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Senza casa dormono nelle sale attesa dell’Ospedale e Pronto Soccorso “Agnelli”

11/09/2014 16:41

di Simone Sindoni

A Pinerolo, quasi ogni sera,

alcuni senza casa si recano

al pronto soccorso e in

ospedale per trovare un riparo.

 Come fare se non si hanno i soldi per pagare l'affitto e le case di proprietà del comune sono tutte occupate? Da qualche mese alcuni senzatetto pinerolesi hanno trovato una soluzione originale: dormire all'interno della sala d'attesa del pronto soccorso e nella stanza ristoro dell'ospedale Agnelli. La sala del pronto soccorso è aperta al pubblico a qualunque ora, quindi nessun problema. Per quanto riguarda l'ospedale, invece, gli ospiti arrivano poco prima della chiusura delle porte e si sistemano sulle sedie, di plastica, del refettorio. Una volta passato l'orario di apertura della struttura, i guardiani non possono più mandarli via. Poco male. Gli ospiti notturni, un paio per sala al massimo, non danno fastidio a nessuno; si limitano ad occupare una sedia e, verso le 23, si addormentano.

Una soluzione che può apparire curiosa, ma che tuttavia permette a queste persone di avere un tetto sulla testa, senza danneggiare nessuno. Quello che fa riflettere, tuttavia, è il moltiplicarsi di situazioni di questo tipo. Dall'inizio della crisi economica (2007-2008), migliaia di persone hanno perso l'accesso a quei diritti fondamentali che uno Stato economicamente avanzato dovrebbe garantire ai propri cittadini. Ci si riferisce a quell'insieme di garanzie che, dalla fine della seconda guerra mondiale, hanno dato il via allo sviluppo del welfare state (letteralmente “Stato del benessere”). L'enciclopedia Treccani online elenca gli obiettivi alla base di questa concezione di Stato: “Gli obiettivi perseguiti dal welfare sono fondamentalmente tre: assicurare un tenore di vita minimo a tutti i cittadini; dare sicurezza agli individui e alle famiglie in presenza di eventi naturali ed economici sfavorevoli di vario genere; consentire a tutti i cittadini di usufruire di alcuni servizi fondamentali, quali l’istruzione e la sanità.”(http://www.treccani.it/enciclopedia/welfare-state/).

Analizzando le tre componenti, pare ovvio come questo modello sia entrato in crisi già da diversi anni. Per quanto riguarda i primi due punti, il tasso di povertà assoluta al 9,9% nel nostro Paese evidenzia che più di sei milioni di persone non hanno accesso a quei diritti fondamentali necessari per avere uno stile di vita minimo. Il terzo punto si ricollega direttamente ai fatti raccontati in apertura, poiché l'abitazione rientra proprio nei servizi fondamentali che dovrebbero essere garantiti al cittadino.

Questi e altri segnali paiono indicare che il tempo dello stato assistenziale sia giunto al termine, non solo in Italia. Solo l'anno scorso, il nuovo sovrano dei Paesi Bassi, re Guglielmo Alessandro, ha affermato che lo stato assistenziale come lo conosciamo è destinato a scomparire, sostituito da forme di solidarietà tra i privati. Ogni cittadino dovrà, quindi, crearsi la propria rete assistenziale, sgravando così lo Stato dagli oneri dell'assistenza. Il 29 agosto scorso, il ministro italiano della sanità, Beatrice Lorenzin, in un intervista a “Il Messaggero” ha affermato che, se la sanità pubblica italiana subirà altri tagli, chi potrà permetterselo sarà costretto a ricorrere ad assicurazioni private. Insomma, il sistema sanitario come lo conosciamo scomparirebbe. Tagli che potrebbero arrivare già a settembre, con la spending review da 20 miliardi annunciata dal governo.

La situazione pare quindi destinata a peggiorare sempre di più e il rischio concreto è che, un pezzo per volta, il welfare state venga smontato in ogni sua componente. I cittadini, dunque, dovranno abituarsi a fare fronte a numerosi bisogni solo con le proprie forze. Un processo graduale, certo, ma che, se dovesse effettivamente verificarsi, rivoluzionerà la vita di milioni di persone, difficilmente in meglio.

Come biasimare, dunque, chi già ora trova espedienti per ovviare alle lacune dello Stato? Dormire nelle sale d'aspetto degli ospedali significa, semplicemente, sfruttare quei pochi spazi di pubblico che ancora rimangono al cittadino in difficoltà. Nella foto un senzatetto dorme all'interno della sala ristoro dell'ospedale Agnelli. La foto è stata scattata verso le ore 24. L'uomo -da noi verificato in varie circostanze - insieme ad altri, utulizza, come dormitorio, l'area ristoro dell'Ospedale Agnelli di Pinerolo e del Pronto Soccorso

Simone Sindoni

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