Facebook Twitter Youtube Feed RSS

La vicenda "Stamina": storia di una battaglia infinita

07/04/2014 9:01

Secondo alcuni organi d’informazione,  la storia di Stamina ha inizio nel 2004, quando Davide Vannoni, nato a Torino nel 1967 e titolare della cattedra di Psicologia presso l'Università di Udine,  viene colpito da una paralisi facciale. Dopo alcuni consulti in Italia, decide di rivolgersi ad alcuni ricercatori ucraini che compiono sperimentazioni con le cellule staminali. A Kharkov, una cittadina vicino al confine russo, si sottopone alle cure di due staminologi (Vyacheslav Klimenko e Olena Shchegelska): gli viene praticato il carotaggio del midollo osseo, le cellule staminali ottenute vengono sottoposte ai processi di coltura e infine vengono reimpiantate nel soggetto. Siamo nel 2007: i risultati sono considerati accettabili da Vannoni, che convince i due staminologi a seguirlo in Italia per sviluppare un metodo innovativo di cura.

Prima dell'esperienza universitaria, Vannoni ha fondato un'azienda chiamata Cognition: gode di ingenti contributi, privati e non, e si avvale di alcuni collaboratori; grazie ad un call center composto da una ventina di persone opera ricerche di mercato. Al rientro dall'esperienza ucraina colloca un piccolo laboratorio in un sottoscala della sede di Cognition, a Torino in via Giolitti: dà il via anche in Italia all'esperienza legata alle cellule staminali. Richiede nuovi finanziamenti: in particolare cerca di ottenere l'ingente somma di 500 mila euro dalla regione Piemonte con un progetto denominato "Attività promozionale per la conoscenza delle cellule staminali". Alcuni dei dipendenti, però, denunciano il viavai di pazienti e parenti che si appellano a Vannoni, negli uffici di Cognition: tutti lo chiamano "dottore" e la frequenza di queste visite aumenta. La Regione Piemonte blocca il finanziamento e Vannoni decide di trasferire il centro nevralgico delle attività a San Marino, in un centro di medicina estetica. A Torino, nel frattempo, cominciano ad arrivare le prime denunce: a maggio del 2009, a seguito di un articolo apparso sul Corriere della Sera in riferimento alla morte di un paziente soggetto alle cure di Vannoni, la Procura generale della Repubblica apre un'inchiesta. Ad occuparsene è il Procuratore Raffaele Guariniello, già noto alle cronache per le indagini relative alla vicenda ThyssenKrupp e alle morti causate dall'Eternit.

Nello stesso anno viene fondata la Stamina Foundation Onlus da Vannoni, che ne assume anche la direzione. Dal 2009 collabora con Stamina il dottor Marino Andolina, pioniere in Italia dei trapianti di midollo su soggetti in età pediatrica. Grazie al supporto del dottor Andolina, il metodo Stamina entra nell'ambito degli ospedali pubblici come cura compassionevole (prima nella struttura di Burlo Garofalo e poi presso gli Spedali Civili di Brescia): nella città lombarda, dove il metodo viene applicato dal settembre del 2011, tra i primi pazienti in cura si riscontra la presenza di un importante dirigente della sanità lombarda.

Il resto è storia abbastanza recente: il clamore mediatico della vicenda è dovuto al progressivo interessamento da parte dei mass media. In particolare la trasmissione televisiva de Le Iene, in onda su Italia 1, ha portato alla ribalta la vicenda di Vannoni e l'ha presentata all'attenzione degli spettatori (a detta di molti senza mantenere la lucida obiettività necessaria e sbilanciandosi in favore del metodo Stamina, ma l'ideatore del programma ha ribadito che l'intenzione della trasmissione non era quello di schierarsi dalla parte di Vannoni). L'applicazione del metodo Stamina è stato consentito da alcune sentenze giudiziarie a molti dei pazienti che già erano stati sottoposti ad alcune fasi del trattamento. Numerose critiche sono piovute su Vannoni dagli ambienti scientifici: su tutti quella del premio Nobel per la medicina Yamanaka Shinya,   e presidente della Società Internazionale per la Ricerca sulle Cellule Staminali (ISSCR), il quale ha comunicato di nutrire forti dubbi sulle metodiche operate da Stamina.

Le indagini preliminari del procuratore Guariniello si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio per Davide Vannoni e alcuni collaboratori, con accuse gravissime: associazione a delinquere, truffa e somministrazione di farmaci pericolosi. Il processo ha preso il via il 7 gennaio 2014. Vannoni continua a difendere la bontà delle sue scoperte. L'ultima notizia, in termini cronologici, è datata 2 aprile e riguarda gli operatori sanitari dell'ospedale di Brescia, i quali hanno comunicato l'intenzione di sospendere l'applicazione terapeutica della metodica Stamina in attesa di un pronunciamento del comitato scientifico incaricato dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, affinché si possa definitivamente far luce sull'affaire Stamina.

 Gabriele Piardi

Commenti