Sì alla speculazione su Monte Oliveto. No alle case per i militari. Articolo di M. Puca
Se cercate un po’ di coerenza nelle politiche attuate dalla maggioranza che amministra la città, temo che resterete delusi. E lo rimarrete di più se speravate di trovare una certa discontinuità col passato, in nome del tanto decantato rinnovamento della classe dirigente. Niente di niente. Ora, come allora, a dettare l’agenda politica del pinerolese è il “partito del mattone” e gli unici interessi meritevoli di tutela sono quelli di cui è direttamente portatore. Non si comprende altrimenti l’esito dell’ultimo consiglio comunale in cui, dopo un anno di rimpiattino, la giunta è uscita finalmente allo scoperto su uno dei temi più “caldi” dell’urbanistica cittadina: la tanto famigerata edificazione della collina. Non solo quindi, si costruirà su Monte Oliveto ma ad una cooperativa di militari, che in strada Antica di Buriasco aspirava a costruire alloggi da destinare ad appartenenti alle forze dell’ordine, alpini e dragoni, verrà negato il permesso di costruire. E non importa poi se per tale scelta si perderanno irrimediabilmente i finanziamenti erogati dalla Regione Piemonte. Le motivazioni poi, sono un vero monumento all’incoerenza. Si è detto, infatti, che la realizzazione di questi alloggi, ubicati all’inizio della città, comprometterebbe il paesaggio ed è intenzione della maggioranza ridurre il consumo di suolo. Ora, arrivando a Pinerolo dall’autostrada, la prima cosa che balza agli occhi è il cumulo dei rifiuti della collina del Torrione e difficilmente quattro case abitate da alpini e carabinieri rischierebbero di compromettere un paesaggio … già così deturpato. La vera incoerenza rimane tuttavia la considerazione …. E allora su Monte Oliveto? Su Monte Oliveto l’esigenza di ridurre il consumo di suolo e di non compromettere il paesaggio non è poi così tanto inderogabile. Anzi, col tempo di deroghe a Pinerolo devono averne fatte molte, a giudicare dalla lunga lista di alloggi sfitti o semplicemente invenduti, cui si andranno ad aggiungere quelli da realizzare ai piedi del convento dei salesiani. E sarà così fino a quando non si metterà seriamente mano ad un piano regolatore ormai datato e sovradimensionato che contempla ancora una città di 50.000 abitanti. “Pinerolo città della cavalleria” recita ancora qualche vecchia guida turistica senza sapere che, grazie a questo modo miope di amministrare, di cavalieri in città ne restano proprio pochi e ogni anno è sempre più difficile rilanciare il concorso ippico che ad ogni edizione perde sempre più appeal. Quella antimilitarista è una vecchia crociata di cui, ancora oggi, paghiamo le conseguenze. Grazie a questi pregiudizi ideologici, negli anni, abbiamo perso centri di eccellenza come la Scuola Militare di Veterinaria, la Scuola di Mascalcia, che sono semplicemente “andate via” riconfigurandosi altrove. Eppure è la nostra una città che vanta antiche tradizioni militari. E’ la città del capitano Federigo Caprilli, inventore del metodo naturale di equitazione, destinato a rivoluzionare il modo di cavalcare che ha attirato a Pinerolo cavalieri degli eserciti di tutto il mondo, E’ oggi in Italia, l’unica città non capoluogo ad ospitare ben due reggimenti dell’Esercito. Vi sono poi una compagnia Carabinieri, una della Guardia di Finanza, una brigata del Corpo Forestale, un distaccamento della Polizia Stradale per non parlare del Museo di Cavalleria, l’unico nel suo genere. Anche l’associazionismo d’arma la fa da padrona. Pensate soltanto che, pur non avendo il mare, all’ombra del Monviso esiste una nutrita e attivissima sezione dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia con numerosi iscritti! Un legame a doppio filo con il mondo militare, malgrado nessuno sforzo sia stato mai fatto per valorizzare questa componente sana della società. E anche non volendo considerare la storia della città, quale amministratore può, in buona fede, ignorare il benefico apporto che una comunità di militari stabilmente insediata, con i propri redditi sicuri, può apportare all’asfittica economia del pinerolese? Considerati i grandi interessi che girano intorno all’urbanistica, credo purtroppo che questa non rimarrà l’unica aberrazione cui dovremo abituarci. La conferma che ci troviamo in un campo minato ci arriva proprio dal primo cittadino che, a distanza quasi di un anno dal suo insediamento, non ha ancora nominato un assessore ma mantiene per sé la delega all’urbanistica.
Massimiliano Puca