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Le sette meraviglie, la Grande Bellezza: Juve pronta a diventare “grande”?

11/11/2014 20:45

Ci voleva il cambio di modulo per smentire le nostre preoccupazioni: la Juve vista domenica allo Stadium è stata una fucina di gol. Triplice doppietta (Tevez-Llorente-Morata), rete di Lichtsteiner e statistiche da vera, grande squadra. E pazienza se l’avversario era modesto: la roboante vittoria dei bianconeri culmina nel peggior periodo della compagine emiliana degli ultimi anni, ma basta citare qualche statistica per descrivere un match a senso unico. Direttamente dal sito della Juve i dati tutti in favore dei bianconeri: tiri totali 21 a 4, 11 a 1 nello specchio della porta; calci d’angolo 5 a 0; possesso palla 67,6% contro il 32,4%; 91,3% di passaggi riusciti. Sembra inutile annoiare con i numeri, ma questi sono la testimonianza di quella che Allegri ha definito essere una partita “tecnicamente perfetta”. Merito soltanto del cambio di modulo? È ancora troppo presto per dirlo: certamente al tecnico livornese va riconosciuta l’abilità di aver osato la rottamazione del collaudato sistema di gioco targato Antonio Conte. La difesa a 4 ha consentito un match di pura noia a Gigi Buffon; il centrocampo ha partorito una marea di palloni giocabili all’attacco, che ne ha approfittato per ribadire il suo potenziale: Llorente ha fatto sembrare tutto semplice, Tevez si è inventato  il suo gol più bello da quando veste bianconero (almeno dal punto di vista tecnico) e Morata ha deciso di spiegare a tutti che tenerlo in panchina sarà sempre più difficile. Sorridono tutti: gli spettatori (chi scrive confessa di essere invidioso nei confronti di coloro che hanno potuto assistere dal vivo a tanta bellezza!), il presidente Agnelli, lo staff dirigenziale della Juve. Allegri si gode il momento: da qualche parte si scrive addirittura che i suoi numeri possono competere con quelli di Conte.

In queste righe non troverete facili entusiasmi: la parola d’ordine è “prudenza”. Si vuole predicare la cautela perché i prossimi avversari sono insidiosi: la Lazio viene da un breve periodo di appannamento, con risultati non all’altezza delle aspettative. Inoltre il passaggio del girone di Champions non è per nulla scontato: l’impressione, al contrario, è che sarà molto dura la conquista della qualificazione (se il rigore di Vidal contro io greci si fosse concluso in rete, il nostro ottimismo sarebbe meno cauto, in questo momento).

Celebriamo questa bella vittoria senza montarci la testa: le inseguitrici tengono il passo, dimostrano giustamente di credere nelle loro potenzialità. La sosta per la Nazionale rimanda le verifiche dei progressi alla prossima settimana.

Nota a margine: è apprezzabile l’atteggiamento del Parma che ha deciso di confermare il proprio tecnico alla guida della squadra. In questo periodo di difficoltà (finanziaria e sportiva) per i ducali, la scelta di rinnovare la fiducia ad un allenatore serio e preparato come Donadoni è una notizia tanto buona quanto insolita. L’augurio, da parte nostra, è in una pronta ripresa per il Parma, la cui preoccupante situazione in classifica risulta essere bugiarda rispetto al potenziale del gruppo.

Gabriele Piardi

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