sede del comune. Chiedere di consultare i cittadini su queste proposte, che non facevano parte del programma elettorale, è legittimo e doveroso. Rendere la Bochard l’ennesimo edificio abbandonato o inutilizzato è disdicevole, ed ancor più  lo è impegnare soldi pubblici – del demanio, in questo caso – per uno studio di fattibilità  a cui nemmeno più l’amministrazione crede.
 
 
Enrica Pazè
Aldo Martignoni – gruppo consiliare Pinerolo in Comune
 

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