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Decreto "Salva Roma": " Basta Roma, basta con questo Stato"

23/12/2013 15:50

In questi giorni il Parlamento sta convertendo in legge il cosiddetto "decreto Salva Roma" che prevede ulteriori generosissime facilitazioni (circa 500 milioni di euro) con le quali il Comune di Roma sarà in grado di far fronte al suo gigantesco debito. Tali facilitazioni sono ovviamente a carico dello Stato, le cui casse sono rimpinguate soprattutto dalle tasse pagate al Nord. Il provvedimento rende ancora più favorevole il regime di gestione commissariale dei debiti della capitale, che ammontano ad almeno 8 miliardi di euro, anch’essi già scaricati sulle casse dello Stato, ovvero del Nord.

Il decreto peggiora ulteriormente un contesto normativo e istituzionale che già distribuisce le risorse pubbliche in modo del tutto squilibrato a favore dello Stato centrale e della parte centro meridionale del Paese e che sempre più vuole sottrarre prestigio e potere agli Enti Locali, espressione del territorio, a favore di una ri-centralizzazione che interessa solo al ceto politico e burocratico romano.

Infatti, con i provvedimenti degli ultimi anni, Roma chiede che gli oltre 1000 piccoli comuni del Piemonte - che già hanno costi ridotti all'osso, poco personale e col patto di stabilità non possono spendere i loro soldi - facciano ulteriore efficienza. Oggi, il Parlamento dei nominati intende abolire l'elezione diretta degli amministratori provinciali, che saranno nominati dagli amministratori comunali. Le province che contengono grandi città (città metropolitane) saranno invece sostituite dalle aree metropolitane, i cui presidenti coincideranno con i sindaci delle città metropolitane; in questo modo esse saranno regalate al PD, tradizionalmente più forte in molte grandi città. Inoltre, le aree periferiche delle aree metropolitane, ad esempio aree di montagna o piccoli comuni, saranno amministrate dal sindaco della Città metropolitana, lontano anni luce da quelle realtà.

Mentre Roma appiana i suoi debiti con i nostri soldi rifiutando arrogantemente di mettere in discussione i suoi livelli di spesa e spreco, la terza città del Piemonte, Alessandria, è lasciata in dissesto per debiti pari a pochi milioni di euro, con interi quartieri senza illuminazione adeguata, dipendenti rimasti senza lavoro, servizi non più erogati in modo dignitoso, desertificazione del centro, degrado per strada, insicurezza.

Le forze politiche che sostengono questo governo ed hanno sostenuto il governo Monti stanno rendendo un pessimo servizio al nostro territorio: il PD, in particolare, dovrebbe evitare di  propagandare come successo politico l'elemosina del prestito erogato al Comune di Alessandria, ovvero la possibilità di riequilibrare il bilancio in un tempo più lungo di quanto originariamente previsto. In questo modo prende in giro i propri concittadini, facendogli credere di aver ottenuto quanto loro spetta; al contrario, si tratta di un risultato drammaticamente inferiore rispetto a quello che spetterebbe alla nostra Città se, in questo Stato, le risorse ed i diritti fossero distribuiti in modo equo.

Basta Roma, basta con questo Stato!

Vogliono ucciderci facendoci credere di fare i nostri interessi! Occorre una mobilitazione di tutte le amministrazioni virtuose e delle rappresentanze autenticamente democratiche del nostro splendido Piemonte. 

Uniti sotto il "drapò", dobbiamo lottare  insieme per il rispetto della nostra terra e la difesa della democrazia.


Riccardo Molinari
Assessore regionale Enti Locali
Vicesegretario nazionale Lega Nord Piemonte

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