Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Si possono prevedere i terremoti? Per alcuni sì

29/05/2012 11:00

Ancora una volta un terremoto (quello ferrarese) di magnitudo elevata ha mietuto vittime, ferito nel corpo e nello spirito gli abitanti, distrutto un patrimonio artistico dal valore incommensurabile. Accanto al profondo dolore che accomuna tutti coloro che si stringono in solidarietà vicino ai terremotati, ancora una volta sorge ineluttabile ed angosciante la domanda se mai sia possibile prevenire e prevedere simili sciagure. Si invitano gli esperti a parlare ai media di sismicità, di prevenzione possibile o no, di previsione possibile, ma si sente l’ennesima risposta: non si possono prevedere i sismi. Eppure qualcosa è cambiato dopo le polemiche dei sismi aquilani e dopo il sisma ferrarese, nell’atteggiamento ufficiale della scienza, rispetto ai commenti plurimi di impossibilità di previsione sismica sentiti dopo la catastrofe dell’Aquila. Già recentemente si ipotizzava l’arrivo d’un evento sismico di magnitudo elevata tra  marzo e settembre 2012, nella zona ferrarese, la notizia, data da alcuni telegiornali va comunque soppesata e capita nel suo significato di previsione probabilistica.

Il Dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma INGV, Dott. Warner Marzocchi, riferisce nel marzo 2011: -”  La complessità dei fenomeni che generano i terremoti non permette, allo stato attuale delle conoscenze in sismologia, di prevedere con esattezza dove e quando avverrà un terremoto di una certa magnitudo. Si possono però fare delle previsioni probabilistiche: cioè si può stimare la probabilità che si verifichi un terremoto di una certa magnitudo, in un determinato intervallo di tempo e in una certa area”-.

Dai convegni di Prato 2010 e di Trieste 2011 organizzati dal triestino GNGTS (Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida) emerge una particolare attenzione agli studi di alcuni ricercatori sui precursori sismici a lungo, medio e breve termine. Certamente la complessità dei parametri in gioco che creano i terremoti rende al momento impossibile una previsione, ma questa difficoltà non deve inibire la ricerca, il problema è iniziare a studiare i precursori, seriamente, con volontà scientifica e politica, i preamboli fisici che creano l’epifania sismica esistono in maniera inequivocabile, si devono creare e coordinare tra loro moltissime stazioni di monitoraggio di numerosi parametri studiati simultaneamente, così da circoscrivere il futuro sisma, con riduzione nel tempo futuro degli enormi errori sulla previsione temporale e spaziale di oggi. Ma bisogna pur incominciare a studiare questi precursori! Non dimentichiamo i coraggiosi appelli di allerta di Giampaolo Giuliani, all’epoca del sisma aquilano, studioso di spicco, ma vessato dalla scienza ufficiale, denunciato per procurato allarme, intanto, moltissimi gli devono la vita. Ora, che le sue macchine di monitoraggio del radon sono richieste in America, qualcuno in Italia sostiene che aveva ragione. Proprio perché in Italia la politica non sostiene sufficientemente la ricerca in genere e la scienza ufficiale non sostiene per ora la ricerca sui precursori sismici, vi sono molti studiosi accademici e non, appassionati al bene comune, preoccupati per l’incolumità della gente, amanti dei beni artistici, amanti della conoscenza non collusa con interessi economici e di potere, che studiano investendo personalmente in strumentazione e lavoro non retribuito da Istituti ad hoc. Molti di essi sono messi in ridicolo, od intimiditi o non considerati, allora sorge inevitabilmente una riflessione sulla base di quanto visto a proposito della gestione degli allarmi dati per i sismi aquilani e sulla base anche di quanto personalmente osservato in relazione agli studi di alcuni precursori, quali per esempio il radon.

 

Il radon, gas naturale radioattivo, viene emesso in maniera significativamente maggiore prima dei terremoti. Ovviamente per costituire un precursore di  buona attendibilità per ridurre i margini d’errore temporale e spaziale, ora molto grandi, dovrebbe essere monitorato in modo continuo e su più stazioni d’osservazione. Questo disturba molti, poiché gli interessi economici di coloro che non vogliono provvedere a mettere in sicurezza le case, le scuole, gli ospedali, gli opifici dal radon, prevalgono sugli interessi del bene comune, meglio non sapere se una zona è esposta a radon, si evitano tante “grane”, gli studiosi disturbano;  ma il radon inalato può generare tumori, quindi è meglio, invece, prevenire che curare, senza contare quanto dolore genera un tumore. Eppure si attaccano gli studiosi, vedi Giuliani, o si intimidiscono con minacce ed aggressioni, come è capitato personalmente a me. Se gli eventi sismici di grande magnitudo, con disastri e lutti fanno da soli scattare un territorio verso una classificazione a maggior rischio sismico, non così è per una micro - sismicità trascurata, eppure importante anch’essa, nel quadro di sismi precursori. Lo studio della micro - sismicità disturba gli interessi di coloro che non vogliono che il territorio scatti verso una classificazione di regione a maggior rischio sismico, poiché ciò imporrebbe una particolare attenzione ai criteri di costruzione antisismica, (v’è stato chi ha gioito al crollo di numerose case nell’aquilano!), con il risultato di ridurre i danni da crolli, quindi con minori affari da ricostruzione, spesso nelle mani di organizzazioni criminali, con collusioni politico-mafiose per appalti e permessi di costruzione.

