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PISTE CICLABILI: IN COMUNE IDEE BUONE, MA IL MODELLO DI NEGRO È OBSOLETO

27/03/2013 15:21

Il 26 marzo si è tenuta l'assemblea congiunta della seconda e quarta commissione consiliare, rispettivamente urbanistica e lavori pubblici. All'ordine del giorno, la questione delle piste ciclabili e del Piano Urbano del Traffico. Per l'occasione, sono stati invitati i rappresentanti dell'associazione “Salva i ciclisti”, che, come si intenderà dal nome, si occupano della sicurezza dei ciclisti sulla strada.

Molta la carne al fuoco, ma poca organizzazione e una preparazione, da parte di alcuni membri dell'assemblea, quantomeno carente. Si inizia con un discorso introduttivo del sindaco Buttiero, firmatario di un impegno con l'associazione. L'idea è quella di ripensare i tratti di pista ciclabili già presenti in città, integrandoli con alcuni nuovi, come in via Saluzzo. Verrebbero poi istituite delle “Zone trenta”, ossia aree cittadine in cui il limite di velocità è di 30 Km/h anziché 50.

Dopo il sindaco, è stata la volta dell'assessore al Turismo e alle manifestazioni Negro, che però è parso leggermente confuso. Dopo essere stato più volte corretto da altri membri dell'assemblea su varie imprecisioni, ha proposto una possibile soluzione sulla collocazione delle corsie riservate. Appena mi è giunto davanti il foglio con il modello, ho sbarrato gli occhi: la corsia per le bici era inserita tra le auto parcheggiate e la corsia di circolazione. A chiunque, anche profano come me, salta subito all'occhio che una tale soluzione non è il massimo della sicurezza. Infatti, finito l'intervento dell'assessore, ha preso la parola Piero Quaglia, presidente de “Salva i ciclisti”: “Volevo solo far notare che il modello di pista appena proposto, in Europa è considerato obsoleto da anni. Mettendo la corsia per le bici a sinistra delle auto parcheggiate, c'è l'elevato rischio che si stenda un ciclista aprendo la portiera e comunque non vi è separazione fisica tra auto in movimento e ciclisti. La soluzione è mettere la corsie a destra dei mezzi posteggiati, in modo che essi stessi facciano da protezione.”

La risposta dell'assessore al turismo risulta non pervenuta.

Il nuovo progetto dovrà integrarsi con il bikesharing cittadino (più volte “bikesharring” nei fogli distribuiti, e spero non scritti, da Negro. Viva l'inglese!). Anche qui, il presidente Quaglia ha detto la sua: “Il bikesharing a Pinerolo non può funzionare così com'è. Bisogna che solo la prima mezz'ora di utilizzo sia gratis, come a Torino, altrimenti gli utenti non ricollocano la bici nelle stazioni, trattandola come propria. Questo non è più bikesharing, è bikeowning!” Una battuta, quest'ultima, che ha confuso qualcuno alle spalle del sindaco: “Questo parla difficile!”. Di nuovo, lunga vita all'inglese!, che però, per nostra fortuna, è un dialetto poco diffuso nel mondo.

Ora, le idee ci sono e alcune sono anche buone. Le zone trenta, per esempio, sono una valida alternativa alla costruzione di nuovi tratti di pista ciclabile e costano meno; lodevole anche il coinvolgimento, nel progetto, di due laureandi del Politecnico di Torino, che, supervisionati dal professor Staricco, proporranno dei piani all'amministrazione. L'impressione è però che anche all'interno del Consiglio servirebbero persone giovani, almeno vagamente aggiornate. Non a caso, una delle poche proposte interessanti è arrivata dal più giovane membro presente, Luca Salvai del M5S: “Perché, anziché fare tanti piccoli progetti frammentari, non ne facciamo uno solo più consistente, come ad esempio una pista che attraversi tutto corso Torino?”

Proposta liquidata con un “Costa troppo”.

Abbiamo intervistato il sindaco su queste problematiche.

Stiamo cercando di fare un progetto unico, mai tentato prima, per utilizzare strade e stradine di collegamento. Non sarà un progetto definitivo, viste le scarse risorse a disposizione, ma almeno si inizierà a fare qualcosa.”

Perché il progetto non è stato sviluppato in parallelo con il bikesharing, visto che ora le due cose dovranno integrarsi?

Il progetto Bikesharing è stato fatto cinque o sei anni fa, non so perché non venne sviluppato anche un progetto per le piste ciclabili.”

Quanto ha intenzione di inserire il Comune nel bilancio 2013 (ancora in costruzione n.d.a) per le piste?

Per ora sono stati messi in bilancio, per il completamento della pista ciclabile in via Saluzzo, 300.000 euro. Quando ho sottoscritto l'accordo con “Salva i ciclisti”, ho detto chiaramente che gli interventi sarebbero stati vincolati alle scarse risorse economiche.”

Secondo lei, il bikesharing a Pinerolo funziona?

E' una domanda difficile. Il bikesharing a Pinerolo non funziona come dovrebbe, questo è certo, ma credo che con l'introduzione di nuovi tratti ciclabili possa migliorare.”

 

Simone Sindoni

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