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Sanità pinerolese. Marin: "i servizi sanitari devono essere uguali per tutti nell'ASLTO3"

Marin: “ci va più equilibrio tra ASL “torinese” e la nostra con una attenzione alla Francia”

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di Dario Mongiello

direttore@vocepinerolese.it

 

Il consigliere regionale della Lega Valter Marin cerca di stemperare i toni sulla vicenda legata alle dichiarazioni e accuse fatte dal sindaco di Villar Perosa Marco ventre e di Pinerolo Luca Salvai sul problema legato ai disservizi nella sanità nel pinerolese. (guarda le dichiarazioni di Ventre qui:  https://www.vocepinerolese.it/video/2020-08-28/sindaco-ventre-contro-direttore-aslto3-boraso-disservizi-nel-territorio-18742 e quelle di Salvai qui: https://www.vocepinerolese.it/video/2020-09-03/aslto3-citta-metropolitana-non-amano-pinerolo-pinerolese-cuneo-diventa-18778 )

 

Consigliere Marin ha seguito le vicende legate ai disservizi del servizio sanitario nel pinerolese e messo in luce da Voce Pinerolese?

Sì, ho letto e seguito la vicenda. Devo dire che l’ospedale di Pinerolo non ha grossi problemi. Si possono certamente fare dei miglioramenti. È importante che i sindaci devono incontrarsi senza rivalità e senza fare polemiche e lasciamo fuori la campagna elettorale. Cinque anni fa il problema sull’ospedale di Pinerolo era già venuti fuori. Oggi, voglio ricordare, che quando c’è stata l’emergenza Covid in Piemonte c’erano due laboratori analisi che processavano più 300 tamponi al giorno e che ha creato tantissimi problemi. Come mai? È solamente grazie all’attuale giunta, con il presidente Cirio, che in breve tempo siamo riusciti ad arrivare a più di 22 laboratori e a processare anche fino a 8000 tamponi al giorno. Qualcuno si è chiesto come mai, a inizio pandemia, il Piemonte si è trovato in queste condizioni: con due soli laboratori analisi? La risposta è questa: perché c’erano due delibere fatte dalla precedente amministrazione, a firma dell’ex assessore Saitta, che attraverso il piano di razionalizzazione dei laboratori mirava a smantellare una rete di laboratori non indifferente. Io ho depositato, e fatto approvare a largo maggioranza in consiglio regionale, un ordine del giorno che ha sospeso quelle due delibere.

L’ASTO3 è la più grande del Piemonte, e se pensiamo che i cittadini di Sestriere, per raggiungere l’ospedale di Pinerolo devono percorrere 55 chilometri vuol dire che bisogna pur far qualcosa. Non facciamo una battaglia contro Rivoli o a favore di Pinerolo, mettiamoci tutti insieme per risolvere il problema. Pensiamo a una ASL non più metropolitana ma “metromontana”, più defilata dal torinese, che guarda verso il cuneese e con la Francia con la quale siamo confinanti.

Attenzione che l’ospedale di Briançon sta diventando un ospedale di riferimento per molti cittadini dell’alta val Chisone e Susa.  Riescono ad arrivare in tempi più rapidi rispetto a Pinerolo e Susa. Vediamo la nostra ASL in una prospettiva più moderna”.

Eppure i problemi ci sono. I fatti, la storia, parlano chiaro: negli anni passati sono stati fatti danni sulla sanità locale causa la mancata volontà concreta dei politici locali, regionali e a Roma non illuminati e targati centro sinistra, PD in testa.

L’abitante dell’ASLTO3, - prosegue Marin – i cittadini del pinerolese, delle vallate ecc., ha una quota pro capite 1800 euro per quanto riguarda la parte sanitaria mentre la città di Torino ha 3500 euro per abitante.  C’è un errore in origine. Come mai nei piani di rientro in posto alle Regioni è emerso che la città di Torino è stata scompensata rispetto a tutte le altre ASL del Piemonte? Cerchiamo di riportare un giusto equilibrio tra le ASL in Piemonte. La sanità deve essere uguale per tutti e pensiamo anche alla grande opportunità della telemedicina. Lancio un messaggio ai sindaci: facciamo insieme, tutti uniti, una battaglia per riequilibrare i rapporti tra città di Torino e ASL più periferiche. Attenzione, ricordo che siamo confinanti con la Francia e, anche per queste ragioni, dobbiamo essere una ASL con una visione e prospettiva europea e che guarda con un’ottica di collaborazione transfrontaliera. In questo modo riusciamo a trovare investimenti che non gravano sul bilancio regionale”

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