 

Lo studio capillare del territorio, necessario per una previsione sismica a progressiva diminuzione degli errori spaziali e temporali, che comporterebbe inevitabilmente uno studio geologico sia per la prevenzione dal rischio sismico, sia per quello dal rischio idrogeologico, disturba coloro che lucrano su concessioni edilizie inverosimili e scandalose per i rischi. Poi si piange dopo le catastrofi ed il cittadino deve porre mano alle spese dello Stato per le ricostruzioni.

Lo studio dei precursori sismici potrebbe in un futuro non molto lontano, se si potenzia la ricerca, ridurre i danni e le sofferenze ed i lutti, soprattutto.

 

V’è ancora un altro problema generale, comune a tutti i paesi ad alto rischio sismico, quello di gestire le informazioni sui probabili sismi e di gestire le eventuali evacuazioni di popolazione o chiusure di centrali nucleari o di opifici ad alto rischio d’impatto ambientale. Il problema, complesso, a dire il vero, potrebbe comunque essere affrontato dopo una lunga preparazione al sisma per la gente, con simulazioni nelle scuole e non solamente. Importante è come divulgare un probabile arrivo di sisma, per non creare panico. Uno studio effettuato sulle cronache di allertamenti per sismi che poi si sono  o no verificati, non ha fatto emergere alcuna morte per infarto da panico. Spesso il terrore generato da sismi in atto provoca morti da infarto, ma non si può assumere la probabile morte da infarto per un allertamento come scusa per non studiare la previsione e la prevenzione, che passa essa anche per la via della previsione. Sono palesi modi per non affrontare politicamente il problema di chi deve gestire le eventuali evacuazioni.  Gli allarmi dati in paesi, come il Giappone, abituati sempre ai terremoti, si realizzano con grande ordine e senso civile. Un giorno un militare mi disse: “dovessimo prevedere un sisma ed un risveglio del Vesuvio, come potremmo fare per non creare panico tra tutte quelle persone con case (abusive) sul vulcano? Meglio non allertare per non far morire d’infarto la gente e non creare problemi nell’evacuazione”. Io, invece, risposi che si potrebbe già subito abituare la gente a tale idea, creare simulazioni di sismi e lottare contro la speculazione edilizia e l’abusivismo, colluso con la politica delle concessioni edilizie assurde o delle non attuazioni dei controlli di legge, politica che permette costruzioni di case sui letti di fiumi o sui vulcani! Evidentemente si può sbagliare la previsione, è umano, gli errori saranno per lungo tempo ancora grandi; se si sbaglia, facendo evacuare inutilmente una popolazione, si crea certamente un danno economico per arresto di attività, ma è meglio una prudenza in più che le vittime: il beneficio futuro dato da un impegno serio della scienza per ridurre i danni con prevenzione e limitare soprattutto le perdite di vite umane con previsione non può essere commensurato con le questioni economiche. Tra l’altro, i recenti sismi ferraresi e calabresi, sono stati ancora una volta annunciati da precursori tellurici, tra cui emissioni di radon, anomalie di declinazione magnetica, luci telluriche, anomalie elettriche ed elettromagnetiche. Vale la pena continuare a studiare tali precursori, per ora i monitoraggi sono ancora troppo pochi e da pochissimi studiosi effettuati. Allarghiamo la rete di stazioni di studio, di collaborazioni, di verifiche! A nome di coloro che operano per il bene comune e per la conoscenza, ai fini del miglioramento delle condizioni di vita sociale e dell’elevazione spirituale dell’Uomo, lancio un appello agli studiosi e della scienza  “ufficiale” ed  agli altri di buona volontà, poiché si indaghi nel senso della previsione e prevenzione dal rischio sismico ed idrogeologico, lontani dalle collusioni con coloro che perseguono solamente gli interessi economici, corporativi e personali.

Giovanna de Liso

Commenti