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Festa delle famiglie affidatarie. La Casa dell’Affido a Torino

24/09/2012 16:16

La Casa dell’Affido di V. S. Domenico 28  a Torino fa il sold out, come si direbbe per i concerti, nel teatro dell’Educatorio della Provvidenza, in occasione della settima festa delle famiglie affidatarie. Sul palco, due attrici, Manuela Massarenti e Adriana Zamboni, danno voce alle storie di Valerio, Carlo, Mino, espressioni di “vita vissuta, quotidiano, sentimenti, scelte non facili”, come reagisce dopo la performance l’assessore alla salute, politiche sociali e abitative,  Elide Tisi. La sceneggiatrice Emilia De Rienzo è riuscita a toccare le corde che risuonano nel cuore delle famiglie presenti: «Per prima cosa mi avevano separato da mia sorella che era l’unica sicurezza… in una famiglia, una volta, ho rotto una vetrinetta e tutto quello che c’era dentro! Facevo in modo che arrivassero a dire: “no, no, io questo qui non lo voglio proprio!”… Le ferite rimangono, al massimo si possono cicatrizzare… Non avevo fiducia negli adulti… Prendevo in giro un po’ tutti e nascondevo di essere un ragazzo affidato… Ho sentito mia madre lo scorso mese, dopo sette anni che non si faceva viva… Nessuno  dovrebbe sentirsi “uno scarto” che nessuno vuole… Noi, invece, si sentiamo in una vera famiglia quando questa si prende cura di noi». Mercedes Gentile ha insistito sulla ricerca di famiglie affidatarie omoculturali, la Casa dell’Affido è in contatto con associazioni congolesi, marocchine, rumene e peruviane per superare la diffidenza verso le istituzioni e per far capire tramite persone della stessa cultura che ci sono modi diversi di stare con i bambini. La prof.ssa Paola Ricchiardi ha presentato con l’aiuto dei suoi giovani laureandi i risultati del programma Fenix di potenziamento cognitivo e motivazionale. Già a tre anni i bimbi sottoposti a deprivazioni conoscono 525 parole contro le 1100 degli altri bimbi. Le famiglie che hanno usufruito del servizio hanno sottolineato, oltre alle competenze tecniche degli operatori, la loro capacità di affezionarsi ai piccoli. Piera Dabbene ha presentato i gruppi di sostegno alle famiglie, lo spazio di accoglienza al giovedì dalle 17 alle 19 sempre presso l’Educatorio  di C.so Trento 13, per dare suggerimenti pratici alle famiglie (e una tazza di the). Infine, Carla Fantozzi del Movimento di Cooperazione Educativa, ha proposto ancora tre giovedì di incontri con genitori sulle problematiche di tipo educativo e relazionale. L’incontro, moderato da Rita Turino, direttore dei servizi sociali del Comune di Torino, è servito per dire grazie alle 250 famiglie disponibili ad accogliere bimbi e ragazzi. Erano presenti anche enti e cooperative che gestiscono comunità alloggio accreditate. Significativa la conclusione dello spettacolo: «Eravamo bambini che soffrivano e non sapevamo comunicare il nostro dolore, non avevamo parole. I nostri genitori affidatari hanno saputo ascoltare anche ciò che non riuscivamo ad esprimere, hanno saputo creare quello spazio, quel terreno che permette alla vita di manifestarsi».

Piergiacomo Oderda

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