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La Juve nell’Arena: Chievo battuto e primi tre punti

30/08/2014 21:52

Chi ben comincia… La Juventus vince di misura sul Chievo, grazie ad un autogol di Biraghi del Chievo al 6’ del primo tempo. La squadra torinese parte con il 3-5-1-1: in porta Buffon, in difesa il trio Càceres, Ogbonna, Bonucci, a centrocampo Lichtsteiner, Marchisio, Pogba, Vidal e Asamoah, in avanti il giovane Coman alle spalle di Tévez. Anche il Chievo schiera cinque centrocampisti per far fronte al folto reparto bianconero, ma la partita si complica subito con il gol dei bianconeri. Da un angolo di Tèvez sbuca Càceres sul palo sinistro, che prova l’incornata di testa: il pallone rimpalla sulla schiena dell’incolpevole Biraghi e finisce in rete. Sembra tutto facile per la Juventus, ma le numerose occasioni non si concretizzano mai nell’agognato raddoppio. Tre volte sono i legni ad impedire il secondo gol: traversa di Tévez e Càceres, palo di Vidal. Anche il portiere del Chievo Bardi ci mette del suo per impedire che il risultato possa lievitare in favore della Juve. Il secondo tempo è decisamente più rilassato: la Juve continua ad attaccare ma con minore intensità. Il francese Coman, diciottenne ex Psg, viene sostituito al 68° minuto da Llorente. Per lui ci saranno parole al miele da parte del tecnico Allegri a fine partita: secondo il tecnico livornese il talentino francese avrebbe «giocato da veterano». Nel finale spazio anche per il neo-acquisto Pereyra, entrato al posto di Vidal (buona partita la sua, viziata da un giallo al 29° del primo tempo). C’è solo il tempo per un brivido freddo sulla schiena dei tifosi juventini al 32° del secondo tempo, quando Maxi Lopez raccoglie la sfera rimpallata su un giocatore della Juve e prova tutto solo ad infilare Buffon. Il capitano della Juve ha l’agilità di stendersi sulla sinistra e deviare il tiro, salvando il risultato. Il resto è poco o nulla: finisce 1-0 per i bianconeri, e la “prima” è pronta per essere archiviata.

La prova della Juventus è stata discreta: Buffon sempre presente quando chiamato in causa (poco, per la verità), la difesa regge buona parte del tempo (anche se qualche timore nel cuore dei tifosi non manca mai, soprattutto sulle giocate leziose del reparto arretrato); il centrocampo costruisce molto, l’attacco ci mette impegno e grinta, spesso senza venire ripagato nel risultato.

Quest’oggi la sorte ci ha messo del suo (i tre legni ne sono la prova), ma questa squadra deve imparare a chiudere le partite. Un secondo gol avrebbe certamente regalato un fine gara più spensierato a giocatori e tifosi. L’intero centrocampo, anche se orfano di Pirlo, continua a macinare bel gioco e intesa, Coman è un ragazzo da osservare (se sia un campioncino è presto per dirlo), Càceres continua a farsi trovare pronto sui calci piazzati e a regalare soddisfazioni alla Vecchia Signora. Ma quest’oggi sarebbe bastato un tiro migliore di Maxi Lopez per vanificare gli sforzi fatti nel corso dell’intera partita.

Mister Allegri sembra aver capito che la Juventus è una fuoriserie che ha bisogno soltanto di una buona messa a punto, senza stravolgimenti snaturanti e dal rischioso esito: adesso deve lavorare sulla mentalità di una squadra che deve saper ammazzare la partita quando ne ha l’occasione. Per evitare inutili e dolorosi rimpianti.

 

Gabriele Piardi

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