Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Pedofilia: «Dal Comitato ONU un’aggressione alla libertà religiosa»

06/02/2014 8:45

Sul rapporto contro la Santa Sede del Comitato per i Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite interviene il sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa e autore del volume appena uscito «Pedofilia. Una battaglia che la Chiesa sta vincendo» (Sugarco). Dopo avere ricordato che la Convenzione ONU di cui è emanazione il Comitato non è mai stata ratificata dagli Stati Uniti, proprio per timore di eccessive ingerenze negli affari interni degli Stati firmatari, e che dei diciotto membri del Comitato uno è stato designato dal governo della Siria e un altro da quello dell’Arabia Saudita, non proprio noti come esempi di tutela dei diritti umani, Introvigne fa notare che la personalità più in vista, influente e nota del Comitato è la peruviana Susana Villarán, sindaco di Lima e cattolica «adulta» in perenne polemica con i vescovi del suo Paese a motivo del suo sfrenato attivismo a favore del «matrimonio» omosessuale, dell’ideologia di genere e dell’aborto.

«Intendiamoci – precisa Introvigne – quello della pedofilia nel clero cattolico, come c’insegnano Benedetto XVI e Papa Francesco è un dramma reale, non inventato, che non va nascosto e di cui vanno indagate le cause». «Tuttavia il rapporto riprende statistiche esagerate e accuse indiscriminate. Loda alcune misure introdotte dalla Santa Sede nel 2013, ma dimentica tutte quelle precedenti, in un maldestro tentativo di contrapporre il Vaticano di Papa Francesco a quello di Benedetto XVI. Soprattutto, si dimentica di dire che queste misure hanno funzionato, e possono costituire anzi un modello per altre istituzioni che hanno gli stessi problemi di pedofilia e che sono assai meno vigorose della Santa Sede nel contrastarli».

La pedofilia poi, secondo il sociologo, è utilizzata come punto di partenza per una «assurda entrata a gamba tesa» nel campo della dottrina cattolica, con una pretesa di «dettare addirittura alla Chiesa come vada interpretata la Sacra Scrittura». Il rapporto chiede – nota Introvigne – il ripudio dei documenti del Magistero in tema di omosessualità, la rinuncia della Chiesa a parlare di «complementarietà» del ruolo maschile e femminile, il che implica che i due ruoli siano diversi, una modifica «urgente» della dottrina cattolica sull’aborto, precisando – così si legge nel documento – «le circostanze in cui l’aborto è permesso», e un insegnamento e una pratica volta a «garantire agli e alle adolescenti l’accesso alla contraccezione».

«La Chiesa – ripete Introvigne – ha più volte riconosciuto le responsabilità di un certo numero di preti e vescovi nel vergognoso dramma della pedofilia, e ha preso misure drastiche che si stanno rivelando efficaci. Questo documento tuttavia è la prova di come la tragedia dei preti pedofili sia usata come pretesto e come clava per aggredire la Chiesa Cattolica e ingiungerle “con urgenza” di cambiare la sua dottrina in materia di omosessualità, aborto e contraccezione, affidando a commissioni di esperti “politicamente corretti” perfino l’interpretazione della Sacra Scrittura. E questa è un’intollerabile violazione della libertà religiosa».

Commenti