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“DMAG”: cultura e arte giovanile on line e rivista cartacea

07/02/2013 12:39

“DMAG”: cultura e arte giovanile on line e rivista cartacea

Il sax di Jacopo Albini alterna rapide successioni di note interpretando il bebop di Thelonious Monk (“Fifty seconds”) a lente cadenze nelle ballades (“Reflexions”). Matteo Cidale di La Spezia pare creare suoni dal nulla con i suoi a-solo di batteria, Luca Curcio canticchia ispirato abbracciato al suo contrabbasso; il tocco prezioso del chitarrista Tommaso Gambini completa il quartetto che anima una serata jazz al Caffè della Caduta, offerto dalla nuova rivista Dmag. “Nuova” perché da pochi mesi esce in cartaceo distribuita da Freecards, in particolare nei locali del quartiere Vanchiglia ma la potete trovare nei cinema, nei centri di quartiere e, sicuramente, on line (www.d-mag.it), dove è nata tre anni fa, come ci racconta Federico Minetti, trent’anni, coordinatore di redazione.

“La redazione è composta da sei, sette persone, di età fra i venticinque e i trent’anni. L’obiettivo era quello di creare un portale dove presentare ciò che avviene di culturale a Torino, mettere i riflettori sulla cultura giovanile, su registi di cinema, teatro, musicisti, non ancora famosi ma che iniziano a fare cultura adesso”.

Come scegliete chi intervistare?

“Io mi occupo di cinema, ciascuno cura un ambito, musica, teatro, arti visive, editoria. Per il cinema, cerco registi giovani, generalmente si inizia a fare videoclip, documentari prima di arrivare al lungometraggio”. Da settembre sono passati al cartaceo. “E’ una scelta di controtendenza perché il mondo dell’editoria va all’opposto per contenere i costi di stampa, distribuzione. Il digitale è il futuro, specie nel campo della comunicazione diretta. Su ciò che avviene oggi andrò a cercare l’informazione su Internet. Per l’approfondimento dei contenuti è meglio il cartaceo, i tempi di lettura del digitale sono brevi, per forza la lunghezza dell’articolo deve essere ridotta”.

D-mag è il titolo della rivista, “mag” sta per “magazine” e “D”?

 “Sta per Dreams, i sogni che si hanno nel cassetto, anche dal punto di vista lavorativo”.

Chi finanzia il giornale?

“E’ una scommessa, effettivamente siamo passati al cartaceo proprio per reperire più pubblicità, si cerca di sostenerci autonomamente. La rivista esce in sette mila copie e viene distribuita in duecento locali frequentati da giovani, pub, discoteche, musei, cinema, teatri. Freecards ci permette di arrivare al target giovanile che ci siamo proposti”.  Federico lavora part time per la rivista, esce un numero ogni due mesi, il prossimo verrà pubblicato agli inizi di marzo, dalle diciotto pagine del primo numero si è passati alle ventiquattro del secondo. “E’ una vetrina di presentazione dei giovani artisti”, come il giovane jazzista Francesco Cafiso, alle spalle concerti in Europa e Sati Uniti, che si è esibito il 31 gennaio allo Jazz Club di Torino. A lui è dedicata la copertina e un’intervista nel secondo numero. Altro focus su Fabrizio Vespa “nome storico della scena torinese negli anni Novanta”.

Qualche anticipazione per il numero tre?

 “In ossequio all’otto marzo, si presentano alcune artiste donne, il femminile è meno presente nel cinema e nella scrittura. Alcuni nomi, Lorena Seneste che ha presentato a inizio febbraio “Madame Bovary” al Teatro della Caduta, Amalia De Bernardis, Irene Dionisio, documentarista che ha collaborato con Bellocchio.”

 La parola cultura evoca monoliti noiosi”, l’intento della rivista è quello di “alleggerire, snellire”. Ecco il senso di rubriche come Horoscocult, la pillola di Lucio, le finte recensioni di Maciste. Federico recensisce il Centro di Cultura Contemporanea nell’ex birrificio Metzger tra via S. Donato e c.so Regina a Torino. Coinvolgente la scoperta dell’arte contemporanea, guidati da Irene Perino. La rivista rappresenta uno sguardo nuovo su Torino, imperdibile per gli studenti del Dams.

Piergiacomo Oderda

(Nella foto P. Oderda mentre intervista a Federico Minetti, coordinatore della redazione di dmag. Jacopo Albini e Luca Curcio)

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