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Quinta edizione del festival di architettura. Torino

02/07/2015 9:45

di Piergiacomo Oderda

Vedi le foto nella fotogallery: http://www.vocepinerolese.it/fotogallery/2015-07-02/quinta-edizione-del-festival-architettura-torino-fotogallery-7399

«Il paesaggista insegna all’architetto la libertà». Andreas Kipar prende la parola in piedi nell’ex Borsa Valori di Torino, in occasione dell’inaugurazione della quinta edizione del festival di architettura. La “location”, realizzata da Roberto Gabetti, Aimaro Oreglia d’Isola e Giorgio Raineri dal 1952 al 1956 è chiusa da ventitre anni. Kipar è membro della giuria che per due anni ha valutato i progetti per riutilizzare l’area dell’ex aeroporto di Berlino (Tempelhof), poi sovvertiti da un referendum popolare. «E’ arrivato il sindaco: “il parco c’è già, a cosa servono gli architetti? Il sindaco è stato il primo a “sconfinare” dalle sue competenze.» Gli “sconfinamenti” sono a tema nei colloqui di questi giorni di festival. L’autore dell’”Arcipelago verde” a Roma si chiede se vadano ancora bene i concorsi, «i nostri strumenti di comparazione» o se occorra «cambiare l’angolatura» della nostra percezione. Scorrono immagini con la gente che si riappropria del Tempelhof, chi segue il barbecue, chi coltiva fiori in cassette piene di terra, chi prende il sole, gioca a pallone o si cimenta nello sci di fondo. Cita Nietzsche, prima o poi nelle grandi città emerge il bisogno di vuoto. «Un vuoto che fa paura, difficilmente governabile». Se gli architetti sono volti «al disegno, alla determinazione», si pone una controtendenza verso «una maggiore riflessione, la sottrazione».

Simona Galateo, ricercatrice, enumera qualche esempio di “strategie di resistenza urbana” come la invita la moderatrice, Paola Pierotti. «Non si tratta di rivoluzione, si coinvolge anche la pubblica amministrazione o i privati». Ecco l’Isola del pepe verde a Milano, un “giardino comunitario”, come modalità di associarsi delle persone che si assumono una responsabilità. Nel quartiere Tortona, il “Casello giallo” è un punto d’incontro nei pressi del muro di recinzione ferroviaria. “El campo de cebada” a Madrid, “Frau GeroldsGarten” a Zurigo, dove si utilizzano containers presi a prestito dalla ditta “Freitag”. A Berlino indica l’esempio del Mauerpark e di Prinzessingarten, «un modello di costruzione del rapporto tra la comunità e la pubblica amministrazione». Non manca Londra con “Union street, Urban Orchard” e “DalstanEastern Curve Garden”. Si chiude con “Coltiviamo insieme” a Porta Nuova, sempre a Milano.

Tra le “Architetture rivelate” vincenti al concorso a premi bandito dall’Ordine degli Architetti Torinesi, si segnala il recupero di quattro baite storiche a Pragelato (fraz. La Ruà), a cura di GracilianoBerrocalHernandez, Alessandro Cimenti, Elena Di Palermo, Elisa Dompé, Daniele Druella, Gian Luca Forestiero, Giulia Gianmarco, Romina Musso, Alberto Rosso (studioata).

Nelle foto la sede del Festival Architettura. Kipar, membro della giuria e Simona Galateo, ricercatrice.

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