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A Pinerolo comandano i tecnici o è una scusa...? Politica.

03/04/2014 17:48

“Lo farei ma gli uffici non vogliono”

Decidere di non decidere dei politici

“Vorrei ma non posso”, quante volte lo abbiamo sentito? E’ una frase per tutte le occasioni, non impegna ma soprattutto allontana verso volontà indefinite le ragioni del diniego. Scontato, dunque, che anche la politica se ne appropriasse. Anzi qualche amministrazione, come quella cittadina, quella per intenderci che si limita a prendere atto dello sfacelo del territorio senza muovere un dito, ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia. Non c’è consiglio comunale, commissione, scambio di battute o incontro,in cui la massima non torni puntuale. A pronunciarla sindaco ed esponenti della maggioranza. In questo caso la volontà superiore sarebbe costituita dagli uffici comunali, altrimenti noti come “tecnici”. “L’idea è buona ma i tecnici mi dicono che non si può fare” oppure “Mi piacerebbe ma gli uffici hanno dato parere negativo” sono le risposte che ritornano con maggiore frequenza, durante i momenti sempre più rari di confronto tra le varie anime politiche della città. Prendete per esempio l’ultimo consiglio comunale. Con la mia proposta di mettere un indicatore del tempo residuo ai famigerati semafori spara multe, volevo semplicemente mettere l’abitato di Pinerolo al pari delle altre città europee. Provare a risolvere il conflittuale rapporto con queste diavolerie, tanto care all’amministrazione per gli introiti che procurano, messe lì con la scusa della nostra sicurezza (ma causano invece più incidenti) e sulla cui liceità anche l’autorità giudiziaria ha trovato da ridire. Per carità, non un’idea originale la mia, l’ho semplicemente presa in prestito dalle altre città europee e persino dalla nostra vicina Pino Torinese, Rosta … persino Roma! Ovvio dunque, che il primo cittadino abbia condiviso l’utilità di un tale dispositivo, salvo concludere che, in base a quanto espresso dai tecnici, non è applicabile. Il parere negativo dei tecnici poi ricorre spesso in caso di emendamenti a delibere comunali, stroncando così il dibattito e, con esso, la possibilità di apportare modifiche a quanto viene presentato per l’approvazione. Dietro il parere tecnico, di per sé più che legittimo e utile per definire l’iter della proposta, molto spesso si nasconde la volontà di evitare un confronto. “Siccome i tecnici hanno detto così, è inutile che stiamo qui a discuterne” è il triste epilogo ogni volta che si toccano temi “caldi”. Qual è dunque il confine tra il tecnico ed il politico? Non è forse all’autorità politica che gli uffici devono rispondere del loro operato? Se così non fosse, che senso ha andare a votare per eleggere i propri rappresentanti, se tanto le decisioni sono tutte comunque imposte dagli uffici comunali. A meno che, quella dei “tecnici”, sia solo una scusa per nascondere un’imbarazzante carenza di idee e propositività e continuare a guardare inermi la dissoluzione di un territorio. Nella foto l'aula del consiglio comunale di Pinerolo.

 Massimiliano PUCA

 consigliere comunale

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