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Crisi e solidarietà a Pinerolo.“Il buon samaritano”. 100 famiglie bussano alla sua porta

27/06/2014 17:31

Domenico La Grotteria è il presidente dell'associazione “Il buon samaritano” ma preferisce definirsi «il coordinatore, uno dei volontari semmai il rappresentante legale».

Come nasce questa esperienza di volontariato?

«La nostra attività è iniziata dieci, dodici anni fa con l'idea di raccogliere al mercato di Pinerolo al sabato il pesce invenduto; veniva prelevato dalle bancarelle e poi distribuito ad alcune famiglie che si davano appuntamento in via San Giuseppe, presso il magazzino che ci concedeva il Comune». Con un gesto significativo, Domenico allarga le braccia per definire il dinamismo del seguito della storia dell'associazione. «Abbiamo allargato l'oggetto della raccolta, anziché solo pesce raccoglievamo anche frutta e verdura, i fornitori principalmente erano questi del mercato. Ci siamo dovuti allargare ancora perché le famiglie che prima erano una decina sono arrivate quasi a cento. Era un numero esagerato perché non avevamo neanche la forza per poter aiutare tutti. Andavamo nelle campagne, da amici frutticoltori da cui ricevevamo mele, kiwi, verdura. Qualche panetteria produceva del pane in più per noi al sabato oppure ce lo davano le panetterie che chiudevano al sabato pomeriggio. Allarga ancora, siamo andati presso qualche supermercato dove abbiamo trovato ancora pane, prodotti caseari, di salumificio. Ex volontari, arrivati a novant'anni, settimanalmente ci regalano dozzine di uova. Garantiamo a queste famiglie di andare avanti almeno tre, quattro giorni la settimana, qualcuno per tutta la settimana, dipende da quanto riusciamo a raccogliere. Andiamo anche al Sermig di Torino una volta la settimana per ricevere quanto ci dà il Banco Alimentare. Una volta al mese siamo accreditati presso il Banco Alimentare per ricevere prodotti a media e lunga scadenza. Questi prodotti vengono distribuiti a quelle famiglie che di certo non si rivolgono ad altre associazioni».

Come arrivate alle famiglie da aiutare?

«Siamo collegati con il CISS di Pinerolo che ci segnala alcuni nominativi, con il Comune, siamo sicuri che quelli hanno un estremo bisogno. Siamo collegati anche con il Centro Ecumenico d'ascolto, con l'associazione dell'Abbadia Alpina. Poi, “mi manda Tizio, mi manda Caio”, sanno che facciamo questo servizio e si crea un passaparola tra gli assistiti. Abbiamo dovuto fare una selezione, prima facevamo venire tutti tutte le settimane al sabato, adesso facciamo venire una buona parte tutti i sabati, un'altra parte ogni quindici giorni. Abbiamo mediamente 65 famiglie, vuol dire 150-200 persone. Non abbiamo detto di no a nessuno, una volta che facciamo i controlli se effettivamente hanno bisogno, li teniamo tutti.»

Hai visto cambiare i poveri che nel corso degli anni si rivolgono da voi?

«Faccio il volontario dal 2005, alcuni vengono già da allora. C'è stato un ricambio perché abbiamo persone oneste che quando trovano un po' di lavoro avvertono. Proprio in questi giorni una famiglia mi telefona e mi dice: “Domenico, non vengo più, ho trovato un lavoro parti time e questo ci basta”. Prima c'erano le persone anziane con poco reddito, a mano a mano sono arrivate le persone che non avevano lavoro, p. es. gli immigrati. Tante volte arrivano qui, stanno tre, quattro mesi senza lavoro.» Nel frattempo i volontari si sono costituiti in associazione. «Il 12 giugno 2008 abbiamo depositato l'atto costitutivo e la Provincia ci ha inseriti nell'elenco delle associazioni di volontariato. Da allora possiamo chiedere il 5 per mille. Annualmente abbiamo non meno di cinque mila euro di spese fisse, siamo dotati di un furgone (spese di assicurazione, carburante; assicurazione per gli associati). Tutte le settimane abbiamo una ventina di volontari, dai 22 agli 83 anni. Devo ringraziare loro se tutto funziona. Partecipiamo a qualche bando della Provincia, ci sono delle istituzioni che annualmente ci danno dei contributi».

Quale coinvolgimento della parrocchia?

«La parrocchia ci dà la disponibilità dei locali che ci necessitano, per il magazzinaggio e la lavorazione dei prodotti (li selezioniamo e li impacchettiamo separatamente). Noi raccogliamo e portiamo tutto a Madonna di Fatima, un immenso garage serve come magazzino delle derrate che si possono conservare. Abbiamo celle frigorifere, un freezer, un frigo da bancone».

Come hai scoperto questa “mission”?

«Il padre spirituale dell'associazione è don Rino Montagnini della parrocchia del Duomo, lo conosco da tanti anni. Mi ha chiesto: “Tu che sei in pensione, vieni a darci una mano”. Tutto è nato da lì». Nella foto Domenico La Grotteria 

Piergiacomo Oderda

 

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